Il piacere di leggere
Martedì 11 Agosto 2015
Sapessi quanto è strano
trovare un muro a Milano
Milano come Berlino, la Sicilia come il Nord Italia e la guerra del Golfo come la chiave di volta per un nuovo assetto del mediterraneo e del Medio Oriente.
Tutto ciò nell’ebook «Il muro di Milano» di Francesco Dessolis, edito Soldiershop. La storia, per la fertile fantasia di Dessolis, diventa una variopinta girandola da ruotare a piacimento in ogni direzione. In una parola Ucronia, ossia il racconto di eventi storici mai accaduti ma possibili, in pratica ciò che poteva essere ma non è stato. Dessolis, che è un veterano del genere, autore di diversi racconti e romanzi, si è sbizzarrito immaginando come punto di partenza per la sua storia alternativa il fallimento della spedizione dei Mille. Da quel momento gli eventi prendono una nuova piega e l’Italia procede divisa in due: al Nord re Umberto I con tutte le grane di un progetto rimasto a metà, tanti nemici attorno e poche risorse; al Sud invece Francesco I, forte del sostegno inglese, pone le basi per la prosperità del regno e la sua espansione nelle terre d’Africa.
La Prima guerra mondiale vede l’Italia settentrionale al fronte assieme a Francia e Inghilterra contro la Germania e l’Austria. Resta neutrale, inizialmente, l’Italia meridionale che fa soldi con le armi e poi nel 1918 decide di dare man forte agli alleati contro gli imperi centrali. La vittoria però non soddisfa gli italiani, in particolare il Nord dove disordini e debolezze governative sfociano nell’iniziativa di Mussolini che marcia su...Torino. La Seconda guerra mondiale vede Nord e Sud d’Italia su fronti opposti: i fascisti settentrionali capitolano all’arrivo dell’Armata Rossa e nasce la Repubblica popolare di Padania; il Sud - l’Italia federale - invece è rimasto dalla parte degli alleati e beneficia di investimenti e sviluppo.
Questa lunghissima premessa soltanto per capire dove ci ha portati l’inventiva di Dessolis, infatti il racconto vero e proprio inizia nel 1990 col botto: la strage di Capaci. Un attentato al quale il re Ruggero IV di Sicilia scampa per un soffio grazie ad una provvidenziale telefonata della principessa Costanza, moglie dell’algido principe Carlo (in realtà devotissimo alle grazie dell’amante Lady D). Chi vuole la morte del re? I servizi segreti inglesi? La mafia che non esiste? La macchina narrativa di Dessolis corre veloce attraverso i fatti e i personaggi pescando nelle cronache distorte degli anni ’80 e ’90 per offrirci una spy story densa di colpi di scena e intrighi di respiro mondiale.
Infatti siamo alla vigilia di due avvenimenti ormai maturi: la guerra del golfo e l’unità d’Italia attraverso l’operazione Garibaldi. Saddam Hussein vuole mettere le mani sul Kuwait e gli USA lo attendono al varco, mentre i poteri forti d’Italia intendono dare la spallata definitiva alla vacillante Repubblica padana per compiere il disegno unitario. A ingarbugliare la matassa degli occulti tessitori, ci sono l’indomita principessa Costanza e l’ardito e ardente Karim Santoro, agente segreto dei Servizi difesa libertà dell’Italia meridionale. Saranno loro due, animati da alti ideali e comune passione, a imprimere alla ruota della storia un nuovo verso, con sviluppi capaci di modificare equilibri internazionali e sventare guerre già programmate.
Detto ciò, la qualità letteraria del racconto non è certo ai livelli di un Umberto Eco e neppure di Ian Fleming, ma è una lettura agile, dove tutto scorre piacevolmente fra scene d’azione e dialoghi che hanno il non facile compito di abbozzare inediti scenari storici e sociali. Il tutto arricchito da citazioni di personaggi scopertamente storpiati - il cavaliere Berluscotti, la pasionaria unionista Irene Piva, il comunista Umberto Bassi, il barone Crexi - e cameo irresistibili: Kennedy che pronuncia il suo storico discorso davanti al muro esclamando «mi sun de Milan!» oppure i «sassolini» del senatore Cossega scagliati contro l’invadente governo inglese. Vi troverete più di una volta a sorridere di alcuni paradossi e delle invenzioni di Dessolis, che si riconferma un abile conoscitore di cronaca e storia e ancor di più un originale riassemblatore. Da lettore nordista, mi sarebbe piaciuto vivere con maggiori dettagli la caduta della Padania comunista e il trionfo di Berluscotti. Ma l’idea delle due Italie è tanto suggestiva che immagino troverà nuove declinazioni: nell’infinito libro delle ucronie c’è sempre posto per nuove pagine.
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