L'Eco della vita / Bergamo Città
Venerdì 17 Aprile 2020
Il nonno che racconta le fiabe
Questo spazio è dedicato ai lettori che ci scrivono per condividere i loro sentimenti, i progetti in questo momento di isolamento forzato per combattere il coronavirus. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo.
Diamo spazio, qui e sul giornale, ai lettori che vogliono condividere sentimenti e progetti in questo momento di isolamento. Scrivete al nostro indirizzo email: [email protected] oppure attraverso la pagina Facebook de L’Eco di Bergamo. Le foto di bambini: è importante che nella mail entrambi i genitori autorizzino la pubblicazione dell’immagine.
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IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
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Continuano ad arrivare lettere e messaggi dai nostri lettori. Tra questi numerosi sono scritti da nonni, come nonno Fiore e nonna Ombretta, che qui pubblichiamo.
Un nonno tra Vertova e Rovetta
In questi giorni di giusta clausura forzata il tempo scorre piano a Rovetta e figlia e nipoti non sono molto lontani, ma Vertova ora più che mai è distante e non ci si può incontrare. I nipoti tanto meno.
Allora ogni giorno invento una storia della buonanotte per loro, la registro sul telefonino e la invio a mia figlia così che Andrea (6 anni) e Giulia (5 anni) la possano ascoltare prima di andare a dormire. Sono semplici racconti che richiamano temi attuali e in cui il finale è sempre positivo, perché i bimbi devono poter pensare che tutto andrà bene.
Alcuni giorni fa ho raccontato loro di una fatina e due bambini che in piena notte vanno su una stella abitata dai nostri cari scomparsi, che consegnano loro un’ampolla. Tornati sulla terra i bimbi la aprono e il virus viene sconfitto e il mondo è salvo. Un’altra sera ho raccontato di genitori presuntuosi che escono di casa poco vestiti e l’inverno li trasforma in statue di ghiaccio. Così i bimbi della materna si ritrovano, preparano una pozione magica e che salva i loro genitori sprovveduti. E ancora, la storia della fuga di 4 galline dal pollaio che vengono salvate dalla volpe da altre gallinelle scoprendo che il pollaio non era una prigione bensì un riparo dai nemici.
Insomma ogni sera una fiaba inerente il momento difficile che tutti noi stiamo vivendo.
I miei nipotini Andrea e Giulia tutte le sere attendono il momento delle storie, invitano mia figlia Greta ad uscire dalla loro stanza e da soli ascoltano la fiaba del nonno Fiore. Il giorno dopo Andrea e Giulia preparano dei disegni che riprendono la storia ascoltata la sera prima. E così passano del tempo ricordando il racconto. Nelle fiabe spesso metto i loro nomi e quelle dei loro genitori, dei nonni e anche il nome dei loro amici della scuola dell’infanzia, così non si dimenticano delle loro amicizie. Andrea il prossimo anno andrà in prima elementare e dopo la chiusura degli asili difficilmente tornerà per un saluto alla scuola dell’infanzia. Anche questo sarà un piccolo dispiacere per tutti quei bimbi che non torneranno più all’asilo.
Continuerò a raccontare ogni giorno una storia ai miei amati nipotini, fino al giorno in cui potrò riabbracciarli. Credo sia un modo come tanti altri per far sentire la presenza dei nonni non troppo lontani, ma pur sempre distanti.
Confido pure che uno di questi giorni siano loro a inviarmi una favola, rigorosamente inventata. Sono certo che la loro fervida fantasia li aiuterà a creare la più bella favola che abbia mai ascoltato.
Nonno Fiore
Una nonna e la fatica dei bambini
Sono una nonna e vivendo ogni giorno con i miei piccoli monelli, due femminucce di 2 e 3 anni e un maschietto di 6, mi accorgo di quanta fatica stiano facendo loro,i bambini...
Le nostre energie possono essere tenute a bada e indirizzate, per loro è tutto più difficile, innaturale. Perché nonna non andiamo al parco? Non si può..., allora al centro commerciale, non si può..., allora chiamiamo qui un amichetto a giocare, non si può..., allora posso tornare all’asilo? No tesoro, non si può. E a mangiare un gelato? Nemmeno quello si può fare...
Nonna, ma è proprio antipatico sto corona..., quando se ne andrà? Non si sa tesoro, bisogna avere pazienza e aspettare. Secondo voi sono cose che i bambini possono accettare? Mi domando quando torneranno a sorridere, correre, incontrare gli amichetti... Intanto sono sempre più seri e seduti, ma loro non sono in età in cui stare fermi perché sotto c’è gente, non alzare la voce perché il vicino se la prende...: loro sono movimento e allegria. Torneremo presto nonna a giocare come prima? Non so, tesoro, abbiate pazienza...
Nonna Ombretta
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