Nascoste e misteriose, tra le umide pareti di roccia custodiscono segreti inestimabili. Le grotte sono luoghi che attirano sempre la curiosità di grandi e piccini, a volte affiancata da quel lieve timore reverenziale che solo la natura riesce a donarci. A Bergamo siamo proprio fortunati, perché la provincia è costellata di cavità naturali, tutte da scoprire. L’importante è farsi accompagnare da guide esperte e avere con sé l’attrezzatura adeguata, scarpe che aiutino a non scivolare e una giacca calda per affrontare le temperature basse e l’umidità costanti.
Grotte in Val Brembana
Partiamo con la Val Brembana, sede di grotte con nomi che richiamano mondi fantastici, facilmente raggiungibili e visitabili grazie al lavoro di divulgatori e guide professioniste.
Grotte del Sogno, San Pellegrino Terme
Le grotte del Sogno si trovano in località Vetta a San Pellegrino, circondate dalle eleganti ville Liberty che si affacciano sulla valle sottostante. Il sito fu scoperto nel 1931 dallo speleologo pioniere Ermenegildo Zanchi, che gli diede questo nome onirico poiché all’interno delle grotte aveva l’impressione di vivere un sogno. Zanchi fin da subito intuì il potenziale del luogo e insieme al suo team di speleologi attrezzò le Grotte del Sogno per aprirle al pubblico già l’anno successivo alla scoperta, facendo da guida per le visite e rendendole così le prime grotte in Lombardia e tra le prime in Italia a diventare fruibili a livello turistico. Alla morte di Zanchi nel 1969, le grotte vennero chiuse e tali rimasero fino al 2012, quando un gruppo di giovani volontari di San Pellegrino si adoperò per renderle di nuovo accessibili al pubblico.
Ora è possibile visitare le grotte grazie a Road 470, nelle giornate di apertura indicate sul loro sito. Il biglietto intero ha un costo di 5€, mentre i bambini con meno di 8 anni hanno diritto al biglietto ridotto a 3€. Durante la visita si viene trasportati in un mondo incantato fatto di stalattiti e stalagmiti, gocce d’acqua che scintillano nell’ombra e concrezioni rocciose in cui la fantasia, aiutata dai suggerimenti e dalle spiegazioni della guida, riesce a vedere forme di animali e artigli di enormi mostri, che si nascondono tra laghetti e caverne. L’acqua, con la sua azione costante, ha creato delle vere e proprie opere d’arte non solo sulle rocce antichissime ma anche sul cemento di cui sono fatte le più recenti passerelle. Le Grotte del Sogno sono un vero spettacolo della natura, che riesce ad affascinare grandi e piccini allo stesso modo. Zanchi aveva proprio ragione: un sogno!
Grotte delle Meraviglie, Zogno
Nei pressi della galleria di Zogno, è ben riconoscibile la parete grigia sopra la strada provinciale che sale lungo Val Brembana: è lì che si trova il breve sentiero che porta all’ingresso alle Grotte delle Meraviglie. Le grotte si sono formate nel cosiddetto “Calcare di Zù”, ovvero una formazione geologica ricca di coralli, risalente al lontano periodo Retico Inferiore. Padrino delle Grotte delle Meraviglie è sempre Ermenegildo Zanchi, che contribuì alla loro apertura al pubblico nel 1939. Anche in questo caso, il nome testimonia il fascino e la passione che lo speleologo provava verso i mondi sotterranei che amava esplorare.
L’ingresso alle grotte avviene per i visitatori per mezzo di una galleria di 73 metri in leggera salita, scavata artificialmente nella roccia e ben illuminata. L’accesso originario era di certo meno comodo: dall’alto, tramite un’apertura chiamata «Bϋs de la Marta», si scendeva tramite pozzi verticali per un dislivello di circa 60 metri.
Le visite sono sospese per il periodo invernale, ma nuove date saranno a breve prenotabili sul sito ufficiale delle Grotte delle Meraviglie.
Grotte in Val Seriana
A differenza delle grotte brembane, le grotte della Val Seriana sono più difficili da raggiungere, ma sono spesso mete finali di sentieri escursionistici che regalano scorci magnifici.
Grotta dei Pagani, Presolana
La Grotta dei Pagani è diventata piuttosto celebre quando nel 1930 un segretario comunale di Castione si imbatté in un documento della guida alpina Carlo Medici. Egli annotava di aver accompagnato sulla vetta della Presolana, il 4 ottobre del 1888, il principe don Emanuele Gonzaga, don Luigi Grasselli e Achille Ratti, ovvero colui che sarebbe poi diventato Papa Pio XI nel 1929. Il futuro pontefice rimase particolarmente colpito dall’anfratto naturale, piccolo ma fitto di stalattiti e stalagmiti di ghiaccio, e oggi un altare in pietra davanti alla grotta ricorda l’evento.
La grotta è raggiungibile in circa tre ore con il sentiero escursionistico 315, per il quale è consigliato avere un minimo di allenamento ed esperienza, oltre che l’attrezzatura adeguata. Dal Passo della Presolana si sale prima al rifugio Baita Cassinelli e si prosegue per una salita soprannominata non a caso «il Calvario» fino al Bivacco Città di Clusone e alla Cappella Savina. Da qui si sale per i ghiaioni fino alla Grotta dei Pagani, che si trova a 2259 metri di altezza. Nei mesi più caldi non si trovano conformazioni ghiacciate, ma certamente si riesce a godere di un po’ di freschezza dopo la fatica dell’escursione.
Le grotte della Valle Albina
Nei pressi della funivia Albino-Selvino si trova ancora l’antica mulattiera che lungo il sentiero 550 si inerpica attraverso la stretta Valle Albina fino a raggiungere l’abitato di Ama (frazione di Aviatico), in poco meno di due ore. La valle è fatta di boschi e rocce dolomitiche che il tempo ha scavato e inciso. Si sono create così alcune grotte e cavità dove, dato che il sentiero era una via di comunicazione nota già in antichità, sono stati ritrovati anche importanti reperti storici.
Sembra che le tre cavità, chiamate «Bϋs de la Scabla», «Paradis di Asegn» e «Bϋs de la Comare», abbiano visto passare la Storia e siano state frequentate in un periodo di tempo che va dall’età del Rame fino alla tarda epoca romana. Poiché sono stati rinvenuti diversi scheletri umani insieme ad oggetti ornamentali, si pensa che siano state utilizzate inizialmente per fini legati a culti e sepolture, mentre in età romana anche come riparo, dato il ritrovamento di un sesterzio e frammenti di ceramica dell’epoca. Un sentiero perfetto per chi vuole fare un tuffo nella storia antica, immaginando mondi lontani in luoghi vicini, testimoni silenziosi del susseguirsi dei secoli.
Grotte in Valle Imagna
La Valle Imagna ha un patrimonio di grotte e cavità sotterranee sorprendente, grazie al suolo particolarmente permeabile che ha permesso all’acqua di agire sulla roccia modellandola e modificandola nel corso dei secoli: si contano centinaia di antri e cunicoli in tutta la valle!
Santuario della Madonna della Cornabusa
La grotta più suggestiva e particolare della Valle Imagna è talmente spettacolare che è diventata… un santuario! Il Santuario della Madonna della Cornabusa si trova in frazione Cepino a Sant’Omobono Terme ed è una vera e propria basilica rupestre all’interno di una grotta lunga 96 e larga 20 metri, incastonata sul fianco della montagna.
Durante il periodo delle lotte tra guelfi e ghibellini, gli abitanti della zona cercarono riparo nella grotta per sfuggire alle violenze, portando con sé una statua della Madonna. La statua, anni dopo, diede conforto a una pastorella sordomuta che si riparò nella cavità durante un temporale e riacquistò con la preghiera voce e udito.
Venne così costruito il Santuario, luogo di profondo misticismo, che attrae ogni anno un gran numero di fedeli ma anche escursionisti che lo raggiungono tramite i diversi sentieri mappati come Cammini del Cuore anche solo per godersi il panorama mozzafiato sulla Valle Imagna, nel pieno rispetto del luogo religioso.
Il Santuario della Cornabusa è aperto ogni giorno tranne in caso di strada impraticabile per neve, in inverno dalle 9 alle 16 e in estate dalle 8 fino all’ultima messa del giorno.
Tomba dei Polacchi, Rota Imagna
In realtà non sono stati cittadini della Polonia a dare il nome a questa grotta, ma il nome deriva dal bergamasco «Tomba dei Bulàcc». Le cavità in questo sito si estendono per più di 400 metri, e in tempi antichi vi veniva anche estratto il colore ocra utilizzato nelle cerimonie rituali. L’ipotesi di una funzione rituale probabilmente legata all’attività della transumanza è stata confermata dal ritrovamento di un vaso contenente una zampa di pecora, oltre ad alcuni oggetti risalenti all’età del Bronzo.
Grotta Europa, Bedulita
Nel 1986 alcuni speleologi identificarono una fessura da cui usciva aria fresca e, incuriositi, diedero il via a scavi che li portarono in un’enorme grotta del diametro di 40 metri, alta 17 metri. La grotta, scavata in roccia Dolomia chiara, è ricca di concrezioni, stalattiti e stalagmiti che sembrano create da un artista. Nel sito è presente anche una piccola cascatella.
Grotta Val D’Adda, Cepino
Formata da cinque piccole sale e attraversata da un torrente a regime intermittente, questa grotta ha l’importante funzione di essere ormai l’unico habitat possibile per una specie di coleottero chiamata Boldoria schatzamayi, che a causa dell’inquinamento sta scomparendo dal territorio valdimagnino. Per via del corso d’acqua che la percorre, le concrezioni si trovano principalmente sulle parti superiori delle pareti.
La Tomba dei Polacchi, Grotta Europa e Grotta Val D’Adda sono accessibili solo nel periodo estivo e in specifiche giornate di apertura, tramite le visite guidate dal Gruppo Speleologico Valle Imagna.
Altre grotte in provincia di Bergamo
Non sono solo le valli bergamasche ad ospitare grotte, cavità e cunicoli naturali. Le bellezze sotterranee sono sparse per tutta la provincia, e in particolare in Val Cavallina e nel Sebino occidentale.
Buca del Corno, Entratico
Questa grotta ha non ha particolare ricchezza di concrezioni, ma non per questo le sue pareti modellate dall’acqua sono meno affascinanti. La Buca del Corno è ancora oggi attraversata da un corso d’acqua, che viene alimentato dalle precipitazioni: quando piove in abbondanza, si formano tanti ruscelli laterali che si tuffano nel torrente principale, rendendo il luogo ancora più magico del solito. Proprio per via della presenza di acqua, la grotta è ricca di piccole forme di vita.
La grotta è accessibile solo con l’accompagnamento del Gruppo Guide Buca del Corno, e la visita va prenotata sul sito del Comune di Entratico. Per i curiosi che desiderano un’anteprima prima di visitarla di persona, c’è anche la possibilità di fare un tour virtuale!
Il Sentiero delle Grotte, Endine-Fonteno
Dal 2006 nell’area del Sebino occidentale si sono susseguite una serie di scoperte speleologiche che hanno svelato l’abisso Bueno Fonteno e l’abisso Nueva Vida, collegati tra loro per un totale di circa 30 km e 700 metri di profondità: si tratta di uno dei complessi carsici più estesi in Italia.
La necessità di preservare un ambiente sotterraneo ricco di acqua e quindi anche di forme di vita non è compatibile in questo caso con un’attività turistica, ma la sinergia tra l’associazione Sebynica e i comuni interessati ha creato dei percorsi che consentono agli escursionisti di avvicinarsi agli ingressi delle grotte e di scoprire il mondo che celano tramite dei pannelli informativi.
Il Sentiero delle Grotte collega Endine a Fonteno e si suddivide in tre percorsi in base alla difficoltà: Meteo Basso, di circa 2,5 chilometri, Meteo Alto, più panoramico, di 7 km, e Traversata, solo per i più esperti, di 8,5 km con un dislivello di 900 metri, da percorrere in circa 14 ore.
Non resta che scegliere da quale grotta iniziare, per poi pian piano scoprire tutti i mondi sotterranei che il nostro territorio offre, con il dovuto rispetto nei confronti dei loro delicati equilibri.