Fondazione Pesenti / Bergamo Città
Giovedì 21 Novembre 2024
Il giusto sostegno alle comunità fragili e nelle crisi, ovunque
Da Bergamo, in Italia e nel mondo. La Fondazione Pesenti è una presenza sicura e affidabile al fianco di organizzazioni umanitarie, adoperandosi per un cambiamento tangibile nella vita delle persone
Una seconda anima della Fondazione Pesenti è legata ai progetti filantropici che da vent’anni porta avanti sia sul territorio nazionale che internazionale.
Il primo aiuto in Sri Lanka
Fondazione Pesenti nasceva un mese prima del violentissimo tsunami che colpì lo Sri Lanka nel 2004. Quella fu la prima crisi in cui mise in campo le proprie forze per dare supporto alla comunità colpita da uno degli eventi naturali più catastrofici dell’epoca contemporanea, con un bilancio di oltre 230mila morti. Dal 2007 iniziava poi a prendere forma il progetto di realizzare un centro di formazione professionale per i ragazzi dello Sri Lanka, precisamente a Metiyagane. «La tragedia dello tsunami è stato solo lo spunto per dare avvio all’iniziativa che ha portato la Fondazione a realizzare il centro di formazione – aveva dichiarato allora il presidente, Giovanni Giavazzi –. Ci si è posti l’obiettivo di istruire e creare una vera classe intermedia, che nello Sri Lanka non esiste, per ricostruire la società». Il «Vocational Training Center», completato nel 2010, è stato realizzato da aziende del posto e donato ai Salesiani che operano nel Paese dal 1956. Costituito da un collegio con sale per le attività didattiche, da una mensa e da una palestra, è riuscito ad ospitare un centinaio di ragazzi da formare principalmente in ambito edile, viste le esigenze della società.
«Sguardo aperto al mondo, radici nel territorio»
Da Bergamo, all’Italia e al mondo. Si contano 33 progetti che la Fondazione ha avviato per un importo totale in termini di donazioni di 12milioni di euro. La lista dei Paesi in cui opera è lunghissima. In Guinea Bissau, sostenendo la costruzione di una nuova scuola dei padri Oblati, insieme alla realizzazione di un centro nutrizionale a Farim, che segue circa 2.000 bambini e le rispettive mamme in un’area colpita da denutrizione infantile.
E ancora In Togo con l’Associazione Piccoli Grandi Cuori Onlus dove partecipa al progetto di realizzare una scuola nel villaggio di Amakpapè. Sempre in Africa è attiva in Burkina Faso, Costa d’Avorio, Malawi, Marocco, Mozambico, Senegal, Sierra Leone e Sud Sudan. Ha mostrato il suo supporto a fianco di organizzazioni umanitarie dimostrando la propria sicurezza e affidabilità in ogni tipo di crisi e area, dall’Afghanistan, all’Albania, dal Brasile all’Ecuador, dall’India al Nepal, dalla Bosnia ad Haiti.
La Fondazione ha da sempre uno sguardo internazionale ma mantiene il legame profondo con il territorio: «Siamo nati a Bergamo, quindi le radici e il nostro legame col territorio sono fortissimi. Nei mesi terribili della pandemia abbiamo raccolto fondi per sostenere gli ospedali, acquistare macchinari e dispositivi sanitari dalla Cina alla Svizzera – ha dichiarato Carlo Pesenti in una recente intervista al quotidiano –. Abbiamo fatto produrre da aziende del nostro network mascherine e camici allora introvabili. Per l’alluvione di settembre, abbiamo partecipato al Fondo di solidarietà del Comune (con una donazione di 30mila euro, ndr)e per il 26 novembre, in occasione della cena per i nostri primi 20 anni, abbiamo organizzato un fundraising dedicato a questa emergenza».
Per quanto riguarda il capitolo dell’epidemia da Covid-19 uno dei contributi più significativi, tra i tanti, è stato la costruzione dell’ospedale da campo degli Alpini a Bergamo: una struttura temporanea realizzata in tempi record e che ha permesso di alleggerire la pressione sugli ospedali sovraffollati della città. Accanto a questo anche l’iniziativa «Abitare la Cura», un progetto innovativo in collaborazione con Caritas, Confindustria Bergamo e L’Eco di Bergamo che aveva come finalità principale quella di liberare posti letto all’interno delle strutture ospedaliere gravemente colpite dall’emergenza Covid-19 e di aiutare le famiglie che non potevano gestire il periodo di quarantena nella propria abitazione.
Attenti al fattore “dimora”
Una delle iniziative più recenti è la collaborazione avviata con il Patronato San Vincenzo, che si è concretizzata in un piccolo villaggio dove trovano casa 150 stranieri che hanno lasciato la residenza centrale al momento in fase di ristrutturazione. Sono sistemati in 20 container (in affitto per 18mesi) con letti a castello e armadi più altri quattro attrezzati con bagni e docce. Con il contributo di 100mila euro la Fondazione Pesenti ha coperto le spese per i primi quattro mesi dell’ospitalità, che è anche il frutto di quella cura che don Davide Rota e gli educatori portano avanti.
Accanto a questo progetto la Fondazione è anche al fianco di una seconda comunità: SaraCasa, servizio che si trova presso Casa Padre Aldo in via Barelli nel quartiere di Monterosso. Qui dal 2016 trovano accoglienza mamme con i propri bambini che stanno vivendo situazioni di temporanea precarietà abitativa in seguito alla perdita di lavoro e alla difficoltà di pagare mutui o affitti. Al momento sono una ventina gli ospiti, tra mamme e minorenni, per un totale di 8 nuclei famigliari.
Le donne a SaraCasa arrivano inviate dai servizi sociali che costruiscono con le operatrici e le utenti un progetto in cui le donne devono essere protagoniste. Con questo servizio Caritas cerca di offrire una risposta ad un fenomeno che da anni osserva e monitora: quello cioè legato alla fragilità delle donne italiane e/o immigrate, sole o con figli minori.
C’è poi un filo rosso invisibile, simbolo dell’amore che lega Fondazione Pesenti all’associazione Medici con l’Africa Cuamm con cui Carlo Pesenti ha dichiarato avere «una relazione molto forte, per sostenere l’aiuto formativo e il supporto medico nei Paesi dell’Africa che oggi sono in forte difficoltà, in alcuni casi in situazioni drammatiche». Come racconta il direttore dell’associazione, Don Dante Carraro, la risposta quando c’era bisogno di aiuto, sia con lo scoppio della pandemia di Covid-19, che negli anni successivi non si è fatta attendere.
La Fondazione ha donato all’associazione 100.000 euro all’anno a partire dal 2021, che sono stati utilizzati per supportare la Scuola di Ostetriche di Lui in Sud Sudan, sostenendo i costi per l’acquisto e l’aggiornamento del materiale informatico utilizzato per la formazione degli studenti, oltre a coprire i costi operativi della scuola. La donazione è servita anche per l’organizzazione della campagna di vaccinazione contro il Covid-19 nel distretto di Pujehun in Sierra Leone e per l’acquisto di dispositivi di protezione personale, attrezzature sanitarie e forniture necessarie per i centri sanitari.
Guardando ai drammi più recenti la Fondazione è anche intervenuta, attraverso Unhcr (l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di proteggere e assistere i rifugiati) con rilevanti contributi finalizzati al sostegno delle popolazioni che hanno subito la violenza della guerra in Ucraina. Sostanziale è stato anche l’intervento a favore delle persone coinvolte dal terribile terremoto in Turchia e Siria, aderendo alla raccolta di Unhcr attraverso risorse proprie e fondi raccolti tra le aziende e il personale del Gruppo Italmobiliare.
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