«Ci aiuta la Provvidenza
insieme a tanti fratelli»

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IL VIDEO: La Bergamo che non avete mai visto: una città che lotta in silenzio
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Ci sono realtà che con i temi della fragilità e della rinascita convivono tutti i giorni dell’anno. Come stanno vivendo queste settimane di segregazione forzata e come guardano al futuro?FraMarcello condivide con noi l ’esperienza della Casa Palazzolo di Torre Boldone.

Ai tempi del coronavirus

Leggo con attenzione i giornali in questi giorni particolarmente attenti al tema della ripartenza tanto desiderata, ma anche tanto temuta, e penso alla nostra Casa Palazzolo, ai 18 collaboratori che con me non si sono mai fermati e che non vedranno la fase 2, perché ancora per diversi mesi dovranno gestire questo periodo di emergenza. Li ho visti in questi mesi attenti e disponibili oltre ogni immaginazione, capaci di reggere doppi turni, cambi continui per esigenze impreviste, capaci di attuare nuovi protocolli lavorativi che neanche io avevo mai adottato.

Guardo poi i nostri ospiti, li chiamano persone fragili, sono quasi cinquanta: minori, neomaggiorenni, mamme vittime di violenza con i loro figli, eppure queste persone fragili con l’aiuto degli operatori, seguono le video-lezioni, giocano, organizzano il tempo con vari lavoretti, pregano con me per chi sta male, riescono ad adeguarsi alle norme strette che, ancora prima dei decreti governativi, avevo loro imposto e ringrazio il Signore e il dono della prudenza perché nessuno si è ammalato e tutti vivono abbastanza serenamente questa strana clausura.

Mi domando poi come abbiamo potuto fare e come faremo nei prossimi mesi. Credo che Dio continuerà ad aiutarci come ha fatto finora, ma credo anche che la sua provvidenza continuerà a manifestarsi nei messaggi, nelle telefonate, nei pensieri e nelle preghiere di tanti nostri fratelli e sorelle che da tutte le altre case dell’Istituto Palazzolo sparse per l’Italia, ma anche da quelle dell’Africa e del Brasile, in questo tempo ci sono stati vicini, ci hanno fatto coraggio e ci hanno fatto sentire l’abbraccio di Dio anche laddove il dolore era ed è molto forte.

Rifletto anche su tutti quei commercianti che in questi mesi hanno donato i loro prodotti ai nostri ragazzi e ai poveri che assistiamo, certo hanno fatto di necessità virtù per la chiusura imposta, ma lo hanno fatto con generosità, pensando a chi forse sta peggio di loro.

E così è stato l’occasione per raccontare dei loro dolori, non quelli economici, ma quelli delle perdite umane, tutti hanno avuto amici o parenti che li hanno lasciati senza poterli salutare e tutti mi hanno chiesto preghiere e conforto.

Ultimi in ordine di tempo un gruppo di soci di una pasticceria di Lallio, anche loro hanno visto il dolore e anche loro hanno chiusa l’attività da mesi. Hanno donato quanto rimasto in magazzino, un furgone pieno di generi alimentari e, nonostante la crisi, hanno anche donato in denaro per il nostro progetto a favore delle vittime del covid-19.

Mi sono chiesto che cosa potesse muovere tutti i nostri professionisti che con passione lavorano per gli altri e questa gente semplice che non ha i nomi scritti sui giornali e mi sono risposto: l’umanità.

Nonostante un virus che distrugge la vita delle persone, la risorsa che resta ancora agli uomini è proprio quella di restare umani.


Fra Marcello Dominizi
coordinatore Casa Palazzolo

di Torre Boldone

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