Contratto della sanità privata
Presidio a Ponte San Pietro e Zingonia

Un contratto fermo dal 2007 e un presidio dei lavoratori davanti al policlinico di Zingonia e Ponte. Ecco i motivi della protesta.

«Gentile signora, gentile signore, cari utenti, al Policlinico Di Ponte e Zingonia, da più di 84 mesi non si rinnova il contratto di lavoro dei dipendenti. Lo stipendio degli operatori sanitari non medici è fermo al dicembre dell’anno 2007». Lunedì mattina 11 gennaio i numerosi utenti che hanno varcato i cancelli degli Ospedali di Ponte San Pietro e Zingonia hanno ricevuto una lettera che iniziava così, a spiegazione del presidio che i lavoratori stavano attuando per chiedere la firma di un nuovo contratto e del pagamento degli arretrati dovuti al personale non sanitario che ammontano a circa 6.000 euro per ogni dipendente.

«La cosa che maggiormente esaspera i dipendenti delle strutture è che nell’ultima rilevazione, quella del 2014, i bilanci delle aziende sanitarie private sono stati chiusi “col botto”: alla Castelli l’utile di bilancio è stato +112.27 sull’anno precedente; a Ponte e Zingonia +82.52; alla Habilita +46.81; alla Gavazzeni +46.19. Quarenghi ha chiuso sostanzialmente stabile, ma con il maggior utile in rapporto al fatturato. L’utile totale dell’esercizio 2014 per la sanità privata bergamasca è stato di quasi 19 milioni e mezzo di euro» commentano i sindacati.

«I presidi voluti dal coordinamento sanità privata della Cisl funzione pubblica di Bergamo – spiega Gilberto Milesi, componente del coordinamento sanità privata -, nelle strutture sanitarie del Gruppo San Donato, Policlinici San Pietro e San Marco, hanno rapito e non poco la curiosità degli utenti, tra tripudio di bandiere, volantini e lettura a raffica di comunicati di denuncia e protesta, per un contratto, quello nazionale, fermo al dicembre 2007 e che in bergamasca interessa 2.600 operatori sanitari non medici, 15.000 in Lombardia, 150.000 in tutta Italia. E mentre vantano arretrati giunti per accumulati ritardi a 6.000 euro, le strutture sanitarie private di Ponte e Zingonia, ampliano e ristrutturano conseguendo utili, continuano con la scusa della crisi a non onorare quanto costituzionalmente garantito».

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