La salute
Martedì 12 Marzo 2013
Eterna giovinezza
Pillola entro 5 anni?
Entro cinque anni potrebbe arrivare una pillola dell'eterna giovinezza basata sul resveratrolo, uno dei più «famosi» componenti del vino rosso sulle cui capacità erano però sorti dubbi. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Science di David Sinclair.
Entro cinque anni potrebbe arrivare una pillola dell'eterna giovinezza basata sul resveratrolo, uno dei più «famosi» componenti del vino rosso sulle cui capacità erano però sorti dubbi. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Science di David Sinclair, uno scienziato australiano che lavora all'università di Harvard.
La ricerca ha provato che un enzima «anti-invecchiamento» del corpo umano, chiamato Sirt1, può essere «accesa» dal resveratrolo insieme a degli attivatori sintetici. Lo studio è riuscito a trovare il meccanismo con cui avviene l'attivazione dell'enzima, che secondo l'autore principale può prevenire diverse malattie, dal cancro all'Alzheimer al diabete di tipo 2: «Questa classe di farmaci - spiega Sinclair - potrà essere usata per trattare una singola malattia, ma ne potrà prevenire altre 20, rallentando nei fatti l'invecchiamento».
I primi studi del ricercatore sul resveratrolo risalgono al 2006, quando dimostrò che la sostanza poteva allungare la vita dei topi del 15%. La ricerca fu però al centro di contestazioni da parte di diversi scienziati, secondo cui era falsata da errori. Questo non ha impedito a Sinclair e alcuni colleghi di fondare la Sirtris, una start up per lo sviluppo farmaceutico dell'idea poi ceduta alla GlaxoSmithKline.
Attualmente l'azienda ha allo studio quattrocento attivatori, tutti potenti almeno quanto 100 bicchieri di vino, tra cui i migliori tre, contro diabete e una malattia della pelle chiamata psoriasi, già nella fase di test sull'uomo: «Anche se per ora ognuno di questi farmaci dovrebbe essere prescritto per una malattia - sottolinea il ricercatore - un giorno potrebbe essere disponibile una pillola "preventiva". Stiamo lavorando sugli effetti sulle persone sane, e i primi risultati sono promettenti».
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