Il piacere di leggere
Lunedì 05 Luglio 2021
L’avanzata populista
minaccia alle istituzioni
«Democrazie populiste» è il titolo del nuovo saggio di Paolo Corsini, con sottotitolo «Storia, teoria, politica», ovvero le tre arcate che modulano l’architettura del volume, dedicate alle ragioni storiche, concettuali e politiche del populismo.
Un fenomeno complesso e controverso (specie nella declinazione nazional-sovranista), che l’autore – già docente di Storia Moderna all’Università di Parma, deputato, senatore, sindaco di Brescia, presidente dell’Associazione Italianieuropei – scandaglia qui con l’acribia dello studioso e l’esperienza del politico. Da studioso, Corsini analizza tratti comuni e diversi nei vari contesti storici e geografici di populismi proteiformi che possono essere di marca conservatrice, ma pure progressista, tra degenerazioni illiberali e tensioni radicali, allargando lo sguardo alle tipologie del populismo in Russia, negli Stati Uniti, in America Latina, in Francia. Da politico, indica profili e strategie più o meno convincenti dei populisti di casa nostra, pesandone le tendenze xenofobe e il bisogno di consenso.
Una duplice riflessione che mostra come l’avanzata dei populismi minacci sì il futuro delle istituzioni liberali, ma ne palesi pure i non pochi errori che ripete. Indicando al contempo molteplici «ragioni dell’affermazione populista» riconducibili ora alla crisi delle promesse democratiche dell’Europa, ora alla globalizzazione neoliberista, ora ai fenomeni immigratori. Evidente nella sintesi di Corsini il grande bisogno di nemici per la tenuta del fenomeno populista (nemici che possono essere via via la globalizzazione, l’Europa, le élites, i poteri forti e naturalmente gli immigrati), come pure di ricette economiche semplici (il protezionismo). Senza dimenticare la capacità di mimetismo, almeno in certi frangenti, di non pochi suoi alfieri. Ne conseguono derive più o meno accentuate dove non ci sono spazi di mediazione tra leader e popolo, manca qualsiasi dibattito interno ai partiti, dove trionfano autoreferenzialità e sorgono muri rassicuranti.
Si configura così un populismo che è sempre sfida al sistema parlamentare: in questa prospettiva, a rischio di crisi e compromissione sono gli assetti che hanno garantito nella maggior parte dei Paesi una reale democrazia, costituzionale e rappresentativa, se non lo stesso progetto della modernità, intesa come emancipazione nella libertà e nell’uguaglianza.
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