Di Groppello (frazione di Cassano d’Adda), Gabriele ha presentato un elaborato ispirato dalla visita alla Diachem spa nell’abito del progetto PMI DAY, iniziativa promossa dalla Piccola Industria di Confindustria Bergamo per diffondere e promuovere tra i giovani la cultura d’impresa. Non corrisponde al classico stereotipo del secchione: sportivo e socievole, dai molti interessi, ha anche dovuto fare i conti con la dislessia.
Agricoltura verticale
In futuro la coltivazione di frutta e ortaggi richiederà una sempre maggiore attenzione allo spazio, alle risorse impiegate e ai costi. Una tematica molto importante che ha ispirato il progetto di Gabriele Nava, sotto la guida della docente Palmira Pezzetti, docente della Scuola Secondaria La Sorgente di Caravaggio.
“L’idea mi è venuta mettendo insieme diverse suggestioni. Vivo in un paese di campagna e sin da piccolo ho visto le macchine al lavoro nei campi. Quando la professoressa ci ha detto del concorso mi è tornata in mente la visita presso Diachem spa, che realizza prodotti per l’agricoltura. In più a scuola abbiamo studiato il principio di rotazione delle colture e ho visto alcuni documentari sulla storia dell’agricoltura”, racconta Gabriele.
Nasce così un progetto di agricoltura verticale, dove a ogni “piano” vengono coltivati germogli diversi, tramite un braccio robotico, dotabile di diversi attrezzi, per raccogliere e coltivare. L’annaffiatura avviene tramite un impianto idraulico posto sul fondo del piano superiore, a simulare la pioggia.
Un progetto nato fra la scuola in presenza e la didattica a distanza, grazie alla professoressa di Tecnologia, Palmira Pezzetti, “che riesce sempre a spiegarsi bene e a farci concludere i lavori”, commenta lo studente. Insomma, un esempio di buona scuola.
Ufo Robot
Più che appassionato di agricoltura, Gabriele Nava lo è di robotica: “Una passione nata già alle elementari, quando mio padre mi raccontava dei vecchi cartoni animati come Ufo Robot, leggendo libri a tema (“Robot. Le macchine del futuro” di Roberto Sorgo, Edizioni Gribaudo, ndr) e guardando in televisione Battlebots, i combattimenti fra i robot. Ho cominciato provando a disegnarli, ne ho pensati 8, con caratteristiche diverse in prima media”.
Gabriele ha appena iniziato le superiori, dai Salesiani di Sesto San Giovanni, scegliendo un percorso di studi in meccanica e meccatronica: “Mi piacerebbe sfruttare la robotica per effettuare innovazioni nel campo dei trasporti, dei soccorsi medici o anche nell’industria. La robotica sta entrando nella vita quotidiana delle persone e mi piacerebbe che potesse aiutarle”.
Una questione di famiglia
Maggiore di tre fratelli, Gabriele Nava ha ereditato le abilità manuali del nonno e del papà, spinto in questo anche dalle scelte educative della famiglia: “Non ha avuto lo smartphone prima di quest’anno – racconta il padre Michele Nava – trovo sia molto pericoloso per i livelli di attenzione e per la postura. È un attimo essere inghiottiti dai social e non rendersene conto”.
Realizzare il progetto di Industriamoci Junior è stato un affare di famiglia: “Gabriele ha coinvolto il nonno, esperto presepista, nella realizzazione della struttura in polistirene e ha sfruttato me per l’impianto elettrico, organizzando il lavoro di tutti”, continua il padre.
Ora Gabriele sembra avere trovato la sua strada, ma il suo percorso scolastico non è stato sempre semplice e lineare. Alle elementari è stato certificato dislessico, disgrafico e discalculo e ha fatto per anni riabilitazione. “Ho avuto tanta difficoltà a scuola. Non capivo perché ero diverso dagli altri, ma pian piano con l’aiuto della mamma sono migliorato”, spiega Gabriele. Tanto lavoro, fin dalla prima elementare: “Ci siamo sempre impegnati molto, per noi la famiglia è una squadra. È stato faticoso, ma ora stiamo raccogliendo i frutti”, dice il padre.
Diavoli rosa
Gabriele è anche un pallavolista di buon livello, che gioca con i Diavoli rosa di Brugherio. “Ho iniziato ad appassionarmi guardando le Olimpiadi, anche i miei genitori hanno giocato a pallavolo”. Ha cominciato a giocare in quarta elementare, come fuori quota più piccolo nella squadra femminile.
Le sue difficoltà nel praticare uno sport giocato prevalentemente da ragazze sono state simili a quelle che devono affrontare le piccole calciatrici nelle squadre maschili: “A livelli un po’ più alti non si può giocare in una squadra mista, trovammo una squadra maschile ma eravamo sempre troppo pochi e per un paio di anni non sono riuscito a giocare”. Un po’ centrale e un po’ attaccante, Gabriele ora si allena quattro volte a settimana con i Diavoli rosa, in attesa che inizi il campionato. “Ho avuto la fortuna di trovare anche nella mia classe due ragazzi che giocano a pallavolo; è un’altra grande passione”.