Il dramma della droga e due vite a confronto

AL CIRCOLINO. Martedì sera 30 maggio Emanuele Galesi presenta «Sei tu il figlio»: il rapporto con un padre e la sua tossicodipendenza tra amore e morte.

Un romanzo da leggere tutto d’un fiato, come tutto d’un fiato scorrono davanti agli occhi del lettore le vite dei due protagonisti. Un padre, tossicodipendente e malato di Aids, e il figlio che si ritrova ancora una volta a occuparsi di lui durante i suoi ultimi mesi di vita. L’ennesimo ospedale, l’ennesima caduta, diventano per il figlio l’occasione di ripercorrere e ritrovare il rapporto con il padre, in un romanzo scritto con sapienza, in cui presente e passato si intrecciano in maniera riuscita.

È questo «Sei tu il figlio», il romanzo di Emanuele Galesi edito da Piemme, che martedì 30 maggio verrà presentato alle 20.45 nella sala civica del Circolino di Città Alta: ingresso libero con prenotazione su Eventbrite.

Autobiografico, ma non solo

Dopo avere pubblicato nel 2015 l’Atlante dei Classici Padani, un viaggio nel paesaggio del Nord Italia scandito dalle fotografie di Filippo Minelli, Galesi ha vinto con la sua prima opera di narrativa la decima edizione del Premio letterario Angelo Zanibelli.

«È un libro autobiografico, in cui però si inseriscono degli elementi di fiction – dice Galesi -. Non volevo pubblicare un diario di ciò che era successo a mio padre e alla mia famiglia, ma volevo realizzare un’opera più universale, che avesse la forza, la complessità e la struttura di un romanzo. I riscontri che sto avendo mi fanno pensare di esserci riuscito, molte persone mi dicono di essersi ritrovate in ciò che racconto, anche se non hanno vissuto le stesse situazioni. Certi temi, come i rapporti coi genitori, l’amore o la morte, travalicano le singole esperienze».

Il lavoro di scrittura e rifinitura è durato a lungo e il risultato è un libro in cui la lingua è precisa, misurata, ricca di immagini che portano il lettore dentro le scene raccontate. In questo senso, è un romanzo cinematografico.

L’altra cifra stilistica è l’ironia che scorre nelle pagine, un’ironia in grado di cambiare la prospettiva anche nei momenti più difficili. «È la stessa ironia che mi ha consentito di superare alcuni momenti veramente assurdi. Credo che anche per il lettore questo tipo di sguardo narrativo sia importante, nel senso che non lo appesantisce con la drammaticità delle vicende».

La tragedia dell’eroina

Galesi, scrittore, giornalista (già redattore del Giornale di Brescia) e maestro di scuola primaria, offre dunque uno sguardo inedito sul problema della tossicodipendenza, raccontata attraverso l’esperienza del figlio di un uomo che ha visto la propria esistenza travolta dall’eroina, arrivata come un’onda negli anni Settanta e ancora presente nella nostra società.

Ma l’autore, nato nel 1980, ci parla anche di corpi, della montagna vissuta come un’ossessione e dell’arte come mezzo per rapportarsi col mondo. Quest’ultimo elemento traspare nella vicenda collaterale a quella principale, in cui il protagonista cerca di ricostruire la vita di un pittore misconosciuto per organizzare una mostra in suo onore. «È una storia nella storia, mi serviva per allargare lo sguardo e fare da contrappunto alla vicenda di mio padre. In fondo, anche per me l’arte, il cinema e la scrittura sono modi per vivere la vita, aggirandola» spiega.

Gli altri appuntamenti

Dopo la serata con Galesi, la Cooperativa Città Alta ha in programma altre presentazioni di libri sempre nella sala civica. Martedì 6 giugno alle 17,30 tocca a Sara Locatelli con «Noci, albicocchi e due quinti di luna», giovedì 8 giugno alle 20.45 il ritorno di Giampaolo Simi con «Sarà assente l’autore», imperdibile per la sua tagliente ironia. Il 15 giugno, infine, sempre alle 20.45 tocca a Simona Baldelli e il suo «Il pozzo delle bambole», un bellissimo racconto dell’Italia dal dopoguerra al boom economico visto con gli occhi della piccola Nina.

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