Humanitas, apre l’Emergency Center
Nuovo Pronto Soccorso in Gavazzeni

Sabato mattina 12 dicembre a Bergamo è stato inaugurato l’Emergency Center, il nuovo dipartimento d’emergenza di Humanitas Gavazzeni.

L’ospedale, che durante la primavera si è trasformato in un centro completamente dedicato ai pazienti Covid arrivando a curare oltre 1000 pazienti, festeggia il Natale con un regalo speciale per la città e il territorio. Emergency Center sarà un nuovo polo dedicato all’emergenza a 360°, capace di prendere in carico i pazienti e trattarli fino alla dimissione dentro i suoi 4000 mq, con équipe specializzate e il supporto di diagnostica, sale operatorie, terapia intensiva e stanze di degenza in pressione negativa.

Presenti all’inaugurazione Giulio Gallera, assessore al Welfare Regione Lombardia, Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, vescovo di Bergamo, oltre ai direttori delle Istituzioni sanitarie del territorio e i donatori: Tenaris Dalmine, Fondazione Rocca, Carvico, Jersey Lomellina, CBM Onlus e Banca Generali.

Si tratta di un ospedale nell’ospedale, ideato per curare ogni emergenza, anche Covid, e creato ex novo all’interno di un edificio autonomo e indipendente che contiene Pronto Soccorso, Terapia Intensiva, diagnostica, sale operatorie e camere di degenza.

«Emergency Center di Humanitas Gavazzeni si ispira ai più avanzati dipartimenti d’emergenza, con dotazione tecnologica di ultima generazione ed équipe specializzate nella Medicina d’Urgenza» spiegano da Humanitas. Il nuovo Emergency Center è un dipartimento di emergenza di 4000 metri quadrati, completo di Terapia Intensiva, stanze di degenza, blocco operatorio e area diagnostica con TC e Rx all’avanguardia, «per essere pronti ad affrontare le emergenze presenti e future, assicurando percorsi separati ai malati con patologie infettive. Un segno nella città simbolo della pandemia e un nuovo servizio che va a rafforzare la rete di servizi sanitari pubblici del territorio».

Emergency Center nasce dall’esperienza fatta durante la primavera, quando l’ospedale si è trasformato in poche settimane in un centro totalmente dedicato ai pazienti Covid, arrivando a curare oltre 1000 persone e a gestire oltre 40 codici rossi al giorno in pronto soccorso. Da qui il progetto di creare una struttura flessibile, gestibile «a fisarmonica», in cui cioè è possibile aumentare i posti in Terapia Intensiva e sub-intensiva a seconda delle esigenze cliniche del momento.

Realizzato in 3 mesi e mezzo con metodo fast track (in cui la costruzione va di pari passo con la progettazione), il dipartimento combina le competenze cliniche di Humanitas e quelle ingegneristiche di Techint, con il progetto architettonico dell’Architetto Filippo Taidelli. La realizzazione è stata resa possibile grazie al sostegno di Tenaris Dalmine e Fondazione Rocca che, attraverso Fondazione Humanitas per la Ricerca, hanno finanziato l’acquisto di tutte le parti mobili e tecnologiche. Anche Carvico, Jersey Lomellina, CBM Onlus e Banca Generali hanno voluto dare il loro supporto a un territorio che è stato profondamente colpito dal Covid e ma che ha saputo rispondere con nuova progettualità. L’investimento dal punto di vista strutturale e tecnico è stato di 14 milioni di euro.

«Bergamo ha saputo affrontare la grave prova della pandemia grazie a una rete di servizi di eccellenza e alla collaborazione tra tutti gli attori della Sanità del territorio, uniti per far fronte all’emergenza indipendentemente dalla loro natura, pubblica o privata - spiega Gianfelice Rocca, Presidente Humanitas –. Sanità e formazione dei giovani sono al centro del futuro del territorio: la realizzazione di Emergency Center è un segno importante in questa direzione. Si aggiunge ad un investimento importante per potenziare il programma di education di Fondazione Dalmine rivolto agli studenti delle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria, mirato ad avvicinare le nuove generazioni alla conoscenza della cultura industriale come strumento di comprensione della contemporaneità. La storia, la città industriale, la tecnologia, la robotica sono temi chiave di un’offerta formativa che include anche laboratori di Robotica».

Emergency Center è un «ospedale nell’ospedale»: dall’area di Pronto Soccorso, già suddivisa in percorsi per pazienti con malattie infettive e non, si passa alle zone di osservazione breve intensiva (OBI) e da lì alla diagnostica, alla Terapia Intensiva, al blocco operatorio e alle camere di degenza, tutto in pressione negativa. Ogni area è dotata di telemetria , per consentire il monitoraggio costante dei pazienti e seguire l’evoluzione delle emergenze, dalla stabilizzazione alla dimissione. In questo modo, ogni paziente può ricevere con un’intensità crescente le cure di cui ha bisogno entro i 4000 metri quadrati dell’edificio, con il supporto tecnologico e le competenze medico-infermieristiche più adeguati alla propria condizione.

Con l’aumento dell’età media della popolazione e delle patologie croniche, gli ospedali saranno sempre più chiamati a dare risposte per intensità di cura – spiega Giuseppe Fraizzoli, amministratore delegato Humanitas Gavazzeni e Castelli -. Covid-19 ha reso questo più evidente, con migliaia di pazienti che sono arrivati nei Pronto Soccorso degli ospedali in condizioni gravi, e una patologia caratterizzata da rapidi cambiamenti dei bisogni clinici. In Emergency Center, la contiguità degli spazi a diversa intensità di cura e la completezza della struttura, indipendente dall’ospedale per diagnostica, chirurgia e ricovero della Medicina di Urgenza, consentiranno di curare ogni emergenza al meglio, garantendo contemporaneamente cure specialistiche ai pazienti con altre patologie, come quelle cardiovascolari, che necessitano di ricoveri ordinari in ospedale. Il tutto in sicurezza per i pazienti e gli operatori».

Dal 21 febbraio a maggio, Humanitas Gavazzeni, con i suoi medici, infermieri e tutti i suoi professionisti, ha curato più di 1000 pazienti affetti da Covid-19, riconvertendo gli spazi della struttura, mettendo a disposizione oltre 250 posti letto e arrivando quasi a triplicare i letti in Terapia Intensiva (portandoli da 12 a 33, con la conversione di due blocchi operatori), sub-Intensiva e in Pronto Soccorso. Tutto il personale è stato coinvolto attivamente nell’emergenza, in prima linea nei reparti Covid o a supporto delle nuove esigenze nate (ad esempio comunicazione con i familiari e checkpointagli ingressi).

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