Quest’oggi ci rechiamo in valle Serina, ad Ascensione (670m), contrada di Costa Serina. La scorsa estate transitando in bicicletta da questa località venni attirato dalla bella chiesetta eretta nel cuore della frazione. Protetta da una piccola zona chiusa al traffico e circondata da un bel parco pubblico, la chiesa spicca per la sobria eleganza delle sue linee. La posa della prima pietra è datata 15 luglio 1479. La chiesa venne dedicata all’annunciazione della B.V. Maria, all’Ascensione di Gesù e al Beato Stefano protomartire. L’intitolazione attuale conserva la dedica dell’Annunciazione, mentre l’intitolazione all’Ascensione si è estesa a indicare l’intera frazione.
Costruita interamente di pietra, consta di un’abside, due campate (la terza è stata demolita nel 1890), una piccola sagrestia e un campanile che ha il pregio di ospitare un castello interamente ligneo, ruote comprese, con tre campane. Naturale l’invito ad entrare ove, confesso, la meraviglia ha il sopravvento: l’interno è interamente decorato da un ciclo di pregevoli affreschi, realizzati nell’arco di più secoli, a partire dagli ultimi anni del ‘400, i cui dettagli sono illustrati da un volume posto a disposizione dei visitatori. Si scopre così che per alcuni decenni la chiesa ha vissuto in uno stato di abbandono, adibita alla funzione di deposito agricolo e fienile, fino agli anni ’70 del secolo scorso, quando una sapiente opera di restauro l’ha restituita al suo splendore originale.
Al termine di quella gita in bicicletta mi è balenata l’idea di studiare un itinerario escursionistico che partisse proprio da questo piccolo gioiello di architettura sacra. Ed eccoci oggi ad Ascensione per realizzare l’idea. Sfruttiamo la rete di percorsi che il Comune di Costa Serina ha saggiamente attrezzato e segnalato, sentieri tematici contraddistinti da una fitta serie di piccole edicole di legno che riportano la cartina dettagliata e le informazioni sui percorsi. Costeggiamo il parco pubblico in direzione Est e imbocchiamo via Vescovo Orsetti che seguiamo fino ad un ampio tornante con un bivio. Qui si incontra il primo cartello indicatore.
Procediamo in direzione della contrada di Nespello. La strada diviene dapprima sterrata e transita per alcune cascine, poi si trasforma in un comodo sentiero pianeggiante con i bei muretti a secco a delimitarne il tracciato. Attraverso prati ben curati si giunge in prossimità della tribulina di sòch ove è stata posizionata un’edicola di legno contenente una piccola biblioteca del bosco. Data l’amenità del luogo l’invito a soffermarsi per la lettura è davvero molto forte. Alla tribulina svoltiamo a sinistra imboccando il sentiero che risale la dorsale che separa Ascensione da Nespello. Da un lato abbiamo il ripido bosco, mentre dall’altro lato gli scorci sul paese iniziano a farsi interessanti.
In breve ci troviamo in località Altarello lungo la strada asfaltata che da Costa Serina conduce alla Forcella di Nespello. La seguiamo per un breve tratto fino alla chiesa della Madonna della Neve (890 m), dove incrociamo la strada provinciale che collega Cornalba a Trafficanti ed Aviatico. In corrispondenza dell’intersezione tra le due strade inizia il sentiero classico che conduce al monte Suchello, meta della gita odierna.
Siamo sul sentiero CAI n°519A che salendo a tornanti nel bosco raggiunge, in un quarto d’ora circa, i curatissimi pascoli della località stalle di Aràl (1000 m circa). Il suffisso ràl o aràl identifica quelle piazzole nel bosco dove un tempo venivano allestite le carbonaie. La produzione e il commercio del carbone rappresentavano una delle principali attività per le popolazioni montane.
Il sentiero procede ben protetto anche in questo tratto dai caratteristici muretti a secco fino a raggiungere la baita più alta, recentemente ristrutturata, riconoscibile dalla tipica pozza d’abbeverata. È molto frequente imbattersi in caprioli e camosci intenti a pascolare in questi bellissimi prati, soprattutto nelle prime ore del mattino. Appena sopra la pozza d’acqua non seguiamo la deviazione temporanea per il monte Suchello (collocata durante i lavori di sistemazione del sentiero), ma ci manteniamo sul sentiero marcato dalla segnaletica ufficiale.
Si entra nel bosco, dove la specie arborea prevalente è il faggio. Saliamo con un tracciato a tornanti che colpisce per il sedime ampio e privo di ogni tipo di ostacolo, frutto della recentissima sistemazione. Potrei azzardare nel dire che un tracciato così ben curato può essere facilmente percorso fino in cima da una MTB con pedalata assistita (molto più difficile per le bici muscolari date le pendenze severe).
La salita non concede molta tregua fino al baitèl del Güstì, vecchio appostamento di caccia collocato in posizione strategica. Nelle vicinanze della baita notiamo un paio di pozze d’acqua, una delle quali è ancora ghiacciata. Sono pozze realizzate dai cacciatori locali per l’abbeveraggio della fauna selvatica. Superata la baita, si possono apprezzare i lavori di sistemazione del sentiero in avanzata fase di completamento. Manca poco per arrivare al nuovissimo rifugio degli Amici della Montagna di Costa Serina, collocato su un panoramico terrazzo, appena sotto la croce di vetta del monte Suchello. Il rifugio verrà inaugurato ufficialmente il 10 luglio di quest’anno, occasione da non perdere. Quattro salti e raggiungiamo la croce (1541m).
Il panorama è spettacolare: a ovest abbraccia gran parte della Val Serina, i monti della Val Brembana e del lecchese. In secondo piano appare l’inconfondibile sagoma del Monte Rosa. Guardando a nord innanzi a noi svetta il profilo meridionale del Monte Alben, mentre sotto di noi, verso est, si dipana in tutta la sua lunghezza la Val Vertova con i monti della valle Seriana.
Recuperate le energie torniamo nuovamente al rifugio dove imbocchiamo il sentiero n°519 in direzione del Passo di Barbata. Stiamo scendendo lungo il versante nord del monte Suchello, perciò non meraviglia che a primavera ormai iniziata, sia facile trovare neve o ghiaccio lungo il percorso, che suggeriscono di usare la dovuta prudenza. Attorniati da un ambiente decisamente selvaggio, immerso in una natura non ancora spogliata della veste invernale, si scende rapidamente tra guglie rocciose fino a raggiungere un bellissimo capanno. Costruito con genialità e ardimento, sfruttando ogni roccetta e terrazzino per l’ubicazione delle gabbie, ci fa sentire dentro un paesaggio fiabesco.
Ora il sentiero prosegue in piano, aggirando un elegante sperone roccioso fino al Passo di Barbata (1312m), crocevia di numerosi sentieri per Cornalba, Aviatico, la Val Vertova e il Monte Alben. Nei pressi del valico si nota la struttura del roccolo di Barbata, importante punto di riferimento dell’attività venatoria dell’intera vallata. Qui grazie all’incontro con due escursionisti del posto, raccogliamo il ricordo della loro nonna, che insieme ai fratelli, quando erano ragazzini, si recava a piedi da Aviatico fino alle stalle del Sedernèl (in alta val Vertova), andata e ritorno in giornata con le gerle in spalla e zoccoli ai piedi per raccogliere la paglia. Un veloce colpo d’occhio per sincerarmi del percorso... altro che gli atleti dei nostri tempi, quelli erano veri campioni!
Al Passo di Barbata imbocchiamo il sentiero CAI n°519B in direzione valle del Ferro. Si scende rientrando subito nel bosco con un percorso che serpeggia tra simpatiche roccette ed eleganti faggi in un contesto estremamente selvaggio. Ci accompagna il sordo crepitio delle foglie secche che invadono il sentiero ricoprendo le nostre gambe fin quasi alle ginocchia, frutto della prolungata siccità.
L’attraversata di questa landa in cui la natura pare avere il sopravvento sull’uomo, richiama un episodio curioso che aveva coinvolto le popolazioni di questa vallata nel lontano 1300. A quei tempi, questi costoni inospitali erano abitati da lupi famelici e temibili orsi che minacciavano quotidianamente gli armenti delle popolazioni locali. Giunse loro voce di due paesi in quel di Como che, minacciati dagli orsi, affidarono le loro preghiere a S. Alessandro, ottenendo la grazia. Così i fedeli della valle Serina e della Costa di Sambusita fecero anch’essi voto al Santo patrono di Bergamo, che lealmente concesse la liberazione dal pericolo anche a loro. Da allora, ogni anno, il venerdì dopo l’Ascensione, inviarono una delegazione dei due Comuni a Bergamo in Cattedrale, pregando e offrendo i formaggi fatti con il latte prodotto in un giorno da tutto il loro bestiame. Non è dato sapere dove finisse tutto quel ben di Dio…
Al termine della discesa il sentiero 519B sbuca sulla strada asfaltata che raccorda Cornalba con Aviatico. Abbiamo imboccato la àl del Fèr (valle del ferro), che in questa zona si sovrappone al tracciato dell’antica via Mercatorum. Non sono riuscito a reperire notizie precise, ma si può ipotizzare che il nome derivi dall’attività di trasporto del ferro, estratto e lavorato non lontano da questa zona.
Percorriamo la strada per un breve tratto in leggera salita e, dopo esserci abbeverati presso la storica sorgente della àl del Fèr dove l’acqua sgorga freschissima direttamente dalla roccia, eccoci nuovamente alla Forcella di Nespello, nei pressi del Santuario della Madonna della Neve, chiudendo così il percorso ad anello del monte Suchello.
Per il ritorno ad Ascensione, anziché percorrere la monotona strada asfaltata, scegliamo di costruirci un itinerario di discesa sfruttando la rete di sentieri indicati nei pannelli di legno già descritti del Comune di Costa Serina, tutti ben segnalati. Così, come in una divertentissima prova di Orienteering, utilizzando le edicole strategicamente posizionate nei punti chiave, ci ritroviamo ad Ascensione dopo aver conosciuto contrade e angoli molto suggestivi di questo paese.
P.S. l’escursione classica al monte Suchello parte dal santuario della Madonna della Neve ed è lunga 8km circa con un dislivello complessivo di 700m. Considerare tre ore circa per coprire l’intero percorso. La variante con partenza da Ascensione allunga il percorso di ulteriori 7 km e 250m di salita, ma ne vale certamente la pena.
P.P.S. consiglio di curiosare la carta dei sentieri del Comune di Costa Serina al seguente link.