Sul sito di L’Eco di Bergamo trovate questa lunga testimonianza del Dottor Daniele Macchini, medico dell’Humanitas Gavazzeni, che spiega bene la situazione ospedaliera di Bergamo in questo momento.
È un racconto a tratti drammatico, che però fotografa anche il senso del dovere e della responsabilità del personale ospedaliero da quando a Bergamo e in tutta la Lombardia è scattata l’emergenza per il Coronavirus. Un’emergenza in crescendo, che ha costretto il Governo a prendere misure via via più restrittive, come quelle degli ultimi Decreti degli scorsi giorni.
Bastano queste due premesse per affermare che questo è il momento del senso civico, da parte di tutti. Se i medici e gli infermieri stanno facendo il loro dovere, se le donne e gli uomini delle istituzioni cercano le soluzioni migliori al problema – che, lo ricordiamo, non è solo la diffusione del COVID-19 ma anche la capacità di ricezione dei contagiati da parte di un sistema sanitario al collasso – se i giornalisti hanno trovato la giusta misura per raccontare l’epidemia, allora è compito dei cittadini a questo punto, e mai come ora, comportarsi da cittadini.
Cosa significa ciò? Prima di tutto assumere il maggior senso di responsabilità possibile. Non sottovalutando il fenomeno e neppure drammatizzandolo troppo, per tutelare psicologicamente le persone che abbiamo vicino (gli adulti, e soprattutto gli anziani e i bambini). Dobbiamo prenderci cura uno dell’altro e riscoprire la ricchezza della fratellanza e della solidarietà contro l’individualismo dei nostri tempi. Quell’individualismo che c’era già prima del Coronavirus, e che adesso ora viene alimentato dall’angoscia per un fenomeno di cui non conosciamo veramente i contorni – come spiega bene il filosofo Umberto Galimberti nel video qui sotto.
Un senso della misura all’insegna della serietà è l’altro comportamento di cui abbiamo bisogno, mai come ora. E serietà significa rispetto delle prescrizioni del Ministero della Salute e dei DPCM, secondo quel buon senso civile che è il collante di ogni comunità. Dunque, a costo di essere ripetitivi, ribadiamo in fondo a questo articolo le prescrizioni base, perché è giusto dirlo: venire meno a solo una di queste semplici regole significa creare un’occasione di contagio, che può realizzarsi o meno, ma che rimane un rischio inutile, pericoloso, stupido, che ora non possiamo permetterci.
#iorestoacasa
La prima regola fra tutte è quella di restare a casa, così da isolarsi dal contagio ed evitare a nostra volta di contagiare il prossimo. Non è difficile fare il proprio dovere, in fondo è quello che ci viene chiesto ogni giorno e che ogni giorno chiediamo agli altri, Coronavirus oppure no. È così che si fa la Storia, è così che dobbiamo fare la nostra, adesso. E ce la faremo.
“La Storia entra dentro le nostre stanze e le brucia / La Storia dà torto o dà ragione / La Storia siamo noi / Siamo noi che scriviamo le lettere / Siamo noi che abbiamo tutto da vincere e / Tutto da perdere” (“La Storia”, Francesco De Gregori)