La salute
Mercoledì 04 Gennaio 2012
Tic e dintorni
Ecco cosa fare
Il tic. Un disturbo che sembra di pochi, ma che invece è più diffuso di quanto si pensi. Basti pensare che in Italia si stima una diffusione dei tic in circa 800-900 mila persone.
Il tic. Un disturbo che sembra di pochi, ma che invece è più diffuso di quanto si pensi. Basti pensare che in Italia si stima una diffusione dei tic in circa 800-900 mila persone.
Un disturbo che è solo apparentemente estetico, ma che ha anche un “peso” considerevole sulla vita di chi ne soffre. Di questo si occupa “Il nuovo manuale dei tic”, libro che il professor Mauro Porta, specialista bergamasco che a Milano dirige il Centro Malattie Extrapiramidali e Sindrome di Tourette dell'Ospedale Galeazzi, ha recentemente aggiornato per le edizioni B. A. Graphics.
“Movimenti strani, reiterati e spesso fastidiosi, suoni particolari, gutturali e sovente incomprensibili, comportamenti insoliti, curiosi e talvolta eclatanti”. Così nella prefazione del libro i tic vengono descritti dal professor Vittorio Sironi. Questo è il tic. Quel che fino a una manciata di anni fa poteva essere considerato semplicemente un “segno particolare” da indicare sulla carta d'identità, adesso è materia di profondi studi da parte degli scienziati. E questi studi hanno permesso di dimostrare come il tic, spiega Mauro Porta nell'introduzione al volume, non è quasi mai il prodotto di una nevrosi o di un esaurimento nervoso, “ma la gran parte di essi rappresentano una patologia neurologica, per fortuna generalmente di poco conto”.
Si chiama Sindrome di Tourette, colpisce poco meno del 50% dei soggetti che presentano tic, ma solo tra i 50 e i 70 mila soggetti sono affetti dalla Sindrome in forma grave, al punto che i tic compromettono seriamente la qualità della vita. Ma il libro dello scienziato bergamasco non è un “tomo” dedicato agli addetti ai lavori: è un testo di “consultazione spicciola”, dalla gestione del disturbo ai nuovi farmaci, fino a tecniche all'avanguardia come la stimolazione cerebrale profonda.
Ma per capire i tic occorre anche conoscerli. E distinguerli dai vezzi, dalle manie. Mangiarsi le unghie è un vizio, non un tic. Il tic si distingue da tutti gli altri comportamenti ripetitivi perché si manifesta come un disturbo del movimento, un vero e proprio movimento parassita, di fatto senza scopo e senza controllo. E sono tic che vanno riconosciuti, distinguendo tic motori e tic sonori. I motori: ammiccamenti, smorfie, scatti della testa, spalle, contrazioni di muscoli. Ne esistono anche di forme più complesse. I sonori: colpi di tosse, schiocco della lingua, soffi, mugolii. Anche qui, ne esisono forme più complesse, che degradano fino alle ripetizioni di parole pensate, sentite o addirittura oscene.
Ma quando la manifestazione dei tic è qualificabile come Sindrome di Tourette? Risponde Mauro Porta, nel capitolo dedicato del suo volume. “Per fare una diagnosi – scrive nel libro – sono stati definiti e validati criteri precisi. Durante la malattia devono essere presenti contemporaneamente tic motori multipli e almeno un tic vocale. Inoltre i tic si presentano diverse volte al giorno, tutti i giorni o a giorni alterni per più di un anno. I tic devono cominciare prima dei 21 anni. I movimenti patologici e i tic sonori non devono poter essere spiegati da altre condizioni mediche. I tic vocali o motori devono essere accertati e registrati da un esaminatore esperto o una macchina da presa. I movimenti o i suoi patologici devono essere descritti da un familiare comunque attendibile. I tic devono comportare al paziente disagio sociale e, infine, il soggetto per lo più presenta disturbi comportamentali”. Ecco l'indentikit del soggetto colpito dalla Sindrome di Tourette.
Ovviamente esistono cure, anche se l'impiego di taluni farmaci può spaventare sia il paziente che la famiglia. Ma “l'alleanza tra medico, paziente e famiglia del paziente riveste grande importanza – scrive Porta -. In questi soggetti la completa fiducia nello specialista, l'assenza di reticenze, la trasparenza, la conoscenza precisa delle abitudini di vita, dell'ambiente, dei desideri e delle aspettative risultano fondamentali sia nella scelta della terapia che nella sua riuscita”.
Ma più che farmacologico, il primo passo per liberarsi dei tic può essere una terapia psicologica. “Nel trattamento della Sindrome di Tourette la tecnica che ha dato i migliori risultati è l'approccio comportamentale, che prevede sedute di rilassamento, l'allenamento alla consapevolezza del tic e l'allenamento assertivo. Una delle tecniche che più si è dimostrata efficace è l'Habit Reversal Training, addestramento per la regressione delle abitudini abnormi, supportata da alcuni studi controllati e associata alla terapia farmacologica. Perché è vero che di tic non si muore, ma è altrettanto vero che ci si può stare male.
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