«Qualcosa in me sarà cambiato
Il bello è nascosto in cose semplici»

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Ringraziamo Claudia Norbis, che insegna alla Scuola S. Giuseppe di Valbrembo, per averci inviato questo scritto di una sua alunna di terza media di Almenno.

Non Caro Coronavirus,

sono Sofia, una ragazza di 14 anni, che da diverso tempo, per non dire mesi, è costretta a stare in casa perché tu hai invaso, senza nessuna dichiarazione e permesso, il mio paese. In modo silenzioso, sei entrato nelle case dove regnava il sorriso, l’abbraccio, il bacio e perché no anche un po’ di confusione, che io regolavo scandendo le mie giornate e programmando gli impegni.

Entrando senza bussare, perché tu non sei ospite, ti sei permesso di portare via i nostri cari. Hai mosso l’esercito, segno di guerra perché sei un nemico invisibile. Ho visto tutto con le lacrime agli occhi e con il cuore spezzato. Alla mia età, provare e vedere tutto questo è troppo forte, perché non sono pronta. Mi bastava già leggere le lettere del mio bisnonno in guerra in Russia.

Le mie giornate sono cambiate, sono state travolte: tutto non è più lo stesso. Mi mancano i miei gesti, i miei ritmi quotidiani. Preparare la cartella di scuola alla sera, e posizionarla vicino alla porta, decidere i vestiti da indossare, alzarmi alla mattina col sorriso per aspettare con gioia di partire in macchina per raggiungere la scuola, la mia scuola, salutare con abbracci e sorrisi i compagni, confabulare e consultarsi sui compiti, programmare il fine settimana, passare il sabato con gli amici in Oratorio… Queste azioni sono ormai solo ricordi!

Sono solo ricordi, ma ancora vivi dentro di me, perché io non voglio, come invece vorresti tu, cancellarli, farmeli svanire. Da questi ricordi io voglio ripartire per gustarli ed apprezzarli ancora di più. Tu, nemico cattivo ed invisibile, mi hai privato della libertà di uscire, correre, camminare e soprattutto abbracciare per sentire il calore della persona cara. Non mi hai privato però della voglia di evadere con la mente. Evado per riflettere, anche se chiusa in casa, e mi prendo il tempo per fare un bel respiro e dirmi quanto sono fragile contro di te, Coronavirus. Lo sviluppo tecnologico, il progresso spesso sbandierato, sono nulla in confronto al tuo passaggio silenzioso ma terrificante.

Io sono convinta che quando ritornerò ad essere libera, qualcosa in me sarà cambiato. Valuterò meglio gli aspetti più importanti ed apprezzerò di più i piccoli gesti. Questo mi farà capire che il bello e l’essenziale, spesso è nascosto nel mio piccolo e non devo cercarlo troppo lontano.

Ora ti saluto, con un grandissimo addio, perché qui non sei il benvenuto.
Sofia Riccetti, 3B

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