L'Eco della vita / Bergamo Città
Sabato 04 Aprile 2020
«Signore, grazie per questi occhi che ci curano»
Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere i sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Molti ci mandano foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino, anche indicandolo semplicemente nella email, la pubblicazione dell’immagine.
-------------------
IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
-------------------
Tantissimi i messaggi che ringraziano dal cuore per il grande lavoro che stanno svolgendo medici, infermieri e operatori sanitari.
I vostri occhi ci curano
Buongiorno, mi chiamo Anna e lavoro all’ospedale di Piario.
Sono risultata positiva al Sars-Cov-2 e dopo qualche giorno in ospedale sono tornata a casa, in isolamento. Ho voluto scrivere queste poche righe che vorrei condividere con tutti per ricordare e ringraziare, perché nessuno muore solo, quando ha accanto quegli occhi pieni di amore.
Eccole:
«I vostri occhi ci curano.
Occhi, l’unica cosa che vedo di chi mi cura sono gli occhi.
Tristi, stanchi, fiduciosi, pieni di lacrime.
Signore, ti ringrazio per questi occhi così pieni di forza, di cuore e coraggio.
Oltre gli occhiali non si possono nascondere questi occhi, orgogliosi del proprio lavoro, di potersi rendere utili, che si scusano se lavorando aggiungono dolore al dolore.
Occhi che ti spronano, ti abbracciano, ti cullano, ti accolgono la mattina e ti salutano quando viene la sera.
I vostri occhi ci curano, sono il vostro cuore e il nostro respiro, guidano le vostre mani, sono la vostra voce che non sentiamo dietro la mascherina.
I vostri occhi ci curano quando felici e orgogliosi ci salutano, ci accompagnano e ci seguono fino alla porta dell’ospedale.
Coraggio, dicono i vostri occhi.
I vostri occhi ci curano quando salutano stremati ma non sconfitti chi se ne va per sempre.
I vostri occhi non ci lasciano soli. Nessuno se ne va solo, perché i vostri occhi lo hanno curato, sorretto, amato, cullato e accompagnato.
Grazie per i vostri occhi».
Anna Maria Visinoni, Piario
Ho salutato la tua mamma per te
Purtroppo anche io ho perso mia mamma che era ricoverata in Rsa. Forse il tempo riuscirà a mitigare il dolore per il modo con cui si perde il proprio caro, ma per fortuna esistono persone come l’infermiera che ha accompagnato la mia mamma ed è per questo che voglio fare conoscere la lettera che mi ha inviato.
«Carissima,
grazie per le belle parole, ti assicuro che in questi giorni di dolore e di morte sono veramente una carezza che ci arriva.
Anche noi siamo costernati dalla modalità in cui vediamo mancare i nostri cari ospiti e, soprattutto, l’impossibilità per i parenti di star loro vicini durante le ultime ore per salutarli in modo dignitoso.
L’ho fatto io, in questo caso, per la tua mamma.
L’ho salutata e le ho augurato buon viaggio;
ho scelto gli abiti più belli che aveva nell’armadio e, frugando nel comodino, ho trovato un bel disegno con scritto “ti voglio bene, nonna bis!”
L’ho piegato e gliel’ho messo sul petto, di modo che lei, ora abbia fisicamente un pezzo del vostro affetto.
Io e tutti i miei colleghi, ti abbracciamo virtualmente. Cinzia»
Spero che questa lettera aiuti altre persone come me che hanno perso la mamma, il papà, la nonna, il nonno (o come i miei nipotini la “nonna bis”) perchè sono sicura che loro non sono stati lasciati soli.
Ida Forno
Vicina a Bergamo
In questo periodo in cui tutto è quasi fermo per quel nemico invisibile che ci ha cambiato l’esistenza, io non fermo la mia voglia di scrivere per sentirmi più vicina alla mia amata Bergamo. Ho pensato di scrivere un messaggio che sicuramente gridiamo in tanti «Forza Bergamo, non ti piegare adesso... Non puoi permettertelo...».
Questo pensiero lo voglio dedicare in particolar modo ai medici, infermieri, sanitari, forze dell’ordine e senza dimenticare nessuno a tutti coloro che stanno rischiando la propria vita per salvare quella degli altri. Siete grandi! Uniti ce la faremo.
Patrizia Seghezzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA