L'Eco della vita / Bergamo Città
Sabato 04 Aprile 2020
«Sapete quanto pesa l’ultimo abbraccio che non possiamo dare ai nostri cari?»
Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
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IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
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Morire al tempo del Covid-19. Tanti i messaggi con il dolore per non aver potuto dare il giusto commiato a chi ci ha lasciato.
Ci mancano i riti
Ho pensato stamani come anche la morte sia vissuta in modo anomalo...: questa è la morte della morte, la morte della possibilità di esternare i sentimenti.
Per la prima volta, ho sentito la mancanza dei riti, dell’abitudinario..., ho capito ora quanto siano importanti nell’ordinarietà, e poi nell’accompagnamento della morte fisica, delle persone amate...
È vero che in tempi normali tendo a sfuggire nel percorso di fede i riti ordinari, ma questi non sono tempi normali, e la fede in tempi a-normali sente il bisogno di attingere anche da questo...
Giorgio Giuliani - Verdellino
La morte al tempo del Covid 19
Questa è la vita. Ritrovarsi in pochi e ben distanti, con il volto coperto, attorno ad una bara. Il respiro affannato sotto il tessuto, le lenti degli occhiali che si appannano.
Sapete quanto pesa un abbraccio che non si può dare?
Sapete cosa provoca un ultimo saluto, negato? Prende un cuore a forma di fiore e lo riduce ad una pietra. Una pietra pesante, quel cuore che pensa ai nostri vecchi che hanno dato tanto e sono morti soli .
Lo so ora, mentre piove leggero e non ho l’ombrello. Le gocce si mischiano alle lacrime, la mascherina si bagna. Se mi asciugo mi tocco gli occhi e mi contagio, se abbraccio mia madre la contagio. Ce l’ho lì, a un metro sicuro di distanza e non posso rincuorarla. Si vedono solo occhi, occhi che salutano,occhi che seguono, occhi che piangono.
Nessun ritardo, dieci minuti e tutti a casa. Sulla bara c’era una rosa bianca, non l’ho messa io. Il mio bimbo aveva una mascherina verde sul viso, quella l’ho messa io.
Cari vecchietti, vi salutiamo così. Non è un tempo giusto forse per morire. Ma la vita è imprevedibile e così ha deciso per noi.
Sicuramente il nostro cuore si stringe e si fa sasso a pensare a quanto sia doloroso, ma forse giusto fare così. E per questo piantiamo semi e pensieri.
Pensieri fioriti per voi, un campo di fiori per voi! I nostri vecchietti! Non siete morti soli.
Noi eravamo con voi, a stringervi la mano, a dirvi che sarebbe andato tutto bene, eravamo lì, con un campo di fiori sul cuore.
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