Non avete voglia di svegliarvi presto per portare i vostri bambini in montagna? Non per questo dovete stare a casa o accontentarvi della solita passeggiata al parchetto. Nei pressi di Bergamo ci sono tante passeggiate brevi, panoramiche, facili da raggiungere. Ne abbiamo selezionate 5, con l’aiuto del Cai, della bella App Orobie Active e del libro di Roberto Cremaschi “In montagna con i bambini”. Magari è la volta buona per smettere di fare i pigroni.
Da Monterosso alla Maresana
Monterosso, quartiere cittadino appena dietro lo Stadio di Bergamo, è il punto di partenza del sentiero 533, uno dei più utilizzati per raggiungere la Maresana. Il percorso è breve (un’ora tra salire e scendere) ma piuttosto ripido, l’altitudine sale velocemente dai 310 metri della partenza ai 546 metri della Maresana. L’imbocco è in via Quintino Alto. Si sale guadagnando quota, seguendo il sentiero denominato “Filone della Maresana” che conduce velocemente al colle della Maresana (546 m).
Il sentiero, volendo, porta fino a Selvino (ci vogliono 4 ore e mezza), oppure al Canto Alto o al Monte Luvrida (quest’ultimo è un percorso facile da fare anche con i bambini). Naturalmente si può rimanere tranquilli fra i prati della Maresana, con fontanelle, panche, tavoli, la chiesa di San Marco in Maresana.
Monte Bastia, da Scanzorosciate
Una passeggiata breve, senza sostanziale dislivello (dai 304 metri della partenza ai 424 dell’arrivo) che però regala bei panorami e, se siamo fortunati, incontri con i daini. La partenza è dalla piazzetta della Tribulina di Scanzorosciate, dove si può parcheggiare. Ci si incammina sulla via Pomarolo (riconoscibile da un’ampia stele dedicata alla Madonna), da qui si procede a piedi, salendo tra le ville con il panorama che man mano si allarga, fino a un bivio. Qui, per la gioia dei bambini, d’estate si trova un piccolo allevamento di daini. Si imbocca la strada sterrata a sinistra che procede sostanzialmente pianeggiante, offrendo la vista delle colline scanzesi coperte dai celebri vigneti del Moscato.
Siamo nel Parco locale di interesse sovracomunale, il Plis del monte Bastia e del Roccolo situato nei territori dei comuni di Scanzorosciate e Villa di Serio. La carrareccia procede fino alla sella del Cagnolo (410 metri), da cui si può scendere a Villa di Serio con l’antica mulattiera Carrezzola. Proseguendo il tracciato, su e giù per il crinale, si oltrepassano alcune aziende agricole con capre e pony. Si supera la cima del monte del Roccolo (429 metri). Ultima lunga discesa e ultima breve salita con già in vista la bianca chiesetta del monte Bastia, che domina dall’alto Scanzorosciate; costruita nel 1969 dal gruppo alpini di Scanzo, è dedicata alla Madonna Regina della Pace. Arrivati in “vetta” si può godere di un panorama strepitoso: dallo skyline di Milano agli Appennini, fino alle Alpi. Prima della chiesa incontrate utili servizi igienici e una tettoia che può offrire riparo. Il ritorno avviene per la stessa via dell’andata oppure, se non si ha necessità di recuperare l’auto, si scende in breve su Scanzo tramite la Via delle orchidee, identificata da barriere bianco-rosso-verdi poco prima della chiesa.
Tra le Valli d’Argon
Questo itinerario ci porta in un altro Parco locale di interesse sovracomunale, il Plis delle Valli d’Argon, che coinvolge i Comuni di Albano Sant’Alessandro, Cenate Sotto, San Paolo d’Argon e Torre de’ Roveri. Qui il territorio è caratterizzato da un paesaggio composto da colline con curve dolci e da valli mai strette o incassate, che hanno subito nei secoli l’opera incessante dell’uomo. Niente natura selvaggia: la particolare ubicazione vicina alla città, il carattere accogliente dei colli e l’esposizione felice dei versanti hanno determinato da sempre la presenza attiva dell’uomo in queste zone fin dalla preistoria. Consultando il sito del parco è possibile avere un’idea dei vari itinerari possibili. Noi abbiamo scelto quello che da San Paolo d’Argon porta al “percorso Vita” e a un’antica cascina.
Percorso facile e ombroso, adatto per le calde giornate estive, reso interessante anche per la presenza di alcuni attrezzi ginnici dislocati lungo il percorso. Dal parcheggio dietro l’abbazia Benedettina di San Paolo d’Argon (recentemente restaurata) parte un tratto ciclo-pedonale in direzione Est che lambisce le ultime case del paese. Il percorso raggiunge via Del Vago, qui bisogna svoltare a sinistra. Al termine della ripida stradina cementata parte un ampio sentiero che, salendo nel bosco, raggiunge il tratto attrezzato conosciuto come “percorso Vita”. Andando a destra lo si percorre in leggera salita rimanendo sempre sotto un fitto bosco. Ai margini sono posto vari attrezzi per l’esercizio fisico e un’area di sosta con tavoli e panchine.
Al termine si ripercorre lo stesso tragitto ma, anziché ridiscendere su via del Vago, si prosegue diritto in direzione cascina Casotto. La cascina, edificata nel 1622, è posta a quota 353 a nord-est dell’ex-Monastero di San Paolo d’Argon, sulla sommità dell’omonimo colle, nel punto più alto dell’antico “muro del brolo” che delimitava la proprietà originaria e più pregiata del Monastero benedettino. Si prende la strada cementata inizialmente con strette curve, dopo aver costeggiato per 150 m l’antico brolo rimasto a testimonianza dei confini dei possedimenti benedettini, un sentiero sulla sinistra ci riporta al Monastero da cui siamo partiti.
Il Bosco dei fontanili, a Spirano
Più che la “montagna” in città, la “montagna” in pianura. Andiamo alla scoperta del Bosco dei fontanili, a Spirano, nel pieno della pianura bergamasca. Quello dei fontanili del Conzacolo, al confine con Cologno al Serio, è un piccolo bosco della superficie di circa 5 ettari, lungo 750 metri e largo da 40 a 100. È la più preziosa sopravvivenza della foresta planiziale (cioè un terreno ricoperto da alberi ma in pianura, se ci pensate non ce ne sono più), con una ricca varietà di piante e la singolare collocazione tra le teste di numerosi fontanili. Assediata dalle colture intensive, la folta macchia del bosco spicca nella campagna.
Si parcheggia nei pressi del cimitero di Spirano, in via Oplida. Poco più avanti la strada diviene uno sterrato, poi supera la cascina Oplida e volge verso sud, fiancheggiata dall’asta quasi sempre asciutta di una prima serie di fontanili, le cui teste sono circondate dalla boscaglia. Si procede per circa mezzo chilometro e, appena oltre un alto pioppo nero ben visibile già in lontananza, un grande cippo segna l’ingresso al Bosco dei fontanili.
Lo sterrato si tiene ora al margine orientale del bosco, ma è più conveniente entrarvi con uno dei sentieri che si diramano in più punti. Provenendo dallo spazio aperto dei coltivi, l’ingresso nel bosco svela un ambiente del tutto inatteso, autentico archivio vivente di piante rare o scomparse nella restante pianura: croco bifloro, gigaro macchiato, asparago selvatico, sigillo di Salomone multifloro. Si tratta di un itinerario pianeggiante, senza alcuna difficoltà. Il tempo di percorrenza è di circa un’ora e mezza e il periodo consigliato va da fine febbraio a maggio.
Da Fontanella al Monte Canto
Una passeggiata in collina, anche questa inserita in un Parco locale di interesse sovracomunale, il Plis del Monte Canto e del Bedesco. Il monte Canto (710 m) è il più alto dei rilievi collinari a ovest della Valle San Martino. Appena sotto la cima del monte c’è l’antico villaggio del Canto di Pontida, un nucleo di cascinali abitato fino agli anni 1950, ora quasi completamente abbandonato.
La partenza della nostra passeggiata è dal piazzale dell’abbazia benedettina di Sant’Egidio in Fontanella, fondata nel 1080. Nei pressi si imbocca il cosiddetto “sentiero dei frati” (segnavia 891), una mulattiera che sale tra campi e vigneti, aprendosi via via a un panorama sempre più vasto.
Poco dopo avere raggiunto la località Caprile, si abbandona questo tracciato (che prosegue verso Sotto il Monte) per voltare a destra su un’altra mulattiera selciata e raggiungere le case del Canto. Da qui, dopo circa un quarto d’ora di cammino, si prende un sentiero sulla destra che porta velocemente alla chiesetta di Santa Barbara, dove si gode di un amplio panorama. La vista spazia sulla pianura dal fiume Adda al fiume Serio e nelle giornate limpide, oltre la pianura, si profilano le alture dell’Appennino Piacentino. È un bel luogo dove sostare, prima di tornare seguendo il percorso dell’andata.