«Un miracolo lungo 51 anni
Il Covid non spezza l’amore»

Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.

Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere i sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Molti ci mandano foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino, anche indicandolo semplicemente nella email, la pubblicazione dell’immagine.
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È un riconoscimento pubblico che i 4 figli (con 8 nipoti) fanno alla loro mamma Carlì. Lo pubblichiamo volentieri perchè, con lei, rendiamo omaggio a tante mamme della nostra terra.

In questo periodo difficilissimo, in cui il coronavirus ha fatto visita anche al nostro papà, abbiamo avuto la Grazia di essere testimoni di un grande esempio di santità.

Entrambi i genitori, settantenni con patologie, da subito ci hanno detto di non preoccuparci, di pensare alle nostre famiglie. Purtroppo il papà si ammala e giorno dopo giorno si aggrava. Attimi di paura, decisioni importanti da prendere: chiamare l’ambulanza e vederlo andare via solo o trattenerlo a casa con il rischio di non garantirgli le cure necessarie? Un angelo, ecco chi è nostra madre! Una preziosa presenza che giorno e notte si è presa cura di nostro padre senza mai lamentarsi, senza mai mancare di un sorriso anche quando motivi non ne vedevamo. Non ci ha mai permesso di entrare in casa: «È troppo pericoloso per voi, avete famiglia e figli» ci diceva. Stanca per le notti insonni non si è mai lamentata una volta, anzi è stata lei a infonderci la speranza che a noi vacillava.

Quel nome colmo di tenerezza

Espressione d’amore gratuito che nella quotidianità si trasforma in gesti semplici, colmi di tenerezza. “Amiù” così lo chiama da 51 anni, abbreviativo di “Amore”. E così l’ha continuato a chiamare, anche quando lui era assente o lamentava dolori. Donna instancabile, non ha mai pensato ad un possibile contagio. Per lei potrebbe essere fatale. Continua a ripeterci: «Non preoccupatevi per me, io ce la faccio». Moglie, madre, infermiera, amica…, giorno e notte ha sempre sostenuto il suo Amiù.

Si è preoccupata di tutto: ogni ora controllava la saturazione, poi la febbre, per attaccare la flebo e sistemare l’ossigeno… Lo lavava, disinfettava, cambiava la biancheria. Per poi passare ai risciacqui alla bocca, ormai malata, la medicazione alle piaghe di decubito, ai massaggi alle gambe per evitare il gonfiore. Tutto questo da sola, giorno e notte.

Per noi è già una vittoria

E noi come spettatori stavamo alla finestra! Spettatori di un grande miracolo: il miracolo dell’amore. Non sappiamo ancora se nostro padre guarirà, sta ancora lottando con le poche forze che gli rimangono. Sono tre settimane. Quello che sappiamo è che, qualsiasi sia il finale di questa storia, c’è già una vittoria! L’amore è più grande di ogni malattia, dolore, fatica. È questo che ci insegna nostra madre: amare senza limiti, senza sosta, con gratuità e con immensa tenerezza! Mamma Carla ci insegna a non avere paura, a sporcarsi le mani e a mantenere quelle promesse fatte davanti al Signore il 7 aprile 1969 “… nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia e di amarti e onorarti in tutti i giorni della mia vita”. In questo dramma abbiamo ricevuto un grande dono, che nessun virus ci porterà via! Grazie mamma Carlì: testimone di santità!n 
Katia, Annamaria, Cinzia e Paolo

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