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YouTube compie vent’anni

Articolo. Lanciato nel 2005 da ex-dipendenti di PayPal, YouTube è diventato la piattaforma video globale. Dopo l’acquisizione da Google nel 2006, è cresciuto enormemente, rivoluzionando la creazione di contenuti e l’intrattenimento, con 2,5 miliardi di utenti attivi

Lettura 6 min.
(Foto di Mamun_Sheikh - Shutterstock.com)

Primi anni Duemila, una sera d’inverno. Steve invita a cena Chad e Jawed, due ex-colleghi che non vede da mesi: vuole recuperare il tempo perso, parlare con loro della vita e divertirsi. A metà serata, spuntano una macchina fotografica e una videocamera: «è un momento da ricordare», deve aver detto qualcuno, e così Steve inizia a registrare. Qualche ora dopo, è giunto il momento di tornare a casa. Ma Chad e Jawed vogliono rivedere il video, prima di andarsene. Vorrebbero anche portarselo a casa, ma non è possibile. In effetti, fino alla fine del 2004 non c’è un modo semplice per condividere video con gli amici e con il resto del mondo: si possono registrare videocassette e DVD, ci si possono scambiare chiavette USB, ma si tratta pur sempre di procedure che richiedono di vedersi di persona e scambiarsi un oggetto fisico. Ci vuole tempo - tempo che Steve, Chad e Jawed non hanno. Sono tutti e tre programmatori, ex-impiegati di PayPal, abilissimi nello scrivere righe di codice e nel costruire siti web. Decidono di prendere le cose in mano e di creare una piattaforma unica nel suo genere, aperta a tutti e dove ciascuno possa caricare i video delle cene di Natale, delle gite fuori porta e dei barbecue estivi, per poi inviarli con un solo click ad amici e parenti. È l’inizio di qualcosa di rivoluzionario: è il seme da cui nascerà YouTube, qualche mese dopo.

Dal video allo zoo (della durata di 18 secondi) al successo planetario

Il 14 febbraio 2005, YouTube va online - sì, sono già passati vent’anni! Per la verità, per circa due mesi l’homepage resta vuota: quello di Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim è un progetto amatoriale. Mancano i video, ma intanto i tre lavorano per renderlo utilizzabile da chiunque, anche senza competenze tecniche. Il “secondo compleanno” di YouTube cade il 23 aprile, quando il video «Me at the Zoo» viene pubblicato sulla piattaforma: il video dura pochissimo, 18 secondi appena, ed è stato girato da Yakov Lapitsky, un amico d’infanzia di Jawed. Quest’ultimo ne è il protagonista: un po’ come in un documentario, il ragazzo si trova di fronte alla gabbia degli elefanti dello zoo di San Diego, fa un breve commento sulla lunghezza delle loro proboscidi e… il video si interrompe. D’altro canto, l’idea iniziale di YouTube è quella di creare una piattaforma per le persone comuni, per le famiglie che vogliono caricare in rete e condividere dei momenti di vita vissuta. Lo slogan è «Tune In, Hook Up» - ben diverso dal «Broadcast Yourself» che la compagnia usa oggigiorno. Un paio di settimane dopo la pubblicazione del primo video, YouTube va in “beta”: il sito viene aperto a qualche migliaio di persone, mentre gli sviluppatori lavorano a un codice semplificato, che permetta a tutti di pubblicare i propri video anche senza avere delle competenze tecniche troppo specifiche. L’esempio è Flickr, che però supporta solo le fotografie.

Il primo video caricato su Youtube Me at the zoo
Il primo video caricato su Youtube Me at the zoo

Sei mesi di lavoro e si arriva ai 2 milioni di visitatori al giorno

Passano sei mesi, e YouTube è finalmente pronto per accogliere il pubblico di massa: dalle 30mila visite giornaliere del periodo di sperimentazione si passa ai due milioni di visitatori al giorno di dicembre 2005, che salgono a 25 milioni a gennaio 2006. I video caricati sono più di 20mila al giorno, portando il totale a 25 milioni entro marzo. È un successo senza precedenti: nell’estate del 2006, YouTube viene visitato da 100 milioni di persone ogni giorno e i ricavi generati dalle pubblicità sono immensi. La scommessa di Steve, Chad e Jawed si rivela vincente.

Dai video di famiglia ai contenuti protetti dalla proprietà intellettuale

Ma il successo porta con sé anche i primi problemi. Innanzitutto, i colossi mediatici iniziano ad interessarsi alla piattaforma: nel 2006, YouTube stipula un accordo con la NBC - una delle maggiori emittenti americane - per l’integrazione dei suoi video nelle trasmissoni televisive. L’accordo impone però una profonda revisione delle politiche di YouTube, che non aveva ancora delle linee guida per la pubblicazione di contenuti protetti da diritti di proprietà intellettuale: non che ce ne fosse bisogno, per una piattaforma pensata per brevi video di famiglia. Nel periodo d’oro della pirateria informatica, l’assenza di una policy chiara si rivela drammatica, e per evitare guai legali YouTube mette al bando i contenuti protetti da copyright. Mossa tardiva: tutte le aziende del settore dell’intrattenimento iniziano a scavare nei database della piattaforma e a farle causa non appena scovano un video di loro proprietà. YouTube deve spendere cifre enormi per gli avvocati, e i suoi tre fondatori iniziano a guardarsi attorno per trovare qualche azienda più grande disposta ad aiutarli.

L’acquisizione di Google e l’addio dei fondatori

Accanto alle spese legali, c’è un secondo intoppo: dalla fine del 2005 in poi, YouTube ha acquistato un server dietro l’altro per gestire l’enorme mole di traffico e la quantità gigantesca di dati caricati dagli utenti. Altri costi, per giunta elevatissimi. Trovare un acquirente è dunque impellente. Il caso vuole che proprio nel 2005 un colosso della Silicon Valley avesse tentato un ingresso nel mondo delle piattaforme video. Stiamo ovviamente parlando di Google: mentre YouTube era in beta, l’azienda di Mountain View aveva lanciato l’esperimento Google Video, che però non era mai decollato. Di fronte all’enorme successo di pubblico della piattaforma dei tre ex-sviluppatori di PayPal e alle sue difficoltà nel restare a galla, “Big G” non ci pensa due volte: nel mese di novembre del 2006, Google compra YouTube per 1,65 miliardi di Dollari. La transizione è indolore, almeno per gli utenti, e YouTube continua ad operare esattamente come prima. Ma si comincia a pensare in grande: la piattaforma si arricchisce di funzioni, le visite aumentano, e così anche i canali e i video. L’ufficio legale di Google si occupa di tutte le grane con le compagnie di Hollywood, mentre i server dell’azienda si rivelano prontissimi per gestire milioni di nuovi iscritti. Iscritti che non fanno che aumentare, grazie all’ingegno di “Big G”.

I video che fanno guadagnare e la prima diretta dalle Olimpiadi di Londra

Nel 2007 viene aperto il programma di partnership, che permette ai creatori di contenuti di guadagnare denaro reale in base al numero di visite dei loro video. Nel 2008 viene stipulato un accordo con la Metro-Goldwyn-Mayer, la compagnia di Hollywood con la libreria di film più grande al mondo, per la riproduzione gratuita dei suoi classici proprio su YouTube. Tra il 2012 e il 2013 hanno inizio le trasmissioni in diretta: YouTube manda in chiaro le Olimpiadi di Londra, raggiungendo una fascia di pubblico - quella adulta - che fino ad allora si era tenuta lontana dalla piattaforma.

Un miliardo di visualizzazioni per «Gangnam Style» e «Despacito»

Il coronamento di questo successo è il raggiungimento del miliardo di visualizzazioni da parte del videoclip di «Gangnam Style», tormentone del cantante sudcoreano PSY che resterà il video più visto fino al 2020 (a superarlo sarà poi «Despacito»). Quello di YouTube è un exploit di cui, però, nessuno dei tre cofondatori della piattaforma può godere: dopo l’acquisizione da parte di Google, Steve Chen, Chad Hurley e Jawed Karim lasciano o vengono cacciati. I primi due non si allontanano dalla Silicon Valley, ma fondano una serie di startup dal successo assai variabile, tra cui AVOS Systems: l’azienda lancia nel 2013 la piattaforma MixBit, che unisce le dinamiche social di piattaforme come Vine e Instagram alla riproduzione di video di YouTube. MixBit, alla fine, non ha successo e cessa di esistere nel 2018. Jawed, invece, riprende la laurea che aveva abbandonato proprio per dedicarsi a YouTube, per poi gettarsi nel mondo degli investimenti e della finanza. Dei tre, Karim - che pure è sempre stato considerato il co-fondatore meno importante, perché non aveva le stesse competenze di Steve e Chad - è stato l’unico a interessarsi attivamente a YouTube dopo aver lasciato la compagnia. E lo ha fatto in un modo molto particolare: aggiornando periodicamente la descrizione del video “Me at the Zoo”, quello pubblicato nel lontano 2005, per criticare Google per le sue scelte più controverse, come la rimozione del tasto “non mi piace” nel 2021.

L’incredibile ascesa di YouTube

Dopo l’acquisizione di Google, YouTube è cresciuta a dismisura, anche se il suo cuore resta sempre lo stesso: lo streaming video. La piattaforma si è rivolta sempre più risolutamente, a partire dal debutto del programma partner, ai creatori di contenuti, permettendo a numerosi professionisti di rendere la pubblicazione di video il proprio lavoro. A oggi, YouTube conta ben 2,5 miliardi di utenti attivi, mentre le stime indicano che poco meno della metà di tutti coloro che hanno accesso a internet lo utilizzano almeno una volta al mese. L’elevato numero di utenti attivi posiziona il servizio al secondo posto tra le piattaforme più grandi al mondo, dopo Facebook. Ma non è tutto rose e fiori: gli utenti attivi sono leggermente calati tra il 2022 e il 2023, dopo l’enorme crescita del periodo pandemico - da poco meno di 2 miliardi nel 2019 a 2,3 miliardi miliardi nel 2021 - mentre la competizione di piattaforme basate sui video brevi girati in verticale, come TikTok e Instagram, si sta facendo sempre più serrata. Nel tempo, però, Google ha integrato sempre più servizi su YouTube, che ormai è una piattaforma imprescindibile per chiunque desideri creare contenuti in rete: su YouTube si trovano video brevi e lunghi, interi film e serie TV, trasmissioni in diretta, intere community di appassionati dei temi più disparati e milioni di playlist di video di ogni tipo, dalla musica alle ricette di cucina. A fine 2024, sulla piattaforma erano presenti la bellezza di 4,3 miliardi di video!

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