Daniele Gamba è l’esempio più classico dello “smanettone” che riesce a fare della sua passione un lavoro. Classe 1994, di Boccaleone, ama trafficare con i computer fin da piccolo. Studia al Natta, liceo scientifico-tecnologico, e poi Ingegneria Informatica a Dalmine. Qui approfondisce gli algoritmi di machine learning, che sono alla base dell’intelligenza artificiale e – ancora prima di laurearsi alla specialistica – con un compagno di corso fonda una startup: AISent (Artificial Intelligence Sentinels).
Una calcolata voglia di rischiare
“Volevamo metterci alla prova, già facevamo ricerca e sviluppo in Università, ma dovevamo capire se ce l’avremmo fatta da soli sul mercato. Quello era il nostro obiettivo, più che diventare imprenditori”, racconta. Alla base una calcolata voglia di rischiare: “La mia passione è legata all’attività che ho la fortuna di fare, questo mi permette di fare sacrifici – soprattutto in termini di ore di lavoro – senza che mi pesino troppo. Quando abbiamo fondato l’azienda sentivo che potevo rischiare tutto e volendo anche di sbattere la faccia. Dopotutto vivevo ancora con i miei e avrei potuto trovare un altro lavoro, per un ingegnere informatico c’è sempre mercato. Fosse andata male avrei perso il capitale investito all’inizio, ma niente di troppo grave”. Padre impiegato e madre casalinga, Daniele Gamba non viene da una famiglia di imprenditori, ma ha subito intuito le potenzialità di un settore in espansione, come quello dell’intelligenza artificiale.
Cosa fa una sentinella tecnologica
Scopo dell’azienda è cogliere i primi segnali di innovazione e trasformarli in soluzioni di impatto per la vita e per il business. “A livello di ricerca, l’intelligenza artificiale ha avuto un’esplosione dal 2014, con algoritmi e tecniche sempre più performanti ed efficienti. Noi all’interno di questo vasto mondo ci siamo focalizzati su due aspetti: computer vision e serie storiche”. Di cosa si tratta? Di estrarre informazioni da immagini o video, i campi di applicazione possono essere i più diversi: dal controllo di qualità dei sistemi industriali al riconoscimento e tracciamento delle persone negli aeroporti per misurare i tempi di attesa. Le serie storiche, invece, sono modelli che si applicano ai dati nel tempo e possono essere usate, ad esempio, per la manutenzione predittiva dei macchinari.
Tante le storie di successo di AISent. Dalla programmazione di algoritmi per la produzione di prodotti alimentari – controllando le tante variabili come temperatura dell’acqua, umidità dell’aria, viscosità, stabilità dell’impasto – alla manutenzione predittiva di macchine per il taglio del marmo, alla diagnosi intelligente per la medicina di precisione (AISent ha progettato un algoritmo di intelligenza artificiale che stima il livello di ossigenazione del sangue).
Clienti importanti
In AISent lavorano una decina di persone, l’età media è di 29 anni e mezzo e c’è una percentuale di donne non trascurabile in un’azienda di questo settore, il 33% “fra cui una designer che si occupa di fornire l’interfaccia ai nostri prodotti. Altre figure professionali sono data scientist e ingegneri informatici, fisici e matematici. Ci siamo suddivisi il lavoro e io seguo principalmente le applicazioni industriali”, spiega Daniele Gamba.
La maggiore soddisfazione? “Riuscire a lavorare con clienti importanti, come Leonardo, Sacbo, Siemens, e vedere i propri prodotti sulle linee produttive del cliente. Ci ripaga dei tanti momenti difficili, come soci e investitori, per continuare a costruire e migliorare”.
L’azienda non ha risentito del Covid, se non all’inizio per qualche progetto arenato, ma anzi è cresciuta: “Abbiamo realizzato soluzioni utili per l’aeroporto per rilevare il rispetto del distanziamento sociale e evitare gli assembramenti”.
Una startup che cresce
Ora AISent è nel pieno del processo per strutturare l’azienda per e garantire una crescita più pianificata. “Stiamo facendo il passaggio da startup autogestita a società con dinamiche interne, che vuole strutturarsi”.
In questo è aiutata anche dall’aver vinto un importante riconoscimento nazionale, la Startup Marathon, promossa da Unicredit che ha selezionato 42 tra le migliori realtà innovative italiane all’interno di incubatori e parchi tecnologici, per valorizzare la fase iniziale dell’attività di un’azienda. L’azienda bergamasca, che si è sviluppata all’interno dell’Incubatore al Point di Dalmine, è risultata la prima assoluta. È il secondo premio nazionale vinto da AISent dopo l’iniziativa promossa da Unioncamere “Bul Factor Banda Ultra Larga”. “È stata una sfida molto combattuta, che ci dà accesso al programma di accelerazione Unicredit e di accompagnamento e ricerca di investitori”.
L’azienda cresce in fretta, superando il mezzo milione di fatturato: “ora ci auguriamo che questo nuovo riconoscimento favorisca una crescita finanziaria e una maggior visibilità internazionale”.