Vita di montagna
tra incanto e avventura

«Per capire la neve c’è la scienza, e poi c’è la necessità di camminarci sopra». Francesco Casolo, milanese, in passato docente in uno «Ski institut» (liceo di montagna per i giovani delle nazionali di sci), lo spiega ne «I giorni della neve» (De Agostini) scritto a quattro mani con Michele Freppaz, valdostano, nivologo ed esperto di suoli d’alta quota. Partendo dal loro incontro casuale in un villaggio alpino a 1.600 metri di altezza - due padri a una festa per bambini - gli autori raccontano cos’è la montagna oggi, unendo vita quotidiana, osservazione scientifica, avventura, incanto romantico. Compongono un ritratto avvincente, senza nascondere criticità, pericoli, cambiamenti causati dal clima. Mostra poi il lato splendido e quello crudele delle scalate la storia di Luca Borgoni, morto a 22 anni sul Cervino, in Valle d’Aosta, raccolta dalla madre Cristina Giordana in «Portami lassù. Una storia vera di luce, amore e montagne» (Mondadori).

Luca aveva una grande passione per lo sport e soprattutto per la montagna. Si stava allenando per la scalata del Dhaulagiri, ottomila metri d’altezza. Sembrava che l’incidente avesse messo la parola fine, invece, per una bizzarra serie di coincidenze, nello stesso anno un’eroica staffetta di scalatori ha portato una sua foto sulla vetta tanto agognata. Una testimonianza di solidarietà e coraggio. Ponte alle Grazie, infine, ripropone nella collana Passi «Frêney 1961» di Marco Albino Ferrari, bestseller della letteratura di montagna, sulle vicende della drammatica scalata del Pilone Centrale del Freney a cui partecipò Walter Bonatti. In questa nuova edizione si trovano foto, documenti inediti e una nuova postfazione dell’autore.

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