Gli Ospedali Riuniti di Bergamo si confermano il miglior centro lombardo per la raccolta del sangue ombelicale per la quantità e la qualità delle sacche. Con 823 unità, pari al 39% di sacche in più rispetto al 2010, l'ospedale di Bergamo si aggiudica, per il quinto anno consecutivo, l'importante riconoscimento che premia l'impegno e la professionalità delle ostetriche guidate da Bruna Pasini.
Determinante per l'aggiudicazione dell'ambito riconoscimento, anche la qualità delle donazioni, spesso minata dalla scarsa quantità di sangue raccolto oppure da elementi di esclusioni come infezioni o malattie. Il premio è stato consegnato nei giorni scorsi a Bruna Pasini, capo-ostetrica e responsabile dell'attività di prelievo di sangue ombelicale dei Riuniti, all'Università di Medicina del Policlinico di Milano, dove dal 1993 è attiva la Milano Cord Blood Bank, banca del sangue placentare che raccoglie le unità di sangue ombelicale provenienti dai principali ospedali lombardi.
«Nel nostro ospedale è possibile donare 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno, fatta eccezione per parti che avvengono mentre sono in corso situazioni particolari di emergenza clinica, sempre possibili in un reparto come il nostro – ha spiegato Bruna Pasini. Questa organizzazione ci consente di raccogliere centinaia di sacche, che, grazie alla precisione con cui le ostetriche lavorano e alla motivazione di tutta la nostra squadra, sono di buona qualità e consentono di ridurre al minimo fisiologico quelle scartate. È grazie a questa impostazione del lavoro e ad un'esperienza che migliora di giorno di giorno, che da cinque anni a questa parte riusciamo ad aggiudicarci questo riconoscimento».
Merito anche di un'intensa attività di sensibilizzazione sul territorio e di un programma di raccolta esteso anche alle neomamme straniere, scelta che ha consentito di raccogliere ben 60 sacche da donatrici non europee, contribuendo così ad aumentare la probabilità di trovare un donatore compatibile proveniente dalla medesima zona geografica. La compatibilità è infatti il fattore chiave che consente il trapianto di midollo, unica chance di sopravvivenza per molte persone affette da leucemia e da altre gravi malattie del sangue e del sistema immunitario. Il sangue del cordone ombelicale, o sangue placentare, è così prezioso perché è ricco di cellule staminali identiche a quelle presenti nel midollo osseo, dette cellule staminali ematopoietiche, in grado di autoriprodursi e di generare i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine che costituiscono gli elementi fondamentali del nostro sangue.
«Abbiamo costruito un modello esportabile in tutti gli ospedali lombardi, mettendo a punto una macchina ben oliata, scelta da Regione Lombardia come partner scientifico di un progetto sviluppato con successo da Avis Bergamo, volto ad incrementare l'attività di raccolta e aumentare la sensibilità su un tema delicato e su cui circola ancora molta disinformazione – ha ricordato Carlo Nicora, direttore generale degli Ospedali Riuniti di Bergamo -. I risultati raggiunti sono straordinari e il mio pensiero va a tutti quei genitori che, scegliendo di conservare il cordone ombelicale in una banca pubblica, hanno contribuito a dare una possibilità di vita a tanti malati in tutto il mondo».
Priva di fondamento scientifico è infatti la possibilità di conservare, con costi altissimi, il cordone in banche private, ad uso esclusivo del proprio figlio. Donare il sangue del cordone ombelicale alle banche pubbliche è invece un gesto che non costa nulla e può veramente salvare la vita di chi, in tutto il mondo, aspetta un trapianto di midollo per continuare a vivere. Il prelievo è un'operazione semplice, rapida, indolore e priva di rischi sia per la mamma che per il bambino.
Le future mamme che vogliono donare il sangue ombelicale devono comunicare la propria volontà al ginecologo o prendere contatto con le ostetriche degli Ospedali Riuniti, presenti ai corsi di accompagnamento alla nascita o nell'Ambulatorio della Gravidanza Fisiologica (tel. 035.269354 da lunedì a venerdì dalle 8 alle 13). Sarà raccolta l'anamnesi di entrambi i futuri genitori e sarà chiesto alla donna di sottoscrivere l'apposito modulo di consenso informato. Al momento del parto la neomamma verrà sottoposta a un prelievo di sangue, che dovrà ripetere sei mesi dopo, per la ricerca dei marcatori delle principali malattie infettive.
Per saperne di più è possibile partecipare all'incontro informativo che si tiene due volte al mese agli Ospedali Riuniti. Iscrizioni on-line all'indirizzo http://donazionecordoneombelicale.ning.com/.
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