Anni ’70, epopea travolgente
di tre universitari fuorisede

Chi ha vissuto, in età sufficientemente consapevole, gli anni Settanta, non può perdere l’ultimo libro di Francesco Recami: «L’educazione sentimentale di Eugenio Licitra» (Sellerio). Lettura godibile, nutritiva, affascinante per tutti: ma chi, nel ’76-’77 e limitrofi, era giovane e studente, o comunque vivo e vigile, si troverà immerso in un Amarcord irresistibile, per certi versi tenero e commovente. Eugenio è un Frédéric Moreau de noantri: non viene da Nogent ma dal sud del nostro Sud (Ragusa). Non vive la sua Educazione nella Ville Lumière, ma a Firenze, dove si è iscritto a Filosofia.

È il prototipo dello studente fuorisede della provincia meridionale: attraverso di lui si viene calati nel mondo degli appartamenti condivisi, frigo a zone, turni in bagno, cassa comune per la spesa, telefono a lucchetto. Con i coinquilini Loris (Filosofia) e Sandro, detto il Saggio (Medicina), formerà un trittico di picari un po’ sgangherati, sentimentali e idealisti (ciascuno a suo modo), destinati a avventure e rovesci. Attraverso le loro gesta, la loro morettiana inazione (quanto fumo di sigarette in cucina!), le loro illusioni/delusioni, aspettative/frustrazioni, si disegna un largo affresco storico non di Parigi e della Francia ’48-Secondo Impero, ma di Firenze e dell’Italia tra ’76 e ’77 (con puntate extra, come nella Spagna delle prime elezioni democratiche post-franchiste). Grande storia sempre filtrata attraverso vite e punti di vista concreti, individui, in primo luogo dei tre giovani fuorisede (che arricchiscono la scena, anche, della nostra inesauribile, poliedrica varietà regionale, con inevitabili risvolti gastronomici: Sicilia, Romagna, Puglia…).

Nella vita di Eugenio si intrecciano, mal districabilmente, «impegno» politico, prim’anno di Università, iniziazione amorosa. Il Ragazzo (così, per antonomasia, nel testo) legge «Porci con le ali» e «Krisis» di Cacciari, ascolta Tozzi e Sorrenti, vede «Ultimo Tango a Parigi» e «Taxy Driver» (restandone folgorato, immaginando, a più riprese, di essere Travis), viene raggiunto dalla notizia della morte di Francesco Lorusso, costeggia/partecipa il mondo dei gruppuscoli della Sinistra extraparlamentare (per cui la Fgci era troppo «di Destra»). Vive, soprattutto, la sua dose di prime volte decisive, fondanti, impressive. Tali da muovere, in tutti quelli che ci sono passati, un misto di tenerezza, nostalgia, identificazione, syn-patia.

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