Processo Bossetti, si torna in aula
Parola agli avvocati difensori sul Dna

Venerdì 10 giugno si torna in aula per il processo a carico di Massimo Bossetti, accusato del delitto di Yara. Parola ancora alla difesa: gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini proseguiranno le loro arringhe e cercheranno di smontare pezzo per pezzo il castello accusatorio illustrato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri che ha chiesto l’ergastolo dopo 13 ore di requisitoria.

Nell’ultima udienza Salvagni e Camporini hanno cercato di mettere in discussione le conclusioni del consulente medico legale del pm, la professoressa Cristina Cattaneo, su ora e luogo del decesso e sulla permanenza nel campo di Chignolo d’Isola del corpo della povera Yara. Secondo l’esperto incaricato dalla Procura, si può concludere che Yara sia morta poche ore dopo la sua scomparsa (lo dicono gli esami sul contenuto gastrico), che il decesso sia avvenuto nel campo di Chignolo (Yara stringeva in pugno alcuni steli di vegetazione, gesto riconducibile a uno spasmo agonico) e che il corpo sia rimasto sempre lì fino al ritrovamento (lo suggeriscono le indagini botaniche ed entomologiche).

Secondo i difensori di Bossetti, invece, le risultanze autoptiche non consentono di affermare che il decesso sia avvenuto proprio quella sera, e neppure di escludere che Yara sia stata tenuta in un altro luogo e poi abbandonata a Chignolo successivamente. I legali del muratore accusato dell’omicidio hanno cercato di smontare anche l’indizio costituito dai filmati delle telecamere nella zona del centro sportivo. Per gli avvocati, sulla scorta dei calcoli del loro consulente, il criminologo Ezio Denti, l’autocarro inquadrato non sarebbe quello di Bossetti, come invece sostiene la Procura, e comunque non tornerebbero gli orari, così come ricostruiti dalla pubblica accusa.

Di Dna la difesa di Bossetti ha solo accennato: gli avvocati ne parleranno venerdì 10 giugno e avranno il difficile compito di smontare l’elemento più forte in mano all’accusa. Quel profilo biologico scoperto sugli slip della vittima, che potrebbe portare Bossetti alla condanna (il pm ha chiesto l’ergastolo don isolamento diurno, perché l’imputazione è di omicidio aggravato da sevizie, crudeltà e minorata difesa). Il presidente della Corte d’Assise, Antonella Bertoja, ha già messo in calendario le altre udienze da qui alla sentenza. Oltre a quella del 10 giugno, ne è prevista una venerdì 17 giugno, per le repliche delle parti. Venerdì 1 luglio la camera di consiglio e il verdetto. Il processo di primo grado dovrebbe chiudersi quindi con un totale di 45 udienze. Appare scontato che, qualunque sarà il verdetto, la parte soccombente farà ricorso. Si tratta quindi di un procedimento destinato a proseguire in Appello e in Cassazione.

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