Acufeni, ne soffre il 17% della popolazione mondiale. L'analisi di questo dato ci porta ad alcune importanti riflessioni, ovvero come mai, nell’anno 2009 l’acufene sia ancora considerato come "la tomba dell’otorino”. Una spiegazione ce la fornisce un’associazione di volontariato con sede a Dalmine, che si occupa nello specifico di acufene. L’Associazione Bergamasca Acufeni nasce nel 2004, in concomitanza con l’organizzazione del 1° convegno provinciale sulla patologia, organizzato a Dalmine, nel 2005 viene riproposto il convegno ,su scala interregionale. Importante la presenza di relatori di livello nazionale quali De Caria (Amplifon) Fagnani (Policlino Milano) Gandolfi (Università di Parma). Pochi giorni dopo il 1° convegno 2004, iniziano i lavori dell’Associazione che porteranno a sperimentare nel mese di Ottobre 2004, per primi in Italia, la TMS (Terapia magnetica transuranica) nella patologia degli acufeni. La sperimentazione non porta pero’ all’esito sperato e neanche la 2^ sperimentazione svoltasi l’anno scorso a Roma, presso il Policlinico Umberto 1° , fa cadere i presupposti dell’efficacia della TMS contro l’acufene. L’Associazione non si da’ pero’ per vinta e continua il proprio lavoro di ricerca arrivando ad importanti conclusioni, suffragate da esperti della disciplina di audiologia. Una di queste si riferisce alla relazione esistente tra stress ed acufene, l’aumentare dello stress fa si’ che il “segnale” venga ampliato in una zona della corteccia, denominata “sistema limbico”, c’è altresì relazione tra l’eccesso di rumore ed acufene. Per chi ha lavorato nel rumore spesso ha riscontrato l’alterazione delle cellule ciliate, che sfaldandosi, producono come reazione un abnorme segnale “bioelettrico”, ovvero l’acufene. Non solo, l’eccessivo assorbimento di rumore, provoca uno “stress uditivo” della corteccia cerebrale, con rilascio di eccesso di glutammato e contestuale aumento dell’acufene. Per cui a questo punto è pertinente la considerazione che, quando le cellule ciliate dell’orecchio vengono danneggiate, il danno è irreversibile e non è piu’ possibile intervenire con alcun rimedio. Gli studi sull’inibitore del glutammato, sono purtroppo fermi, se ne occupano nazioni importanti come l’Inghilterra, la Francia e la Germania, ultimante anche la Svizzera, tuttavia nulla è possibile sapere su queste sperimentazioni che funzionano in maniera disomogenea. La nostra Associazione ha pertanto ritenuto, ancora una volta, e da sola, di evitare di tentare di sfondare porte chiuse, ma di tentare di sperimentare in maniera autonoma, un farmaco “inibitore del glutammato” con la possibilità di avere una minor percezione del segnale, ovvero del ronzio. Questa sperimentazione, unitamente all’approntamento di un lettore MP3 con pre-registrate musiche di “rilassamento” della durata di 2 ore, costituiscono le novità salienti che l’Associazione intenderà presentare nell’anno 2009.Al riguardo sono due gli importanti appuntamenti già “calendarizzati” dall’Associazione, la partecipazione alla trasmissione “Incontri” di Bergamo TV, Lunedi’ 19 e Mercoledi’ 21 alle 20,30 un’audizione all’Oratorio della Ramera di Ponteranica.Un valido contributo puo ‘essere offerto dalla “batteria” degli antiossidanti, di cui la Vitamina E fa da capintesta. Un recente integratore è stato da un anno messo in commercio, si tratta dell’Acuval 200-400 mg, (un’evoluzione dei vecchi integratori “Otobrain e Panarten”, dove ci si chiede anche in questo contesto, come la colina, possa avere delle proprietà sull’abbassamento del ronzio. Importante è anche la risposta “emozionale” che viene data all’acufene. E ben noto infatti come ogni paziente abbia un approccio diverso all’acufene, che si presenta come “segnale di allarme” ed in quanto tale, puo’ avere delle ripercussioni sull’ansia. Per ultimo riteniamo opportuno informare che la “rete” di Internet spesso si presenta come un’autentica truffa, dove il paziente, in costante ricerca di un qualcosa in grado di annullare o calmare il ronzio, spesso cade preda di persone o aziende che commercializzano un determinato dispositivo, ci riferiamo ai laser low level che non hanno alcun fondamento scientifico, nonostante l’approvazione, ci sia consentito, vergognosa, da parte del Ministero della Sanità. Naturalmente nessun intervento appropriato sull’acufene puo’ essere effettuato se prima il paziente non si sottopone ad un completo accertamento uditivo, eseguendo l’esame audiometrico, impedenzometrico, i potenziali evocati acustici del tronco uditivo, le otomissioni acustiche, se necessario, l’accertamento si completa con la Risonanza 3D, del tronco encefalico, con “contrasto” mirata ad indagare sull’eventuale presenza (fortunatamente benigna) del cosiddetto neurinoma dell’acustico.
Marcello Ferrua – presidente Associazione Bergamasca Acufeni