«Il figlio» di Meyer
Saga ben fatta

La saga dei McCullough diventa una storia del West Texas, dalla prima metà dell’800 al 2011. Ma, anche, un paradigma della storia americana, se non della storia umana tout court. In cui violenza e legge del più forte regolano i rapporti fra uomini e popoli.

«Il figlio», di Philipp Meyer (Einaudi, pp. 553, euro 20) è stato celebrato dalla critica d’oltre oceano come «un grande romanzo americano», se non «il miglior romanzo americano di questo secolo».

La rappresentazione della violenza, senza eufemismi o censura, ha fatto fiorire i paragoni con CormacMc Carthy. Il cui «Meridiano di sangue», in effetti, non passa poi così lontano.
V. G.

© RIPRODUZIONE RISERVATA