La pandemia e il lockdown hanno accelerato e accentuato le disuguaglianze del nostro Paese, fra queste il cosiddetto divario digitale, ovvero la possibilità di connessione e di dotazione del materiale informatico adeguato per affrontare i continui stop and go della scuola, fra lezioni in presenza nelle classi e la Didattica a distanza (Dad). È proprio quest’ultima situazione a mettere in evidenza una disuguaglianza che riguarda soprattutto i più deboli o coloro che non hanno sviluppato le opportune competenze.
Basta infatti la mancanza di un pc sufficientemente aggiornato e di una stampante (il discorso vale anche per gli altri device), oltre ovviamente a un accesso a internet all’altezza, perché uno studente sia svantaggiato nella Dad. Durante i mesi più intensi dell’emergenza covid l’ISTAT ha pubblicato i dati di una ricerca secondo cui un terzo delle famiglie non ha pc o tablet in casa, un problema che non riguarda soltanto il presente ma getta un’ombra negativa sul futuro formativo degli studenti – in parole povere: un ragazzo soggetto a un divario digitale rischia di “rimanere indietro” nel proprio percorso di formazione e di essere bollato come uno della “generazione covid”, impreparato per antonomasia.
Questa situazione di difficoltà continua ancora oggi. Durante i primi cinque mesi di lezione gli istituti scolastici hanno dovuto fare i conti con la chiusura delle classi per le quarantene. A inizio marzo l’aumento dei contagi e il passaggio alla zona rossa hanno imposto alle scuole lombarde di ogni ordine e grado di tornare alla Dad in casa, con i relativi problemi di gestione dei figli fra baby sitter, genitori in smart working e mancanza di una socialità fra compagni che dopo parecchi mesi inizia fortemente a farsi sentire.
Il progetto DigEducati
In questo scenario si muove il progetto DigEducati che ha preso ufficialmente il via l’8 marzo. Voluto dalla Fondazione della Comunità Bergamasca Onlus, si rivolge agli studenti in condizione di povertà educativa della scuola primaria e secondaria di primo grado di tutta la provincia di Bergamo, volendo raggiungere anche genitori, docenti, educatori e cittadini comuni per favorire un processo di alfabetizzazione digitale diffusa, di cui il territorio ha mostrato di esprimere un grande bisogno soprattutto in seguito alle restrizioni legate all’emergenza Covid-19. DigEducati è stato selezionato e finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini, nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile con un contributo di € 1.250.000 e da Fondazione Cariplo con un ulteriore contributo di € 1.250.000.
“Abbiamo accolto la proposta di Impresa Sociale Con i Bambini e Fondazione Cariplo – afferma il presidente della Fondazione Comunità Bergamasca Osvaldo Ranica – come un’importante opportunità per il nostro territorio. Il divario digitale è un elemento che può ridurre sensibilmente le possibilità di crescita dei più giovani e per questo motivo abbiamo scelto di intervenire per incrementare le competenze digitali di bambini e ragazzi tra 6 e 13 anni e dei loro adulti di riferimento. Si tratta di un’esperienza nuova per la nostra Fondazione, nel ruolo di ente capofila, che possiamo affrontare contando sulla collaborazione di un’ampia rete di partner in grado di raggiungere in modo capillare tutti i comuni della bergamasca: 14 Ambiti Territoriali, la Rete Bibliotecaria Bergamasca, 4 Consorzi di Cooperative Sociali e l’Università degli Studi di Bergamo”.
Un progetto di tre anni
Quello di DigEducati è un progetto che si sviluppa nell’arco di tre anni: “Nel triennio espanderemo queste collaborazioni con gli Istituti Comprensivi, le organizzazioni di Terzo Settore e altri soggetti interessati. È un progetto ambizioso in cui crediamo molto, per contrastare la povertà educativa, per integrare sevizi sociali e culturali, per rilasciare sul territorio nuove competenze e opportunità. Intendiamo raggiungere circa 25.000 minori e 1.000 docenti, ma solo durante l’attuazione concreta del progetto potremo calibrare le azioni e identificare i beneficiari per cercare di raggiungere tutti coloro che sono in condizioni di bisogno di sostegno”.
La triplice azione di DigEducati
Il progetto si svilupperà in tre direzioni:
- CONTRIBUTI PER DEVICE E CONNESSIONE / la fornitura di circa 400 pc portatili con connettività annuale per famiglie di ragazzi che si trovino in condizioni di bisogno, dovuto a disagio economico, relazionale, educativo o personale. La Fondazione inoltre sta raccogliendo in donazione dei pc da rigenerare, un sistema di economia circolare che coinvolge aziende e imprese del territorio;
- PIATTAFORMA E TUTOR ONLINE / la realizzazione nell’immediato di una piattaforma digitale, che funzionerà come accesso a tutti i servizi di supporto digitale alla comunità previsti dal progetto, insieme all’attivazione di un servizio di tutoraggio online in tempo reale, che verrà svolto in collaborazione con l’Università di Bergamo e con altri soggetti del territorio;
- PUNTI DI COMUNITA’ / combattere il divario digitale significa anche dare la possibilità a tutti di accedere alla rete, soprattutto chi è maggiormente escluso. I punti di comunità sono uno dei nodi centrali di tutto il progetto, 28 spazi già esistenti all’interno dei partner di progetto (in particolare biblioteche pubbliche, spazi di cooperative e oratori) che diventano luoghi – animati da educatori e operatori del territorio – dove trovare supporto all’accesso e all’utilizzo dei contenuti digitali, per i bambini e i ragazzi e per i loro adulti di riferimento, genitori e insegnanti.
“La sostenibilità oltre i tre anni di finanziamento – prosegue il Presidente Ranica – è alla base dell’avvio del progetto, non solo in termini economici, ma anche di strutturazione delle azioni che devono fin da subito essere pensate per avere una continuità. Il nostro territorio ha una grande opportunità, che vogliamo sfruttare al meglio rilasciando innanzi tutto competenze, che le comunità possono fare proprie e diffondere ulteriormente a loro volta, e costruendo una struttura di lavoro replicabile per poter raggiungere sempre più da vicino il maggior numero di comuni e di istituti comprensivi”.