Tre Coppe del Mondo, un oro ai Giochi Olimpici di Pyeongchang 2018, un argento a Pechino 2022, vinto insieme al compagno di squadra Omar Visintin. Di successi, Michela Moioli ne ha già collezionati molti. Quando le si chiede di riepilogarli, però, preferisce guardare avanti: al prossimo obiettivo, la prossima gara, la prossima – glielo auguriamo tutti – grande vittoria.
La snowboarder bergamasca sarà tra i protagonisti della “serata delle eccellenze” che la concessionaria Audi Bonaldi – Gruppo Eurocar Italia di Garlate ha organizzato giovedì 26 maggio a partire dalle 19.30. Il pubblico, che potrà prenotarsi all’evento a questo link, potrà incontrare la campionessa, ascoltare il racconto delle sue ultime performance, e anche osservare da vicino la medaglia d’argento che Moioli ha conquistato a Pechino. Per l’occasione – davvero imperdibile – l’abbiamo intervistata.
EP: Quando hai capito che lo snowboard avrebbe rappresentato una parte così importante della tua vita?
MM: Non c’è stato un vero e proprio momento, perché le cose sono state molto graduali, però sicuramente quando sono entrata in Nazionale: quello è stato forse il momento in cui ho capito che lo snowboard poteva diventare qualcosa di più di una semplice passione.
EP: Hai esordito in Coppa del Mondo a 17 anni, nel dicembre 2012. Rinunce?
MM: Più che di rinunce parlerei di scelte perché se ho un obiettivo e devo fare certe scelte per arrivarci, le faccio senza vederle come rinunce ma come parte del percorso che sto facendo. Per gareggiare e vincere in Coppa del Mondo devo allenarmi tutti i giorni. Devo avere uno stile di vita sano, non esco tutte le sere e da adolescente non andavo tutti i sabati alle feste. Preferivo andare a letto presto per essere sulla neve la mattina dopo.
EP: Il tuo è uno sport in cui a volte arrivano degli stop, delle cadute che possono essere pericolose…
MM: Ho iniziato a due anni e mezzo con gli sci e a otto con lo snowboard. Da piccola ero una pazza scatenata, un po’ spericolata, ma mi divertivo molto. Quando avevo dieci anni mi è capitato di andare fuoripista e a fare un volo di tre-quattro metri da una roccia. Per fortuna sono atterrata nella neve fresca. Mio padre si era molto preoccupato. Ho fatto un bel pianto e poi sono ripartita. Qualche botta comunque è da mettere sempre in conto.
EP: Alle Olimpiadi di Soči nel 2014 la rottura del legamento crociato…
MM: Una grande delusione perché mi stavo giocando una medaglia olimpica. L’ho vista per un secondo e poi sono caduta e il sogno è svanito. Ma non sono una che la prende male, cerco da subito di reagire cercando di capire come stare meglio, e tenendo sempre chiaro l’obiettivo da raggiungere. Gli obiettivi possono fare parte del percorso, l’importante è affrontarli bene. Comunque si può sempre imparare qualcosa, anche da un infortunio, è importante recuperare bene e tornare più forti di prima.
EP: Immagino che le cadute non siano solo fisiche, ma anche mentali.
MM: Esatto, infatti insegnano più le sconfitte che le vittorie, servono anche quelle per costruire una carriera, un percorso e per costruire risultati.
EP: Risultati che sono arrivati uno dopo l’altro: ai Mondiali di Kreischberg nel 2015 prima italiana a salire sul podio (in terza posizione), Coppa del Mondo nel 2016 (e anche nel 2018 e nel 2020) e medaglia d’oro nel 2018 alle Olimpiadi di Pyeongchang, ancora una volta la prima italiana nello snowboard. E poi Pechino 2022, l’argento vinto insieme a Omar Visintin nella prova a squadre miste di snowboard cross…
MM: Erano sogni che coltivavo fin da piccola. Traguardi, grandi obiettivi per cui mi preparo tutti i giorni. Ma per come sono fatta io guardo sempre avanti al prossimo obiettivo. Lavorando sodo, facendomi allenare dagli allenatori giusti, avendo intorno le persone giuste. Perché non faccio tutto da sola, ci sono persone che lavorano con me e sono fondamentali.
EP: Qual è la cosa che più ti porti nel cuore delle Olimpiadi di Pechino 2022?
MM: Questa Olimpiade è stata difficilissima, anche per tutta la serie di restrizioni dovute al Covid-19. Quello che più porto nel cuore è sicuramente aver vinto una medaglia insieme a un mio compagno di squadra, riuscire a condividere una medaglia con un’altra persona rende ancora più bella la vittoria. È bello vincere da soli, è molto gratificante, ma essere in due a condividere quel momento è ancora più bello.
EP: E l’emozione del portare il Tricolore durante la cerimonia d’apertura, te la ricordi?
MM: È stata una cosa che ricorderò per sempre perché non sono stati gli atleti che hanno fatto da portabandiera ed è stata una bellissima responsabilità e un onore. Rimarrà uno dei momenti più belli della mia carriera.
EP: A cosa pensi quando gareggi?
MM: Negli anni ho imparato a non avere pensieri che non siano dedicati alla gara. Ci sono delle frasi che mi ripeto per caricarmi e restare concentrata, mi ripeto anche i passaggi della pista. Queste cose mi aiutano a stare bene e a stare concentrata, a non essere troppo agitata o troppo calma.
EP: Cosa ti piace fare nel tempo libero?
MM: Non ne ho tantissimo, ma quando vado in vacanza mi piace fare surf. Mi piace andare in bici… Insomma, sono sempre in movimento!
EP: Film? Musica?
MM: Guardo molte serie tv come tanti ragazzi della mia età. Per quanto riguarda la musica, mi piace un po’ di tutto, dipende dal mood del momento. Musica ‘70 ‘80, quella italiana, il country, il soul…
EP: Domande secche, e risposte altrettanto. Tre aggettivi per definirti?
MM: Cocciuta, semplice, di cuore.
EP: Di cosa hai più paura?
MM: È una domanda un po’ strana (ride, ndr). Di non riuscire sempre a dare il massimo risultato, il meglio di me.
EP: Prossimi obiettivi?
MM: Beh, riuscire a vincere un’altra Coppa del Mondo sarebbe uno degli obiettivi più grandi. Tra quattro anni avremo le Olimpiadi in Italia, noi dello snowboard saremo a Livigno, e lì sarebbe ancora più bello riuscire a fare una medaglia o due…