Benvenuto Pancho, il rinoceronte bianco
al parco faunistico «Le Cornelle» - Video

Ha 10 anni, arriva da Atene ma è di Budapest, ed è una bellezza rara: al parco faunistico Le Cornelle di Valbrembo è arrivato Pancho, il rinoceronte bianco.

Ha 10 anni, arriva da Atene ma è nato a Budapest. Ed è - letteralmente - di una bellezza rara. È Pancho, il rinoceronte bianco appena arrivato al Parco Faunistico Le Cornelle.

Pancho è un mammifero speciale, l’aggettivo «bianco» non indica il colore della sua pelle ma deriva da un errore di traduzione del termine olandese «weit» con «white» mentre in realtà si voleva intendere «wide» ovvero «ampio» in riferimento alle dimensioni della bocca. Il colore del carnato, infatti, è giallastro e quanto alle dimensioni, è davvero molto grande: dopo l’elefante è il mammifero terrestre più grande al mondo.

https://www.ecodibergamo.it/videos/video/benvenuto-a-pancho-il-rinoceronte-bianco_1036864_44/

Il carattere docile e calmo gli ha consentito di accettare senza alcun disagio il trasferimento. Pancho si è ambientato immediatamente nella sua nuova casa a Le Cornelle dove ha incontrato due suoi simili: Lara e Shanny, femmine di rinoceronte bianco arrivate al Parco rispettivamente nel 2011 e nel 2009. Le due femmine si sono dimostrate molto incuriosite dalla nuova presenza. Shanny, in particolare, ha iniziato a stuzzicare Pancho con piccoli atteggiamenti di sfida, intrattenendosi in simpatici momenti di gioco con lui. E chissà, magari scatterà anche l’amore e forse arriverà un piccolo Pancho, anche se l’accoppiamento non è un processo facile e la gestazione dura anche fino a 18 mesi. Nel frattempo, però, i tre esemplari si divertono insieme: corrono, fanno bagni di fango, dormono e mangiano cibandosi principalmente di erbe, foraggi, frutti (fino a 8-10 kg al giorno) e fieno (circa 10-15 kg ciascuno).

La sottospecie del sud, di cui fa parte Pancho, è tutelata e rappresenta una storia di successo. Ridotto a meno di 100 esemplari alla fine del 19° secolo, ad oggi conta circa 20.000 esemplari e questo anche grazie all’attività di parchi faunistici come Le Cornelle che prendendosene cura, li sottraggono alle mire dei bracconieri. A renderlo così «prezioso» e così in cerca di protezione è la caccia spietata al suo pregiatissimo corno, oggetto di culto per molti popoli e per singoli bracconieri che gli attribuiscono – erroneamente – proprietà curative e afrodisiache. Ai rinoceronti, invece, il corno serve come arma di offesa-difesa, per scavare radici o per spezzare ramoscelli per nutrirsi.

Come caratteristico per la sua specie, infatti, anche Pancho ha due corni (uno anteriore più grande e uno più vicino al cranio) e l’olfatto è il suo senso più sviluppato, mentre l’udito e la vista sono piuttosto limitati. A differenza dei rinoceronti neri, i rinoceronti bianchi, come lui, sono piuttosto socievoli e vivono abitualmente riuniti in piccole schiere di una decina di individui. Davvero impressionante è l’andatura al trotto con cui Pancho e le due femmine del Parco si muovono abitualmente. Un’andatura che, in caso di pericolo, può raggiungere velocità notevoli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA