Quando inizia l’estate e le scuole chiudono i battenti, l’obiettivo di ogni studente è di dimenticare i libri nei cassetti della scrivania e pensare esclusivamente a divertirsi prima di ricominciare a settembre con la tradizionale routine quotidiana. Tutto ciò non vale per Stefano Epis che, non appena i banchi si svuotano e le aule diventano silenziose, inizia una nuova vita, per certi versi ancor più dispendiosa, in giro per il globo. Il 17enne di Oneta ha deciso infatti di accompagnare allo studio una carriera vincente nello skiroll che proprio qualche settimana fa lo ha portato alla conquista della Coppa del Mondo Juniores. Un traguardo condiviso con la collega Anna Maria Ghiddi e che gli ha consentito di regalare all’Italia un risultato che fa ben sperare in vista del futuro in uno sport per molti ancora sconosciuto.
Eppure il principio degli skiroll è molto semplice: basta prendere un paio di aste, inserire sotto delle ruote con cui muoversi e il gioco è fatto. Chiaramente non è tutto così banale, però gli skiroll nascono come sostituzione degli sci da fondo quando la neve non c’è: «Come per il fondo, abbiamo due tecniche: l’alternato che prevede un movimento di spinta in avanti con un sistema di anti-ritorno inserito sulle ruote per evitare di scivolare e utilizzato principalmente in salita e il pattinato che prevede un movimento dei piedi verso l’esterno e consente di creare velocità in avanti senza che la ruota sia bloccata – racconta Epis – Esistono diverse gare che vanno dalla Supersprint (200 metri piani in pattinato che ricordano i 100 metri nell’atletica leggera) alla Team sprint che prevede prove maschili, femminile e miste; a cui si aggiungono le prove più lunghe in entrambe le tecniche. Nonostante ciò ho sempre avuto un amore innato per il pattinato, motivo per cui, se dovessi scegliere, punterei tutto su quello».
La passione per lo skiroll non è nata per caso, ma grazie a un importante sostegno familiare che lo ha condotto a conoscere una disciplina propedeutica sia all’inverno, ma che si svolge in piena estate, spesso con temperature che vanno ben oltre i trenta gradi e che mettono in difficoltà chi è abituato a sentire la neve compattarsi sotto i propri piedi: «È stato mio nonno a portarmi da bambino sulle piste da sci e da lì è nato tutto – ricorda il portacolori dello Sci Club Zanetti – Goggi – Da lì in poi sono cresciuto e il mio allenatore, per prepararmi anche durante la bella stagione, mi ha condotto verso gli skiroll sino ad arrivare alla conquista della Coppa del Mondo».
Ecco, proprio la Coppa del Mondo è un trionfo non inaspettato, ma forte di quella costanza che serve anche sui banchi di scuola e che Stefano sta riuscendo a coltivare grazie anche al sostegno dei professori che gli permettono di vivere liberamente la propria passione senza che lo studio venga messo da parte. «È abbastanza complicato conciliare sport e scuola, anche perché non sono proprio il prototipo dello studente modello. Gli insegnanti però mi stanno aiutando grazie a un piano formativo personalizzato per gli atleti che mi consente di non aver problemi sulle assenze o sulla programmazione delle verifiche. Paradossalmente quest’estate avevo gli esami di recupero e, in accordo con i professori, abbiamo deciso di spostarli per evitare che fossero in contemporanea con il Mondiale – confessa il giovane orobico – La Coppa del Mondo è stata proprio il frutto della costanza, visto che si è trattato di un percorso bello, ma molto duro, con tante gare di altissimo livello e con atleti provenienti da nazioni di spicco che lo alzano. Ciò che mi ha aiutato maggiormente è riuscire a rialzarmi puntualmente dopo ogni caduta e rimanere sempre nelle prime posizioni raccogliendo punti utili. Chiaramente quando si cade sull’asfalto, fa più male che sulla neve, però questo percorso mi ha consentito di imparare moltissimo, anche se essendo al secondo anno ho ancora tanto da imparare».
La Coppa del Mondo è stata anche l’occasione per conoscere nuovi paesi con una visione dello sport diversa da quella italiana. Una sorta di “tour globale” in Stati come Kazakistan e Lettonia dove entrare in contatto con nuove culture, ma soprattutto imparare come lo sport non sia semplicemente un divertimento, ma anche un’occasione per crescere. «Quello che non si nota molto in Italia – prosegue Epis – ma ho sentito fortemente all’estero è lo spirito sportivo: soprattutto quando eravamo in Kazakistan si vedeva quanta passione emanassero gli atleti locali e quanto ci tenessero allo sport che facevano, rispettando anche chi arrivava dietro. Ho percepito uno spirito di squadra dove non si percepiva la differenza tra chi arrivava prima e chi arrivava ultimo ». Poi ci sono delle curiosità: «Quando utilizziamo gli skiroll arriviamo attorno ai 40 chilometri orari, ma in passato in Russia, quando si usavano gli skiroll veloci, si poteva arrivare anche a una velocità di 70/80 chilometri orari».
La strada da compiere perché questo sport diventi un lavoro
«Sarebbe bello che ci fossero gli arruolamenti anche in questo sport. Sicuramente è una disciplina in crescita, lo si può vedere dai Mondiali in Val di Fiemme, dove hanno partecipato tanti atleti e tante nazioni di alto livello. Speriamo che il Comitato Olimpico si accorga che è uno sport bello e che si può inserire all’interno del programma olimpico, magari già a partire dalle prossime Olimpiadi. Poi c’è un’altra questione da risolvere: lo skiroll è uno sport estivo perché non si pratica d’inverno, quindi andrebbe messo nel programma estivo. Ma oggi, dopo la Federazione Italiana Sport Rotellistici, lo skiroll fa parte della FISI perché è considerato uno sport di allenamento per l’inverno».
In attesa che lo skiroll si definisca, Stefano continua a divertirsi e, ci auguriamo, a vincere!