Le vacanze sono ormai terminate, ma i loro dolori non sono andati in vacanza. Forse aveva ragione Pascal: «L'infelicità degli uomini viene da una sola cosa, non sapersene stare in pace in una camera». Ma a volte stare nella propria casa non si può. Non te lo lasciano fare la fame, la guerra, le calamità naturali. E allora si parte...
La partenza per un luogo di vacanza è invece spesso la fuga dalla quotidianità. Per molti le vacanze rappresentano uno stop ai riti frenetici della vita, alle mille attenzioni e ai i doveri ai quali noi tutti dobbiamo sottostare: il lavoro, la famiglia, i genitori anziani da gestire. Spesso quel dolore ci fa compagnia, lo stesso di sempre, il dolore mattutino al collo, qualche vertigine «posturale» o «posizionale», la lombalgia il dolore ai talloni, la cefalea, il corpo che invecchia («il mio dolore all'anca è forse il prodromo di una degenerazione che mi porterà alla protesi?»).
Sicuramente staccare, vivere in un altro contesto, vedere culture e Paesi diversi, può far bene ad alcuni tipi di dolore, soprattutto a quelli dove è importante il contesto in cui viene avvertito, così come nei casi in cui esista un'eccessiva attenzione o ansietà nei confronti del dolore. Non solo alcuni dolori di origine tensivo-emozionale possono giovarsi della vacanza, ma anche certe posture mantenute a lungo, soprattutto se complicate da carichi: basti pensare a quante ore passiamo seduti, mentre studiamo o lavoriamo.
Il rientro dalle vacanze rappresenta un successivo stress che si manifesta nel momento in cui si riprende la vita normale. I dolori ricompaiono e ricompaiono le domande: «forse perché ho fatto più attività fisica?», «forse perché non ho fatto attività fisica?», «forse perché ho dormito su di un letto diverso e con un cuscino diverso?», «forse perché non mantenevo quelle maledette posture che sono obbligato a mantenere su quelle rigide sedie dell'ufficio?».
Su molte domande dell'origine posturale del dolore sono nati materassi, cuscini, sedie e scuole di rieducazione posturale. Una domanda frequente è relativa alla scelta del materasso: morbido, medio o rigido? Di che misure? Anallergico o climatizzato? A molle indipendenti? In lattice? In schiuma memory (viscoelastico)? In schiuma di poliuretano? Gli stessi medici per anni hanno consigliato ai pazienti che soffrivano di dolori alla schiena un materasso duro: questo ha fatto sì che il materasso ortopedico venisse associato nell'immaginario collettivo al materasso con alta rigidità, tanto da mettere anche l'asse sotto il materasso. Il Comitato della Postura dell'Accademia di Chirurgia Ortopedica (1947) definisce la postura standard «l'allineamento scheletrico definito da una disposizione relativa delle parti del corpo in una situazione di equilibrio che protegge le strutture portanti del corpo contro lesioni o deformità progressive».
Ma la postura rappresenta l'attimo che può essere colto da una macchina fotografica, l'insieme delle posizioni di tutte le articolazioni del corpo in quel momento. Le posture sono l'insieme dei fotogrammi che rappresentano il lungometraggio della nostra vita, uno diverso dall'altro. Ognuno ha la propria postura, perché ogni vita è diversa dall'altra. Non esiste la postura ideale. Non esiste il materasso ideale, ma esiste tutto ciò che si adatta alle nostre esigenze di vita.
Domenico Palumbo
responsabile Dipartimento di Riabilitazione - Istituto Don Orione - Bergamo
© RIPRODUZIONE RISERVATA