«Quando, sulla spiaggia di Sabaudia, col tuo costume rosso gocciolante, uscisti dall’acqua e mi accorsi che la tua voce non era più quella di una ragazzina, era adulta, io ti amai immediatamente, perché nello stesso istante in cui ti vidi e ascoltai la tua voce riconobbi il nostro amore». La storia di Ernesto e Carla incomincia così, mentre entrambi sono ancora due ragazzini impacciati, incapaci di prendere le misure dei sentimenti.
«La fragile bellezza del giorno» di Giorgio Montefoschi raccogliendo gli echi dei Diari di Musil e dei racconti di Katherine Mansfield, in un coinvolgente gioco letterario, scava profondamente in questo incontro. Ne racconta lo sviluppo denso di svolte, restituendo a ogni pagina lo splendore e insieme la precarietà dell’amore: sguardi, gesti, umori, la fatica di tradurre in parole qualcosa di grande, che li trascende.
«Quando mi dicesti – scrive Montefoschi – che eri felice di vivere il momento ricco che vivevamo e mi chiedesti se ero felice anch’io, e io ti risposi di sì, cos’altro affermavamo, entrambi, se non la bellezza, calata nel tempo, del nostro amore?».
Ernesto, anziano scrittore, quando sua moglie Carla è morta ha smarrito se stesso, è diventato del tutto incapace di vivere. Lo scuotono i suoi figli, lo costringono a lasciare l’esilio della casa in campagna dove si era rinchiuso. Lui, di malavoglia, si rimette in movimento. Incontra una donna giovane, inizia una nuova, inaspettata relazione. Ma questi abbracci tardivi sono solo uno specchio nel quale trova una nuova forma il passato che ancora gli ribolle dentro. Ernesto cerca di ricomporre quel rapporto «interrotto» da una rapida malattia e alla fine, a modo suo, lo ritrova. Torna sulle tracce della donna che ha perso. Si rimette a scrivere, riordinando i ricordi, e le sue pagine – con un nuovo gioco di raddoppio dei piani di narrazione – regalano al lettore un percorso di conoscenza impetuoso come un fiume, incalzante, a volte doloroso, pervaso da una intensità drammatica a tratti insostenibile.
Questa storia d’amore diventa per Montefoschi un luogo simbolico dove cercare il senso della vita, del trascorrere del tempo, della felicità, delle cose che finiscono e che vorremmo trattenere.
Sabrina Penteriani
Giorgio Montefoschi
La fragile bellezza del giorno
Bompiani, pagine 222, euro 17© RIPRODUZIONE RISERVATA