Dall’Asia a Youtube
gli usi dei nuovi ricchi

Quando gli Young arrivano a Londra sfiniti dopo un volo di 16 ore da Singapore e si presentano all’hotel Calthorpe per occupare la suite molto esclusiva che hanno prenotato, l’addetto alla reception li caccia via, intimorito dall’effetto che quella disordinata famiglia cinese (tre donne e un numero imprecisato di bambini molto chiassosi) potrebbe avere sui clienti abituali, ricchissimi, nobili e snob.

Basta una telefonata, però, e pochi minuti dopo è costretto a ricredersi: gli Young hanno comprato l’intero hotel, e ora è il loro turno di metterlo alla porta. Incomincia così «Asiatici ricchi da pazzi» di Kevin Kwan (Mondadori), primo volume di una serie brillante, che ha già un seguito: «La fidanzata cinese». Una commedia vivace e leggera, ben scritta, in cui però gli intrecci sentimentali e dinastici sono soltanto un pretesto per raccontare usi e costumi dell’alta società asiatica, con tutti i suoi eccessi. Kwan lo fa con ironia graffiante, da una prospettiva insolita, in grado di smontare i pregiudizi più diffusi.

Ancor più corrosiva è la satira «classica» di Joyce Carol Oats che nella sua «Epopea americana» (quadrilogia, edita da Il Saggiatore) dissolve i colori del sogno in una commedia nera, e in particolare racconta «I ricchi» mettendo a nudo il volto oscuro degli ideali di democrazia e di progresso, delle «magnifiche sorti e progressive». I nuovi ricchi di oggi, disprezzati da molti e invidiati dai più, sono infine quelli che hanno fatto fortuna con il web: e sottintesa al curioso manuale «Illuminati Crew. Come diventare ricchi con Youtube» (Mondadori Electa) c’è l’interessante descrizione di uno spaccato sociale, di uno stile di vita fondato sulla popolarità e sui «like». 

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