Philip Marlowe è uno di quei personaggi che non muoiono mai. Ci piace immaginare l’ispettore rude e solitario creato da Raymond Chandler seduto nel suo ufficio, con la sua pipa e il bicchiere di whiskey pronto sulla scrivania.
Gli appassionati di gialli «hardboiled» hanno ormai consumato le pagine de «Il grande sonno», «Addio mia amata», «Il lungo addio». In libreria però c’è «La bionda dagli occhi neri» (Guanda) di John Banville, scrittore irlandese che ha vinto il prestigioso Booker Prize nel 2005 e che qui si firma (anche) con uno pseudonimo, Benjamin Black, che segna un ritorno in grande stile di Marlowe.
Banville riesce a restituire in forma smagliante il personaggio e le atmosfere di Chandler. La storia è ambientata a Los Angeles e Marlowe viene ingaggiato da una bionda signora per ritrovare l’amante scomparso.
Intanto Adelphi ripropone ne «I Maigret 3» alcuni dei più bei racconti di Simenon che hanno per protagonista il celebre commissario dall’indole burbera, anche lui grande bevitore e accanito fumatore di pipa. E se Anthony Horowitz con il suo «La casa della seta» (Mondadori) ha riportato sulla breccia Sherlock Holmes, in un romanzo appassionante approvato dagli stessi eredi di Conan Doyle, ci sono buone notizie anche per chi aspetta il ritorno di Hercule Poirot, intramontabile personaggio di Agatha Christie, detective compassato ed elegante. A firmare le sue nuove avventure, anche qui con l’approvazione degli eredi, sarà un’autrice doc di thriller psicologici, Sophie Hannah.
Sa. Pe.
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