Nuove schede grafiche, robot tuttofare e tanta, tantissima IA: queste sono le novità principali del CES 2025 , la kermesse più importante del mondo hi-tech. Puntuale come un orologio svizzero, la fiera si è svolta a inizio gennaio a Las Vegas. Con più di 141.000 partecipanti e 4.500 espositori (1.400 dei quali sono startup), il CES è stato il laboratorio più importante dove scoprire i trend tecnologici dell’anno venturo - e forse anche oltre. A dirla tutta, a questo giro il CES è stato meno roboante rispetto all’edizione 2024.
Per cominciare, c’è stato un chiaro “vincitore”: stiamo parlando di NVIDIA, che ha convinto tutti con le sue schede video GeForce RTX 50 - un concentrato di performance per i videogiocatori e per l’Intelligenza Artificiale, per giunta con un prezzo non troppo alto. Ci sono poi state due “sconfitte” di peso, ovvero AMD (che ha subìto il primato di NVIDIA, specie nel settore delle schede grafiche) e Intel, che, come vi abbiamo raccontato qualche mese fa, sta attraversando un periodo di crisi senza precedenti, dal quale non sembra essersi ancora ripresa.
Sono invece mancati i prodotti wow, quelli che anticipano i tempi, che l’anno scorso c’erano eccome: colpa del terribile flop di Humane AI Pin e di Rabbit R1, entrambi presentati a Las Vegas, osannati dal pubblico come il futuro dell’IA e degli smartphone (quando non della tecnologia tutta) e che invece si sono rivelati incapaci di mantenere le loro promesse, una volta arrivati sul mercato. Ecco dunque cosa ci ha detto l’ultima edizione del CES sul futuro dell’hi-tech.
NVIDIA sbanca con le schede grafiche GeForce RTX 50
Si parte con le nuove componenti, che saranno il cuore dei PC desktop e laptop del 2025 e dei primi mesi del 2026. L’annuncio più importante del CES, come abbiamo anticipato in apertura, sono state le schede grafiche GeForce RTX 50 di NVIDIA: presentate al pubblico il 6 gennaio, le nuove GPU hanno cementato il primato del loro produttore nel settore delle componenti per PC.
NVIDIA arrivava al CES da vincitrice nel settore dell’IA, ma ha tenuto a ribadire il suo peso anche sul mercato consumer: con una presentazione tenuta in uno stadio (!), il CEO dell’azienda Jensen Huang - sempre più “rock”, con tanto di giubbotto di pelle - ha annunciato lo stato dell’arte dei chip grafici per il prossimo biennio. Svelate dunque le RTX 5090, 5080, 5070 Ti e 5070, destinate alla fascia alta e medio-alta dei gamer su PC: le prime due usciranno già il 30 gennaio, mentre per le altre ci sarà da aspettare fino al mese di febbraio. Si tratta di quattro chip dalle performance spaccamascella, almeno stando ai dati ufficiali (tutti da verificare, ma le recensioni della stampa arriveranno solo tra qualche settimana): prestazioni doppie rispetto al corrispettivo della serie RTX 40, per giunta a un prezzo uguale o inferiore rispetto a queste ultime. Una bella dimostrazione del salto di potenza ottenuto da NVIDIA nel corso degli ultimi 24 mesi, grazie anche all’utilizzo della medesima architettura Blackwell delle grafiche per server e datacenter.
Da AMD ci si aspettava una risposta a basso prezzo alle schede video di NVIDIA: competere con Jensen Huang nella fascia medio-alta del mercato è impossibile, ma nel settore medio-basso ed entry-level le cose cambiano. Per farla semplice, la RTX 5070 - la scheda grafica meno potente di NVIDIA - costa 659 euro, e non tutti posso permettersi di investire una cifra simile per il proprio nuovo PC. Per questo, AMD doveva lanciare le Radeon RX 9000 (le sue nuove GPU) per occupare la fascia al di sotto dei 600 euro, dove attualmente possiede un quasi-monopolio. In fin dei conti, la compagnia due schede video le ha presentate: al CES sono state svelate le Radeon RX 9070 XT e 9070, mentre una 9060 è stata promessa per i prossimi mesi.
Il problema? Zero informazioni su specifiche tecniche, data d’uscita e, soprattutto, prezzo. Di fronte a una comunicazione così frammentaria e oscura, i consumatori hanno fatto un passo indietro: la fiducia nei confronti del “Team Rosso” è ai minimi storici, e forse neanche un evento interamente dedicato alle nuove grafiche - in programma tra gennaio e febbraio, pare - potrà risollevare le cose. Ma perché AMD ha optato per una mossa quasi suicida, soprattutto in termini comunicativi? La risposta è semplice: paura di NVIDIA. La conferenza dell’azienda di Sunnyvale era prevista poche ore prima di quella della rivale, e l’impressione è che abbia voluto evitare di divulgare troppe informazioni (a partire dai prezzi) per non prestare il fianco al competitor.
Anziché concentrarsi (come avrebbe dovuto) sulle schede grafiche, AMD si è focalizzata sui suoi nuovi processori delle serie Ryzen 9000X3D, Ryzen 9000HX3D, Ryzen AI 300, Ryzen AI 300 Max e Ryzen AI 200, insieme ai chip Ryzen Z2 - questi ultimi destinati i PC handheld, una delle grandi novità tecnologiche del 2024. La nuova offerta di CPU del “Team Rosso” è davvero enorme, per tutte le tasche e per tutte le necessità: le nuove aggiunte nella linea Ryzen 9000 sono pensate per i videogiocatori su desktop e su laptop, colmando una nicchia lasciata quasi completamente sguarnita da Intel, i cui ultimi processori (alcuni dei quali presentati proprio al CES) hanno lasciato molto a desiderare.
Le novità delle serie Ryzen AI, invece, promettono di coniugare l’IA con il gaming in mobilità (nel caso dei Ryzen AI 300 Max) e di portare l’Intelligenza Artificiale anche su PC di fascia bassa (nel caso dei Ryzen AI 200): nel 2025, insomma, sarà finalmente possibile mettere le mani su un laptop capace di eseguire localmente applicativi basati sull’IA generativa spendendo circa 500-600 euro. In tal senso, AMD è riuscita a schiacciare la concorrenza di Intel, che al CES ha portato solamente i processori Arrow Lake-HX ad alte prestazioni per PC portatili destinati ai videogiocatori - una categoria di mercato da sempre molto rappresentata alla kermesse americana. Per i prossimi chip per l’IA (nome in codice: Panther Lake) ci sarà da aspettare il Computex di Taiwan, tra il 20 e il 23 maggio.
Il mercato delle TV continua a stagnare
Accanto ai laptop da gaming e alle componenti per PC, il CES è da sempre la cornice dei lanci delle nuove TV per l’anno appena iniziato. In tal senso, nel corso della kermesse abbiamo assistito alle presentazioni dei nuovi televisori di marchi del calibro di Samsung, LG, Panasonic, Sony, Hisense e TCL. Nel 2025, in realtà, non ci si aspettano grosse novità nel mondo TV: d’altro canto, l’8K è ancora fermo a una diffusione minima, mentre a farla da padrone restano il 4K e, soprattutto, il FullHD.
Il problema principale degli schermi ad alta risoluzione è che, al momento, sono essenzialmente inutili: nessuna delle principali piattaforme di streaming supporta l’8K su larga scala, rendendo di fatto superfluo l’acquisto di un televisore con questa risoluzione. Mentre l’8K latita, i prezzi delle TV 4K e fullHD si abbassano e i produttori si concentrano sulle tecnologie dei pannelli: anche sotto questo punto di vista, a dominare restano l’LCD, il LED e il QLED, mentre le tecnologie OLED e mini-LED sono ancora troppo costose per essere implementate su larga scala, benché ormai dei televisori che le utilizzano si trovino in qualsiasi negozio di elettronica (a patto di voler spendere più di mille euro).
La vera novità del CES 2025 sono stati i TV RGB mini-LED e micro-LED, presentati da Samsung, TCL e Hisense a Las Vegas. Senza scendere troppo nel tecnico, si tratta di una tecnologia che promette di ottenere una resa cromatica senza paragoni, grazie alla sostituzione dei LED standard (di colore blu) con una tripletta di LED blu, verdi e rossi. Resta da capire quanto costeranno e quanto rapidamente verranno adottati dalle principali compagnie del settore.
Le stesse tecnologie si stanno facendo strada anche nel mercato dei monitor, dove però è l’OLED a spopolare, insieme ai formati curvi (che invece sembrano aver esaurito il loro momento di gloria nel campo TV). Le novità più avveniristiche riguardano invece il campo dei proiettori - mercato piuttosto dinamico in cui tantissime aziende si sono lanciate con proposte di ogni fascia di prezzo e di ogni formato possibile e immaginabile. Anche qui, però, l’innovazione sta iniziando ad affievolirsi e possiamo aspettarci un assestamento su pochi formati e marchi di grande richiamo entro tre o quattro anni.
Per i fanatici dell’intrattenimento casalingo, infine, c’è da segnalare la doppia presentazione dell’Audio Eclipsa e dell’HDMI 2.2. Il primo è uno standard sviluppato da Samsung e Google, già disponibile sui nuovi TV dell’azienda coreana e supportato da Netflix e dalle altre piattaforme di streaming , che promette di introdurre una tecnologia rivale della monopolista Dolby, che con il suo Atmos detiene la totalità del mercato dell’audio 3D, con grossi costi di licenza per i produttori di TV. L’HDMI 2.2 è la nuova versione dello standard HDMI: si tratta di una tecnologia quasi futuristica, con una larghezza di banda pari a 96 Gbps, che permette di riprodurre continuti in 10K a 120 Hz. Considerato che la maggior parte delle TV in circolazione tocca al più i 4K a 60 Hz (o, alla meglio, a 120 Hz), ci sarà da aspettare almeno fino al 2030 per assistere a un utilizzo completo delle potenzialità del nuovo standard.
I robot aspirapolvere con le “mani”
Un’altra categoria di prodotti che ha attirato l’attenzione del pubblico al CES 2025 è stata quella dei robot aspirapolvere. Settore anch’esso in grande fermento, quello della pulizia smart della casa sta sperimentando tantissime innovazioni diverse, nel tentativo di capire quali sono le più utili e le meno costose da implementare. Lo scorso anno, per esempio, sembrava che la moda fosse quella dei robot che salgono e scendono le scale, permettendo di pulire i pavimenti delle case su due o più piani senza doversi dotare di una piccola flotta di automi. La scarsa richiesta di questa tecnologia, però, ha fatto deviare i principali produttori verso i bracci meccanici capaci di spostare e sollevare piccoli soprammobili o ostacoli sul pavimento (calzini, scarpe e via dicendo) per evitare di lasciare macchie e altre tracce di sporco durante la pulizia.
Una delle novità più interessanti in tal senso è il Roborock Saros Z70 , che unisce un braccio meccanico OmniGrip con un software basato sull’Intelligenza Artificiale per la pulizia ad alta efficienza. Finalmente, inoltre, arriva una delle novità che gli utenti chiedevano da tempo e che finora è rimasta relativamente inutilizzata, ovvero la possibilità di usare la fotocamera dell’aspirapolvere per controllare la casa, muovendosi tra una stanza e l’altra utilizzando il robottino lavapavimenti. La funzionalità, finora limitata a pochissimi dispositivi, sta lentamente facendo il suo debutto su larga scala: al CES, diversi produttori hanno puntato sul doppio utilizzo dei loro dispositivi come aspirapolvere smart e sistema di sicurezza controllabili con lo smartphone.
Più estremo è invece il robot tuttofare Switchbot K20 Pro Plus, un aspirapolvere con un attacco modulare Fusion Platform, con il quale è possibile collegare una pletora di accessori al corpo macchina: sul device, per esempio, è possibile montare un alloggiamento per il tablet, una fotocamera wireless oppure un purificatore d’aria.
La cinese Dreame, invece, ha proposto un intrigante concept, questa volta capace di modificare le sue stesse spazzole e setole, prelevando con il suo braccio meccanico quelle più adatte alla pulizia di ogni macchia del pavimento da un’apposita “scatoletta degli attrezzi” venduta insieme al robot. Si tratta però di un prodotto allo stadio concettuale, che difficilmente vedrà la luce del mercato (quantomeno in tempi brevi).
Un concept dello scorso anno che ora sta per concretizzarsi in un prodotto di grande distribuzione è invece il laptop Lenovo ThinkBook Plus Gen6. Si tratta di un PC portatile con schermo “srotolabile”, che si estende dai 14” ai 16,7” tramite un apposito sistema motorizzato: per farvi un’idea più chiara del prodotto, vi consigliamo di dare un’occhiata alla prova video realizzata dal portale americano The Verge. Si tratta forse del prodotto più interessante di questo CES, se non altro perché arriverà veramente in commercio a breve, rivoluzionando (si spera) il design dei PC portatili.
L’Intelligenza Artificiale per tutti
Il trend dominante del CES 2025 è stato quello dell’IA, benché in una forma più matura e meno esuberante rispetto al passato. Se nel 2024 le aziende della Silicon Valley si chiedevano quali nuovi dispositivi sarebbero nati sull’onda di ChatGPT e compagnia, nel 2025 le prospettive sono ben diverse: l’impatto dell’IA sulla tecnologia consumer sarà trasformativo, e non distruttivo. Il che significa che occorre trasformare i prodotti esistenti implementando l’IA sotto la loro scocca, e non creare da zero dell’hardware completamente nuovo.
Un altro filone molto interessante è quello della progressiva democratizzazione dell’IA: per far girare ChatGPT, Google Gemini e compagnia a dovere è necessario che un dispositivo possieda una certa potenza di calcolo, che Microsoft stima in almeno 40 TOPs (trilioni di operazioni al secondo). I chip che raggiungono questo limite minimo sono sempre stati piuttosto costosi, ma con i Ryzen 200 di AMD si scende finalmente di prezzo, e un futuro in cui ogni PC è pronto per l’Intelligenza Artificiale è oggi molto più vicino di quanto non lo fosse nel 2024.
Al contempo, NVIDIA ha presentato Project Digits, il suo server “casalingo” per l’IA, con un costo di circa 3.000 dollari e che porta la potenza di un piccolo datacenter sulla scrivania. Digits permette di addestrare in locale dei modelli IA complessi, e permette di farlo consumando pochissimo. Ciò significa che presto ognuno potrà crearsi a casa la propria IA e usarla per ciò che preferisce: poco cambierà per il consumatore medio (forse), ma potrebbe trattarsi di una novità enorme per le aziende, per i creativi e per settori come la medicina, la ricerca e l’università.
Accanto ad AMD, Qualcomm ha lanciato i chip Snapdragon X, dei processori con architettura Arm anch’essi pensati per i cosiddetti “PC Copilot+” - quelli con l’Intelligenza Artificiale di Microsoft sotto la scocca, per intenderci. Dotati di una Neural Processing Unit (NPU) da 45 TOPs, gli Snapdragon X si faranno strada sul mercato nel corso del 2025 e rappresentano la proposta entry-level dell’omonima linea, al di sotto degli Snapdragon X Plus e X Elite, rispettivamente destinati alla fascia da 700-1.000 Euro e di quella al di sopra dei 1.000 Euro.
Tutto ciò dovrebbe contribuire a una democratizzazione dell’IA nel futuro prossimo, in parallelo con la diffusione dei tool di OpenAI per l’Intelligenza Artificiale generativa in campo testuale, per le immagini, per i video e per la programmazione. Di prodotti espressamente dedicati all’IA, invece, se ne sono visti ben pochi, e tutt’altro che rivoluzionari. L’unica novità vera, in questo settore, è il Romi di Mixin, un “robot conversazionale” pensato appositamente per fare compagnia a chi lo acquista parlando un po’ con lui o con lei grazie alle capacità di linguaggio naturale offerti dai chatbot di OpenAI, Google e Meta. Al di là delle sue capacità conversative, però, il robot non fa… nulla!