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Solto Collina, dalle profondità del Bögn al mirabolante viaggio dei massi erratici

Articolo. Sono quattro gli itinerari escursionistici inclusi dal comune di Solto Collina nel progetto «La collina #outdoor», che tra agosto e settembre propone una rete di visite guidate con cadenza bisettimanale. Ecco una panoramica dei percorsi

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Vista da San Defendente

Basterebbe il nome per capire che Solto Collina rappresenta un luogo caratterizzato dalla natura e dalle dolci pendenze che accompagnano verso le Prealpi Orobiche. Tutto ciò nasconde però altre caratteristiche: le acque limpide del Lago d’Iseo, le particolarità della Valle del Freddo, i lasciti della storia che proprio su quel territorio ha segnato le vicende di tutta la provincia dal Medioevo sino alla Seconda Guerra Mondiale.

Per scoprire al meglio questi luoghi spesso sconosciuti a chi non abita nella zona, il comune di Solto Collina, in collaborazione con le amministrazioni di Fonteno e Riva di Solto, ha creato il progetto «La collina #outdoor» dove, attraverso una serie di itinerari, è possibile ripercorrere tutti i passi che hanno portato alla costruzione di questo territorio.

Il progetto, inaugurato nel 2023, prevede una rete di visite guidate con cadenza bisettimanale nel periodo fra agosto e settembre su prenotazione al fine di raggiungere aree come il borgo di Esmate oppure la via panoramica della località Furmignano passando per l’eremo di San Defendente o sul sentiero dei massi erratici. Un’opportunità che permette ai turisti italiani e stranieri di trascorrere qualche giorno nelle aree verdi di Solto Collina usufruendo anche delle mappe distribuite dall’InfoPoint, dalla Pro Loco e dalle associazioni turistiche del territorio, scaricabili anche qui.

L’anfiteatro naturale del Bögn

Per chi volesse iniziare con l’escursionismo trascorrendo magari qualche ora in riva al lago è possibile intraprendere l’itinerario numero 1, che si snoda lungo le ripide pendenze del Bögn di Zorzino. L’orrido, noto per le sue somiglianze con i fiordi scandinavi, è raggiungibile da uno dei parcheggi di Riva di Solto scendendo in paese verso la piazza del Porto e incamminandosi sul lungolago in direzione della chiesa parrocchiale. Da lì è possibile attraversare il Giardino Zenti con i suoi ulivi camminando sul marmo estratto dalle cave di Gré. Cambiando terreno si arriverà direttamente sul Bögn seguendo la vecchia strada lacustre costruita nel 1910 dal sindaco Martinoni, oggi sostituita dalla nuova via veicolare.

Passato l’anfiteatro naturale del Bögn, si entra in una piccola galleria dalla cui uscita sarà possibile osservare da vicino lo spettacolo della natura creato dalla stretta insenatura, antico porto commerciale creatosi durante le glaciazioni, attrattiva per intrepidi bagnanti pronti a tuffarsi nelle acque limpide del Sebino. Da lì si prosegue sino al termine dell’area chiusa al traffico presso cui è presente una piccola spiaggetta - particolarmente assolata al mattino - dove prendersi un momento di relax. Da lì sarà fondamentale tenere la sinistra e giungere a una santella che predispone una ripida salita, responsabile della gran parte dei 300 metri di dislivello positivo presenti lungo l’itinerario. Al termine dell’ascesa ci si immetterà nel sentiero CAI 565, che i locali chiamano «la panoramica» e che costeggia l’altra parte dell’orrido. Si tornerà quindi verso Zorzino e poi verso Riva di Solto, per un totale di 4 chilometri da percorrere in due ore - sconsigliati per bambini e persone che soffrono di vertigini a causa di alcuni punti esposti.

Nella Valle del Freddo

Per chi invece vuole evitare i pericoli dell’altezza, sarà possibile intraprendere l’itinerario numero 2 che tocca la «panoramica» e soprattutto la Valle del Freddo, una riserva naturale caratterizzata da un clima particolarmente rigido frutto dell’aria proveniente dalle «buche del freddo». Questo microclima favorisce la presenza di specie di alta montagna come le stelle alpine, i rododendri o le genziane.

Si consiglia di lasciare la propria auto nei pressi di via degli Apostoli a Solto Collina oppure a Zorzino, e salire successivamente verso il punto di partenza tramite via Crebolo. Da lì sarà possibile seguire la cartellonistica dedicata al «Sentiero Natura del Sebino» oppure al «Sentiero Agrituristico del Lago d’Iseo» che, attraverso un tratto in leggera salita, segue la strada sterrata del percorso CAI 56 5. Si prosegue sempre dritti immettendosi sulla «panoramica», dove è possibile scorgere la vista sul Lago d’Iseo. Rimanendo sempre sul percorso originale senza seguire deviazioni, si raggiunge una collinetta nota come il «Balot» - in bergamasco «sasso». Da lì si scende lungo una strada lastricata che viene ben presto abbandonata per una strada in salita a sinistra, che porta a scollinare definitivamente e immettersi nella Valle del Freddo.

A quel punto sarà possibile scorgere gli abitati di Sovere, Pianico e la zona industriale di Endine in un lungo saliscendi che accompagnerà all’ultima ascesa verso Esmate. Picchiata verso il cimitero e arrivo alla santella della Madonna di Pompei dietro cui si trova il sentiero 565C che porta all’eremo di San Defendente. A quel punto manca poco per tornare al punto di partenza, raggiungibile grazie alla “direttissima” che conduce al sentiero 565 e alla località iniziale dopo tre ore di cammino, 10,5 chilometri e 600 metri di dislivello da superare.

Sul sentiero dei massi erratici «Giuseppe Nangeroni»

Se si vuole invece scoprire le origini di questo territorio rimanendo affascinati dalle creazioni della natura, basta seguire l’itinerario numero 6 dedicato al Sentiero dei massi erratici «Giuseppe Nangeroni»: in un’ora e mezza di camminata per 3,5 chilometri e 150 metri di dislivello positivo, sarà possibile vedere alcuni mastodontici massi erratici, abbandonati sull’altopiano di Esmate dai ghiacciai dell’alta Valle Camonica dodicimila anni fa. Costituiti in prevalenza da porfido (roccia magmatica) e rocce sedimentarie di remota origine paleozoica, questi massi raccontano di un viaggio partito da lontano e conclusosi in territorio orobico, complice il lavoro delle glaciazioni. Il grande masso granitoide all’inizio del sentiero e quello finale in prossimità del santuario di San Defendente sono gli emblemi di un campionario sconfinato di oltre seicentocinquanta erratici censiti sul territorio di Solto Collina.

Dopo aver lasciato l’auto nei pressi del ristorante La Romantica alle soglie di Esmate, si inizia il percorso. Si giungerà alla cappella di Santa Lucia, dove è necessario tenere la destra arrivando alla strada poderale che porta al bacino di riserva idrica, dove si trova una bacheca con tutte le indicazioni necessarie. Poco dopo si incontra un primo grande masso erratico che dà il via al sentiero che costeggia il crinale del monte Na e che rappresenta il confine con la riserva naturale della Valle del Freddo. A un certo punto si lascia sulla sinistra il percorso che porta sino alla cima posta a 707 metri; si devia a destra immettendosi in un comodo tracciato dove, all’interno di una rada boscaglia di carpini e frassini, si incontrano altri notevoli massi glaciali.

Superando un bosco di alte querce rosse americane, si giunge in breve alla mulattiera che verso sinistra conduce al monte Clemo, mentre a destra scende attraversando un gradevole paesaggio agreste di siepi e praterie. Si prosegue fino alla strada asfaltata che collega l’abitato di Esmate con la località Cerrete e, seguendo le indicazioni, si raggiunge in breve la cappella di San Rocco. Si avanza verso destra lungo la mulattiera che attraversa il fianco del crinale alla cui estremità sorge il panoramico santuario di San Defendente. Alcune centinaia di metri prima di giungere al santuario e alla bacheca illustrativa del percorso, la mulattiera passa a fianco di un ultimo e bellissimo masso erratico appoggiato su uno spuntone roccioso di dolomia che chiude l’itinerario.

Il sentiero dei naturalisti sul territorio di Esmate

A concludere questo viaggio attraverso le alture di Solto Collina vi è infine l’itinerario numero 7, tracciato di 3,5 chilometri e 150 metri affrontabili in circa un’ora e mezza che tocca le zone intorno a Esmate. Partendo dal parcheggio adiacente al cimitero di Esmate, si torna verso l’abitato prima di dirigersi, a sinistra, sulla strada diretta a Furmignano. Dopo alcune centinaia di metri di percorso pianeggiante, si segue l’indicazione del cartello verso San Defendente.

Affrontando una salita non troppo faticosa, si giunge quindi al santuario, punto panoramico da cui si può osservare un paesaggio che spazia dalla Val Camonica a Cima Trentapassi - senza dimenticare le acque limpide del lago e le alture di Montisola. Sul pendio immediatamente sottostante al belvedere panoramico ci sono due punti di sosta: uno dedicato alla roccia del posto, l’altro alla prateria arida che ammanta la pendice. Dal punto panoramico si imbocca verso settentrione un sentiero che conduce dapprima a un lembo di boscaglia termofila e poi al grande masso glaciale.

La discesa lungo la mulattiera che condurrebbe alla cappella di San Rocco e quindi alla strada, porta a una deviazione verso destra che permette di osservare ulteriori massi erratici e un paesaggio prativo conformato in conca di origine carsica. Si attraversa la strada asfaltata che collega Esmate con Cerrete, si sale dalla parte opposta in direzione del monte Clemo; le indicazioni sul posto conducono lungo un sentiero a sfiorare due rimboschimenti: di pino strobo, conifera di origine americana dai lunghi aghi flessibili e di pino nero. Non mancherà l’incontro di massi erratici di cui alcuni mastodontici. Dopo alcune centinaia di metri di mulattiera, dapprima pianeggiante e poi in salita, si giunge all’insellatura della Valle dei Cani. La frattura tettonica separa il calcare nero stratificato di Zorzino del monte di Na dalla dolomia grigia e massiccia del monte di Clemo. Continuando sulla mulattiera, si osserva un altro masso erratico prima scendere verso la strada asfaltata che riporta al punto di partenza.

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