Spesso non ci rendiamo conto di quanto siano belli i luoghi che ci circondano. Ad esempio la riserva naturale delle Torbiere del Sebino. Per chi non lo sapesse, si tratta di un’area che sorge in Franciacorta, a poca distanza dal centro di Iseo e dal lago.
Le torbiere sono il segno di come l’azione dell’uomo non sempre produca brutte cicatrici sul territorio, ma occasionalmente possa combinarsi con la natura per dare vita a qualcosa di unico. In questo caso, l’estrazione della torba che prese atto a partire dalla fine del Settecento e che esplose nel corso dell’Ottocento, contribuì a modificare significativamente il paesaggio palustre della zona. Le distese pianeggianti di praterie umide lasciarono progressivamente spazio a delle distese d’acqua. Una metamorfosi paesaggistica ultimata con l’interruzione dei lavori nella metà del Novecento, quando l’impiego della torba come combustibile subì una battuta d’arresto.
Oggi è possibile godere di una visione che avrebbe accarezzato i più intimi sogni impressionisti: un alternarsi di vasche, acquitrini e canneti, attraversati da una rete di percorsi a filo d’acqua. Un reticolo cangiante che durante le mezze stagioni sprigiona il meglio di sé. Si va dalle esplosioni autunnali di rosso e oro riflesse in improbabili macchie di Rorschach, all’atmosfera primaverile che avvolge la flora acquatica e gli specchi di tinte pastello e un’aria sognante.
Per non parlare dei suoni della fauna locale: tra le specie comuni, non è difficile individuare la presenza di cigni, svassi, gallinelle d’acqua, cormorani, germani reali o aironi cenerini, particolarmente attivi nelle prime ore del giorno.
Da dove entrare
È possibile visitare le Torbiere del Sebino sperimentando diversi itinerari. Perciò, se state pensando a un percorso ideale univoco gettate le armi: qualsiasi cammino saprà rivelarvi angoli splendidi e visioni uniche. Potete centellinare i passi, attraversarle in lungo e in largo, dedicarvi un’oretta ristoratrice o una mezza giornata.
È un’esperienza libera e personalissima, perfetta per grandi e piccini, e dal relax assicurato. Se però vi apprestate a visitarle per la prima volta, ecco un paio di dritte.
In primo luogo, potete consultare la mappa disponibile sul sito della riserva (link in fondo all’articolo per ogni dettaglio) dove sono segnalati i tre punti di accesso: l’ingresso Nord a Iseo nei pressi del Centro Visitatori, l’ingresso Sud a Corte Franca (è possibile lasciare l’auto nel parcheggio del Centro Commerciale “Le Torbiere”) e infine l’ingresso Centrale (forse il migliore) a Provaglio d’Iseo vicino al Monastero di San Pietro in Lamosa.
Attenzione però: in corrispondenza di ogni punto d’accesso è ubicato un erogatore automatico. Per i non residenti presso i tre comuni l’ingresso alla riserva è infatti possibile solo con l’acquisto di un biglietto al costo di 1 €. Un prezzo davvero irrisorio (e ampiamente ripagato dalla visita) che serve per finanziare i lavori di conservazione e ricerca all’interno dell’area protetta. Ricordatevi di portare gli spiccioli: le macchinette accettano solo monete da 1 €.
Percorsi
I principali percorsi sono due. Il primo è l’itinerario sud-centrale con partenza e arrivo nei pressi del meraviglioso Monastero di San Pietro in Lamosa, della durata complessiva di due o tre ore e una lunghezza di circa quattro chilometri. Dopo una breve discesa su strada sterrata alla destra dell’edificio, si incontrano ben presto l’erogatore e le indicazioni del tragitto. Si prosegue tra macchie boschive, che a tratti lasciano spazio a campi e specchi d’acqua, mentre da lontano non è difficile scorgere l’edificio in pietra del monastero.
Più avanti, una passerella fiancheggiata da vasche invita ad ammirare il paesaggio a trecentosessanta gradi. Ma la vera sorpresa vi aspetta nella parte centrale, dove una serie di passaggi e pontili in legno vi condurranno attraverso gli scorci più suggestivi di tutta l’area.
Questa parte del percorso è comune anche all’itinerario ad anello nord-centrale, che prende il via dal Centro Visite a Iseo. In questo caso, i cinque km del tragitto (che richiedono circa tre o quattro ore di cammino) costeggiano per un bel tratto la strada provinciale. Elemento che però non inficia in alcun modo il godimento della visita. Infatti, la vegetazione circostante crea una sorta di barriera protettiva che scherma gli escursionisti dai rumori delle auto, dando l’impressione di essere in un mondo a sé stante. Lungo il cammino, lo sguardo spazia dall’area paludosa ai filari di vigneti tipici della Franciacorta. Autentica chicca per gli appassionati di ornitologia è poi la torretta di legno dedicata al birdwatching, con una vista privilegiata sulla distesa d’acqua.
Segnaliamo inoltre che, nelle vicinanze del Centro Accoglienza Visitatori, dal 2011 è stato creato un percorso di circa 800 metri privo di barriere architettoniche, in modo che anche le persone con disabilità possano godere della visita.
Infine, per avere una panoramica a tuttotondo, potete sempre sperimentare il tour completo delle Torbiere con i suoi 9 km di sentieri e pontili.
Norme, orari e consigli
Arriviamo ora alla parte “tecnica”. Ci sono una serie di norme da rispettare all’interno della riserva che, lo ricordiamo, è una zona dedicata alla tutela della biodiversità della flora e fauna selvatica:
• prima di tutto, l’accesso non è consentito agli animali che potrebbero far spaventare le molte specie (per lo più volatili) che abitano le Torbiere. Lo stesso si può dire per i bipedi rumorosi: no a schiamazzi, urla, strepitii o casse esterne lanciate a tutto volume. Godiamoci il silenzio;
• non è possibile circolare in bicicletta, fatta eccezione per il tratto di ciclabile Brescia-Paratico;
• banditi anche droni o qualsiasi altro aggeggio volante, più o meno per le stesse ragioni del primo punto. Se proprio volete fare foto, che siano da terra: siamo pur sempre in un autentico paradiso per i fotografi naturalisti;
• sarà forse scontato, ma meglio ripeterlo: regola base valida da sempre e ovunque è di non lasciare rifiuti. Inoltre vige il divieto assoluto di portare via piante e animali. Quindi non potete trafugare uno svasso da mettere nel vostro laghetto privato (per fortuna);
• come abbiamo già detto sopra, per accedere è d’obbligo procurarsi il biglietto (oltre alle macchinette, sul sito sono segnalati anche altri centri dove è possibile acquistarlo) e ricordate che per gruppi formati da più di otto persone è necessario essere accompagnati da una guida autorizzata;
• in ultimo, seguite il sentiero. E non fate il bagno neanche se le temperature estive fossero proibitive.
Per quanto riguarda gli orari, l’accesso è consentito tutto l’anno (festivi compresi) dall’alba al tramonto, mentre le visite notturne possono essere effettuate solo previa autorizzazione.
Un ultimo consiglio prima di lasciarvi: indossate scarpe e abiti comodi e godetevi la visita. Non ne rimarrete delusi.