Il segreto per una tintarella perfetta? Un po’ di buon senso e una corretta protezione.
Ecco alcuni consigli preziosi per abbronzarsi senza scottarsi.
SOLE A PICCOLE DOSI - La pelle si abbronza con gradualità.
Il sofisticato sistema messo in atto dalla pelle per proteggersi (responsabile della comparsa del caratteristico colore ambrato) ha bisogno di 24-72 per entrare pienamente in funzione dalla stimolazione solare iniziale. La procedura migliore da seguire è quella di esporsi circa 10 minuti al giorno evitando le ore di maggiore irraggiamento (cioè tra le 11 e le 16) e aumentare progressivamente senza superare le tre-quattro ore al giorno, e meno se si ha un fototipo di pelle basso (cute molto bianca, occhi chiari, capelli biondi o rossi).
LA PROTEZIONE - Bisogna utilizzare una fotoprotezione anche quando il cielo è nuvoloso: gran parte degli UV, infatti, raggiunge la pelle anche in questa situazione atmosferica. Molta attenzione va prestata alle giornate ventose e soleggiate: si sente meno caldo sulla pelle e si tende quindi istintivamente ad allungare i tempi di esposizione, aumentando il rischio di scottature. È necessario usare protezioni più alte man mano che ci si sposta di latitudine, dai poli verso l’equatore, e nel caso si vada in alta quota: in entrambe le condizioni , infatti, i raggi UV aumentano.
SUPERFICI RIFLETTENTI - I raggi ultravioletti raggiungono la pelle non solo in modo diretto, ma anche per rifrazione. Meglio dunque stare attenti quando si prende il sole in campagna, in alta montagna o in barca. Ogni superficie infatti ha un indice di riflessione che si aggiunge alla radiazione diretta del sole: per esempio sabbia e rocce riflettono dal 20 al 30% circa in più, l’acqua il 50%, neve e ghiacci addirittura l’80%.
PRODOTTI SOLARI - Per essere efficaci, i prodotti solari devono schermare non solo dagli UV-B ma anche dagli UV-A, questi ultimi pure dannosi anche se la loro azione è meno scottante. Il fattore massimo di protezione dagli UV-B attualmente in circolazione è 50. Accanto ad esso deve essere indicata una protezione dagli UV-A almeno pari a 15 se calcolato con metodo Ppd o 45 con metodo Ipd. È stata introdotta quest’anno una direttiva europea molto semplificata e quindi più comprensibile, secondo cui le case produttrici devono segnalare i fattori di protezione soltanto con un aggettivo qualificante la fascia di appartenenza: fasce: bassa, media, alta e molto alta. Molti prodotti in circolazione però riportano ancora il fattore di protezione con sistema numerico. Tutti i prodotti solari vanno comunque usati in quantità piuttosto abbondante, altrimenti la loro efficacia si riduce. Per quanto riguarda le formulazioni, la crema è quella meglio tollerata e i solari sotto forma di olio, con fattori di protezione molto bassi, sono adatti per lo più a pelli adulte e già abbronzate.
(11/06/2008)
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