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Giochi e tecnologie
Sabato 11 Luglio 2015
Meno tablet e più personal computer
Si inverte il trend: e tu cosa preferisci?
Invertendo un trend che andava avanti da anni, nel 2014 in Italia le vendite dei pc sono aumentate e quelle dei tablet sono diminuite.
I pc insomma, che sembravano destinati al modernariato, come vecchietti capaci di un inaspettato colpo di reni hanno raggiunto i device più «giovani». Più semplici da usare? Permettono di compiere operazioni, come la stampa di documenti o la scrittura di testi e mail, in maniera più semplice? Difficile dire perché.
Il mercato dei notebook è salito, toccando i 982 milioni di euro (+10,3%; 3,5 mln di pezzi), mentre quello delle tavolette è sceso, arrivando a 985 milioni di euro (-13,2%; 3,1 mln di pezzi).
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Lo rivela il Rapporto 2015 di Assinform (Associazione nazionale delle principali aziende di Information technology), presentato all’Expo. Nel complesso, comunque, il mercato italiano dei personal mobile device (come Pc, tablet, smartphone, e-reader) è in calo.
Il trend negativo, già in atto, è proseguito dal 2013 al 2014, con un -3,3%, attestandosi su un valore complessivo di 5.705 milioni di euro. Questo perché l’aumento del comparto Pc - che ha riguardato anche quelli da tavolo, 510 mln di euro; +5,2%; 1,5 mln di pezzi venduti - «non è stato sufficiente a controbilanciare il calo degli altri segmenti, in particolare quello dei tablet».
Per i pc, l’incremento delle vendite è dovuto soprattutto «alla cessazione del supporto al sistema operativo più presente sul mercato, che ha indotto la domanda business ad aggiornare il parco», mentre i tablet pagano la «saturazione del mercato».
Allargando lo sguardo al settore complessivo dell’Ict (Information and communication Technology), il 2014 registra un calo dell’1,4% (per un volume di affari di 64.234 milioni euro) che è inferiore a quello degli anni precedenti: -4,4% nel 2012/13.
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«Le previsioni - spiega Assinform - sono di una crescita dell’1,1% a fine 2015». Questo grazie al segni positivi di software e soluzioni di nuova generazione (+ 4,2%), dei contenuti digitali e della pubblicità online (+ 8,5%), dei servizi di data center e cloud computing (+37%), dell’e-commerce (+17%).
Riguardo i contenuti digitali, «il comparto della musica è ormai un business in gran parte basato sul digitale (38%) così quello dei quotidiani, con una diffusione di copie digitali (a pagamento) che ha raggiunto il 13% del totale».
Nel complesso «gli acquirenti online italiani hanno compiuto in media più di un acquisto al mese nel 2014» con «oltre 200 milioni di transazioni nell’intero 2014»: «Il fenomeno più significativo segnalato dal Rapporto - spiega Assinform - è la ripresa degli investimenti in Ict nel 2014 da parte dei più importanti settori dell’economia italiana», dall’industria manifatturiera (+ 0,6% su base annua) alle banche (+1,1%), alle assicurazioni (+1,5%).
Però, «alla chiamata sull’innovazione non ha ancora risposto la Pubblica amministrazione per la quale, invece, è proseguita la contrazione degli investimenti in Ict: Pa centrale -2,6%, Pa locale -2,1% e Sanità -2,2%».
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