Da due anni, il Comune di Solto Collina ha avviato un progetto di valorizzazione del territorio attraverso la realizzazione di alcuni itinerari escursionistici estremamente interessanti. Ideatore ed anima di questo progetto, «La Collina outdoor», è Gianluca Bonomini, programmatore e trailrunner per passione, che ha architettato una serie di percorsi tematici. Mi metto in contatto con lui: «L’idea di realizzare una serie di percorsi escursionistici è subito piaciuta sia alla Pro Loco che alle amministrazioni comunali dei tre paesi. Inizialmente i percorsi erano cinque, poi da quest’anno ne sono stati aggiunti altri quattro. Questi ultimi sono stati realizzati grazie alla collaborazione di Aldo Avogadri, appassionato naturalista nonché conservatore del museo di Scienze naturali di Lovere». Durante una mia recente scorribanda in queste zone avevo notato una accurata opera di segnalazione dei sentieri attraverso cartellonistica direzionale e pannelli informativi.
Chiedo a Gianluca conferme a riguardo: «Ho proposto itinerari che conosco bene perché ricalcano i miei percorsi di allenamento. Sono sentieri che per lunghezza, dislivello e percorribilità si adattano a tutti. Ogni percorso ha peculiarità diverse cosicché si possano provare esperienze sempre nuove». La cordialità di Gianluca e la mia curiosità mi spingono all’azzardo: «Credi sia possibile combinare un’uscita insieme in zona?» Detto, fatto! appuntamento in via Apostoli a Solto Collina, nel cuore del mese di agosto.
Il toponimo Solto Collina è da riferire al latino saltus inteso sia nel significato di “salto”, “balzo” ma anche “bosco”, “pascolo”, “passo”. Tutte interpretazioni che trovano riscontro non solo per la presenza del famoso Bögn, il salto di roccia a precipizio sul lago poco sotto il paese ma anche per la presenza di pascoli, boschi e di un’ampia sella spartiacque che separa il lago d’Iseo e la Val Cavallina.
Siamo in anticipo sull’orario di appuntamento, ne approfittiamo per curiosare tra le vie di Esmate e Solto Collina. La vita sembra scandita dai ritmi della natura, un senso di tranquillità pervade i nostri animi. Scopriamo angoli di ruralità dal sapore antico che conferiscono fascino a due borghi ancora indenni dal turismo massivo. Case di sassi e pietra che cingono strette viuzze, solidi portali di legno ed eleganti loggiati affacciati sul lago, solidi torrioni ed incantevoli chiesette. È raro trovare elementi stonati anche tra le dimore più recenti.
Il tempo stringe e ci rechiamo al punto di ritrovo. Avevo il presentimento che ci saremmo trovati di fronte ad un atleta ben allenato, pertanto ci presentiamo in assetto ultraleggero (uno zainetto e una sola borraccia al seguito). Scelta azzeccata perché, subito dopo le presentazioni, Gianluca parte spedito. Non faccio in tempo a dirgli che mi sarebbe piaciuto anche scattare anche qualche foto significativa che ci ritroviamo a zigzagare nel bosco: «Vi porto in un bel punto panoramico sul Bögn!» e, dopo una serie di slalom tra alberelli e arbusti spinosi, ci ritroviamo su un terrazzino roccioso con vista mozzafiato sul Bögn . «È quello che cercavo, perfetto!», e partono una serie di clic. Risaliamo al sentiero principale ed iniziamo a camminare lungo l’itinerario n° 2 «La Panoramica – Valle del Freddo» , un percorso ampio che consente di conoscere molte delle meraviglie del luogo.
Il primo tratto è una bellissima mezzacosta nel bosco di giovani carpini e roverelle con splendidi scorci sul Lago d’Iseo e sulla Corna dei Trentapassi. Camminiamo in direzione Nord, spediti, grazie al fondo molto scorrevole. Ogni incrocio è segnalato con cartelli rosa (ciascun itinerario è contraddistinto da un colore differente): impossibile perdersi! Gli argomenti di conversazione sono molti e ben presto ci ritroviamo in piena sintonia con Gianluca. Un paio di bivi invitano a scendere in riva al lago. Ho un attimo di esitazione: quelle placide acque sono un richiamo assai allettante, ma non è questo l’obiettivo di oggi! Il nostro comandante consiglia di tornare in un’altra occasione, muniti di costume e salvietta, per provare il percorso n°1 che conduce al lago, alla scoperta del Bögn. Ottima idea!
Tra una chiacchiera e l’altra ci ritroviamo nei pressi di una panchina con splendida vista su Castro e la Valle Camonica. Ora il percorso segue una pista forestale che abbandona la sponda del lago e scende in direzione di Pianico. La vegetazione cambia decisamente: il nocciolo e il frassino diventano protagonisti. Il sottobosco è pulito e l’erbetta rigogliosa crea un’atmosfera quasi fiabesca. Qualche esemplare di Boletus radicans suscita attimi di euforia … peccato, non sono porcini! Stiamo compiendo un percorso ad anello intorno ai monti Clemo e Na; buona parte dell’itinerario ricalca anche il sentiero CAI n° 565. Costeggiamo una grande recinzione al cui interno si scorgono, fuggiaschi, alcuni splendidi daini. Poco oltre il terreno diviene più sassoso e la vista di qualche faglia rocciosa rende l’ambiente più severo, ciononostante siamo circondati dai ciclamini che inebriano il nostro incedere.
Una serie di staccionate e di cartelli indica che siamo nei pressi della riserva naturalistica della Valle del Freddo: è una valletta che racchiude una dolina di tipo carsico. Grazie alla fuoriuscita di correnti fredde si crea un habitat di alta montagna assai insolito a queste quote (ci troviamo a 360m di altitudine!). Una particolare struttura del terreno fa sì che d’inverno acqua e neve penetrino nel sottosuolo dove vengono a contatto con ghiaia gelida che le trasforma in ghiaccio. Il detrito mantiene bassa la temperatura dell’aria che scorre al suo interno per poi fuoriuscire dalle bocche con temperature comprese tra i 2 e i 4 gradi. Tale fenomeno è molto marcato d’estate mentre nelle altre stagioni tende ad affievolirsi.
Questa zona balzò all’attenzione della comunità scientifica grazie ad un evento assai singolare: nel 1939 il botanico Guido Isnenghi, transitando per Piangaiano, notò una stella alpina (pregiatissimo fiore che cresce sopra i 1700 metri) sul cappello di un cacciatore. Costui sosteneva di averla raccolta poco lontano e indicò la zona. Con molto scetticismo il botanico si recò nel punto segnalato e poté constatare, con grande sorpresa, la presenza di stelle alpine e di altre specie botaniche tipiche dell’alta montagna. Da quel giorno numerosi ricercatori avviarono studi su questa località. Attualmente l’area è una riserva regionale protetta e l’accesso è consentito solo con visita guidata contattando la Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi: [email protected] (da maggio a luglio, il sabato e la domenica; l’ingresso non richiede prenotazione).
Sarà la suggestione ma, nonostante la torrida giornata agostana, abbiamo la netta sensazione di camminare al fresco! Il sentiero costeggia la valle del Freddo risalendo il versante Nord Ovest del monte Na, fino ad uno scollinamento nei pressi della chiesetta di S. Lucia, in territorio di Esmate. Questo è il tracciato di un’antichissima strada romana che permetteva di portare il minerale di ferro proveniente dalle cave della Val Seriana al porto di Riva di Solto.
Siamo in anticipo sulla tabella di marcia così Gianluca consiglia di andare a sbirciare un tratto del «Sentiero dei massi erratici» (itinerario n° 6) e del «Sentiero dei naturalisti» (itinerario n° 7) che qui incrociamo. Entrambi i sentieri si sviluppano principalmente tra il monte Na e il monte Clemo. Quello dei massi erratici ci proietta a 12mila anni fa quando i ghiacciai quaternari provenienti dall’alta Val Camonica hanno abbandonato sull’altopiano di Esmate questi macigni prima di ritirarsi e confinarsi sull’Adamello. La natura litologica di questi macigni è diversa dalla roccia sulla quale sono oggi depositati e testimonia il lungo viaggio sui ghiacci che hanno percorso dalle montagne camune dalle quali sono stati strappati.
Il «Sentiero dei naturalisti» è un breve viaggio alla scoperta delle valenze botaniche e geologiche della zona. Questi due itinerari, di recentissima tracciatura, hanno una segnaletica provvisoria, attualmente costituita da paletti direzionali di legno infissi nel terreno. Entrambi i percorsi sono arricchiti da pannelli illustrati distribuiti lungo il cammino, ricchi di informazioni estremamente interessanti. Contattando il comune di Solto Collina è possibile partecipare a visite guidate accompagnati da esperti naturalisti per meglio conoscere le innumerevoli peculiarità del luogo.
Dopo questo breve assaggio, ci riconnettiamo al percorso originale e puntiamo con decisione all’eremo di san Defendente. Documenti a partire dal 1574 attestano lasciti per la costruzione (o il rinnovamento) dell’edificio, che venne custodito nei secoli da laici dimoranti nella struttura annessa alla chiesa. Il tempietto è parzialmente nascosto come a volersi defilare per non distrarre dalla meravigliosa vista sul lago che si gode dai terrazzini rocciosi attigui. Solo in un secondo momento la chiesetta diviene protagonista rivelando il suo fascino con quel tocco di sobrietà e di eleganza che inducono ad una spiritualità contemplativa.
Lo ritengo uno dei luoghi più panoramici del lago d’Iseo, capace di regalare splendide suggestioni. In particolare al tramonto quando gli ultimi raggi di sole illuminano la Corna dei Trentapassi e il trenino della Val Camonica fischia tra le gallerie mentre in lontananza iniziano a brillare le luci di Montisola.
Siamo ormai giunti alla fine dell’itinerario. Una ripida discesa dal fondo sassoso ci riporta velocemente a intercettare il sentiero percorso all’andata che ripercorriamo a ritroso per pochi minuti fino a tornare al punto di partenza.
Per il 2023, il Comune di Solto Collina ha sviluppato tre progetti turistici grazie alla partecipazione al bando di Regione Lombardia «OgniGiorno inLombardia» (inLombardia). Il piano rientra nel progetto più ampio di «SoltoSiMostra», composto da «SoltoInMostra», dalla manifestazione «SoltOimbanco», un festival dedicato agli artisti di strada, e dalla pubblicazione della mappa dedicata ai sentieri escursionistici del territorio dell’Alto Sebino che vi abbiamo appena descritto. Realizzate grazie alla collaborazione con «Ingenia cartoguide», le cartine sono reperibili gratuitamente presso gli esercizi pubblici ubicati nei tre comuni. È stato allestito anche un sito internet dove i percorsi sono descritti in ogni dettaglio con la possibilità di scaricare la traccia.
Ringraziamo Gianluca, guida assai cordiale e appassionata, e ci congediamo con la promessa di tornare a sperimentare gli altri itinerari e ad assaggiare le prelibatezze gastronomiche del territorio.
P.S. l’itinerario qui descritto (il n°2) è lungo 10.5 chilometri con un dislivello positivo di circa 600 metri. Calcolare tre ore di comodo cammino.
Tutte le foto sono di Camillo Fumagalli, ad eccezione di dove espressamente indicato.