L'allarme "superbatteri" sta spingendo esperti, ufficiali del governo Usa ed alcuni dirigenti della stessa Food and drug administration (Fda) a cercare procedure accelerate per l'approvazione di nuovi farmaci. In particolare per nuove categorie di antibiotici in grado di combattere le sempre più frequenti infezioni resistenti ai medicinali già in commercio.
A dedicare un vasto articolo al dibattito in corso sulla questione è il "New York Times". Lo stesso Ministero della Sanità americano è entrato in campo accordando un finanziamento speciale di 40 milioni di dollari alla GlaxoSmithKline: i fondi andranno per lo sviluppo sia di farmaci contro i batteri resistenti agli antibiotici che di prodotti contro agenti chimici che potrebbero venire usati da terroristi.
Secondo molti esperti, il bisogno di nuovi medicinali è talmente urgente che non si può più far conto sulle vecchie procedure di approvazione che richiedono anni di test su sicurezza ed efficacia dei prodotti. "Stiamo davanti ad una crisi mondiale per i batteri resistenti agli antibiotici - ha detto Janet Woodcock della Fda - i medici non sanno che fare e fra 5-10 anni la situazione sarà peggiore se non si fa qualcosa".
Secondo un progetto proposto dalla "Infectious disease society of America" - riportato dal "New York Times" - nuovi antibiotici potrebbero venire approvati più velocemente dalla Fda a patto che vengano usati solo su pazienti gravi. Secondo altri però, come John Powers, ex funzionario della Fda oggi professore alla George Washington university, procedure di questo tipo sono rischiose.
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