Quando Fabrizio, un collega molto sportivo e longilineo, comincia a parlare della Millegradini faccio sempre la controproposta della Milledivani, la gara di chi sta per più tempo a oziare sul divano. Questo per dirvi quanto non sia sportivo (anche se ci ho provato: nuoto, calcio, tennis, addirittura palestra) e quanto sia distante da me Michela Moioli, campionessa mondiale, medagliata alle Olimpiadi e atleta indomabile sul suo snowboard, nonché partecipante a Bergamo Next Level. È la prima intervista ad uno sportivo in circa vent’anni di scrittura. Mi sono divertito.
LB: Tu sei un fenomeno, ma andare con lo snowboard sembra difficilissimo.
MM: Ma in realtà non lo è. Come in tutti gli sport si tratta di apprendere i primi rudimenti con un maestro facendo qualche lezione. Poi si progredisce, almeno se le basi sono state impostate correttamente. Quindi in generale possiamo dire che non è difficile.
LB: Non sarà difficile ma le cadute possono essere rovinose.
MM: Io ho iniziato a due anni e mezzo con gli sci e a otto con lo snowboard. Da piccola ero una pazza scatenata, un po’ spericolata, ma mi divertivo molto. Quando avevo dieci anni mi è capitato di andare fuoripista e a fare un volo di tre-quattro metri da una roccia. Per fortuna sono atterrata nella neve fresca. Mio padre si era molto preoccupato. Ho fatto un bel pianto e poi sono ripartita. Qualche botta comunque è da mettere sempre in conto.
LB: Hai esordito in Coppa del Mondo a 17 anni, nel dicembre 2012. Rinunce?
MM: Più che di rinunce parlerei di scelte, in base agli obiettivi che si hanno e a come raggiungerli. Per gareggiare e vincere in Coppa del Mondo devo allenarmi tutti i giorni. Devo avere uno stile di vita sano, non esco tutte le sere e da adolescente non andavo tutti i sabati alle feste. Preferivo andare a letto presto per essere sulla neve la mattina dopo, quindi per me non sono state rinunce.
LB: A scuola però sarà stata dura…
MM: Non è che non volevo studiare, ma fra allenamenti e gare dovevo rimanere assente tanti giorni. Quindi non era facile stare alla pari del resto della classe e non tutti i professori mi agevolavano per farmi recuperare.
LB: Alle Olimpiadi di Soči nel 2014 la rottura del legamento crociato.
MM: Una grande delusione perché mi stavo giocando una medaglia olimpica. L’ho vista per un secondo e poi sono caduta e il sogno è svanito. Ma non sono una che la prende male, cerco da subito di reagire cercando di capire come stare meglio.
LB: Dunque l’infortunio ti ha insegnato qualcosa.
MM: Mi è servito per capire che dovevo allenarmi come una vera atleta, avevo 18 anni e non l’avevo ancora capito e da lì ho iniziato davvero ad allenarmi da atleta, seriamente. C’è stata l’operazione poi il recupero con la fisioterapia. Da quel momento sono tornata ancora più forte e determinata.
LB: Che significa vittorie e record: ai Mondiali di Kreischberg nel 2015 prima italiana a salire sul podio (in terza posizione), Coppa del Mondo nel 2016 (e anche nel 2018 e nel 2020) e medaglia d’oro nel 2018 alle Olimpiadi di Pyeongchang, ancora una volta la prima italiana nello snowboard. E ho citato solo alcuni traguardi…
MM: Erano sogni che coltivavo fin da piccola. Traguardi come li hai chiamati tu, grandi obiettivi per cui mi preparo tutti i giorni. Ma per come sono fatta io guardo sempre avanti al prossimo obiettivo. Lavorando sodo, facendomi allenare dagli allenatori giusti, avendo intorno le persone giuste. Perché non faccio tutto da sola, ci sono persone che lavorano con me e sono fondamentali.
LB: A cosa pensi quando gareggi?
MM: Negli anni ho imparato a non avere pensieri che non siano dedicati alla gara. Ci sono delle frasi che mi ripeto per caricarmi e restare concentrata, mi ripeto anche i passaggi della pista. Queste cose mi aiutano a stare bene e a stare concentrata, a non essere troppo agitata o troppo calma.
LB: Quando non sei sullo snowboard che vita fai?
MM: Mi alleno senza snowboard. Mi riposo, che è una parte fondamentale per ogni atleta. Da quest’anno ho iniziato un nuovo percorso, mi sono iscritta a Scienze motorie a Bergamo e quando non ho le gare o gli allenamenti cerco di stare sui libri. Non riesco sempre, soprattutto durante la stagione di gara. Ma anche questa è una cosa che voglio fare, magari lentamente, senza però fermarmi. Quando quest’anno ho preso il mio primo 30 ho provato una grande soddisfazione, che forse non avevo mai provato in vita mia e mi ha dato tanta voglia di continuare questo percorso.
LB: Quindi quando leggi un libro è un testo universitario…
MM: Sì, soprattutto. Ma mi piacciono anche i libri ad argomento sportivo, magari quelli che raccontano delle grandi performances.
LB: Viaggi?
MM: Sono una grande appassionata di viaggi in città e di viaggi che abbiano un significato sportivo. Mi piacerebbe girare il mondo per conoscere altre comunità e culture che praticano lo snowboard.
LB: Film?
MM: Guardo molte serie tv come tanti ragazzi della mia età.
LB: Musica?
MM: Mi piace un po’ di tutto, dipende dal mood del momento. Musica ‘70 ‘80, quella italiana, il country, il soul…
LB: Domande finali secche, e risposte altrettanto. Tre aggettivi per definirti?
MM: Cocciuta, semplice, di cuore.
LB: Di cosa hai più paura?
MM: È una domanda un po’ strana (ride, ndr). Di non riuscire sempre a dare il massimo risultato, il meglio di me.
LB: Prossimi obiettivi?
MM: Mi auguro di riuscire a continuare a crescere come persona e come atleta per raggiungere obiettivi sempre più grandi. L’anno prossimo ci saranno le Olimpiadi a Pechino e questo sarà il mio grande obiettivo. Mi presenterò da campionessa olimpica, che è una soddisfazione ma anche una responsabilità. Cercherò di essere al 100% e giocarmela come in ogni gara.