L’ultimo abbraccio al cardinale Capovilla
«La sua vita, un dono» - Foto e video

È il giorno dell’ultimo saluto al cardinale Loris Capovilla, segretario di Papa Giovanni e custode della sua memoria, scomparso giovedì scorso all’età di 100 anni.

La chiesa di Sotto il Monte fatica a contenere le tantissime persone giunte per l’addio a don Loris, segretario e testimone della santità di Papa Giovanni XXIII. La pioggia non ha fermato tutti coloro che da giovedì hanno rivolto lo sguardo a Camaitino per una preghiera. Anche domenica centinaia di persone di tutte le età, provenienti da tutta Italia, hanno portato l’ultimo saluto al cardinale scomparso giovedì scorso all’età di 100 anni. A presiedere la liturgia esequiale il vescovo di Bergamo Francesco Beschi, mentre la commemorazione è stata declamata da Bruno Forte, arcivescovo di Chieti.

«“I miei occhi hanno veduto”, si legge nel Vangelo. Non basta una vista fine, occorre una vista intelligente e spirituale - ha spiegato nell’omelia il vescovo Beschi -. I miei occhi hanno visto la tua salvezza: non è semplice vedere la salvezza di Dio. Simeone riconosce i segni della salvezza. Quei segni che Papa Giovanni indicava e che noi abbiamo riconosciuto nei gesti e nelle parole di don Loris, ma soprattutto negli occhi. Monsignor Loris ci ha consegnato la grande esperienza della sua vita nel segno di un’aurora che rappresenta la speranza del mondo».

L’arcivescovo di Chieti monsignor Bruno Forte ha tracciato la biografia del cardinale Capovilla attraverso i luoghi in cui don Loris ha vissuto la sua lunga vita. «Voglio ricordarlo con alcune frasi che Elisa, la figlia di Marco Roncalli, come lui vicinissima a Capovilla, ha voluto scrivere per testimoniargli gratitudine e affetto, pensieri tanto più belli perché dedicati a un Centenario da una giovanissima ragazza: “Era un uomo veramente grande, Loris Francesco Capovilla… per me, come per molti altri, un vero punto di riferimento… Ricordava ogni cosa: ogni persona, ogni data, ogni parola, ogni minimo dettaglio. Amava la storia e ne traeva insegnamenti. Non era solo sapiente, era anche saggio. Pur consapevole dei propri limiti, nutriva una speranza sconfinata nell’avvenire. Si sarebbe privato di tutto, pur di aiutare il prossimo. Tu, Capovilla, hai aiutato me e moltissime persone che ti ricordano ora con affetto e riconoscenza».

«Le nostre vite – prosegue il ricordo – sarebbero diverse, altrimenti. La stessa storia sarebbe diversa. Sei stato un prete, un vescovo, un cardinale misericordioso, un uomo buono, un amico fedele. Le tue parole sono state preziose, le tue attenzioni un vero dono... Io sono certa che ci ricorderemo per sempre di te e che, soprattutto nei momenti più duri, cercheremo ancora il conforto che eri in grado di darci… Mi dicevi sempre che, quando una persona muore, in realtà torna a casa. E io sono sicura che tu ora stia bene e sia libero. Si è spento così Capovilla. Si è spento? No, per me si è acceso. “Tantum aurora est”».

La Messa è stata concelebrata da monsignor Moraglia, patriarca di Venezia; monsignor Forte, arcivescovo di Chieti; monsignor Malvestiti, vescovo di Lodi; monsignor Gervasoni, vescovo di Vigevano; monsignor Napolioni, vescovo di Cremona; monsignor Cantoni, vescovo di Crema; monsignor Mazza, vescovo di Fidenza; monsignor Merisi, vescovo emerito di Lodi; monsignor Lafranconi, vescovo emerito di Cremona. Presenti alla celebrazione anche il ministro Maurizio Martina, il prefetto di Bergamo Francesca Ferrandino, i comandanti delle forze dell’ordine, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il sindaco di Sotto il Monte e molti primi cittadini della provincia. Tra i tanti deputati e senatori, anche l’onorevole del Pd Pierluigi Bersani.

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