Mario Pirotta è una persona particolarmente umile. Nonostante abbia scritto un pezzo di storia delle ultramaratone, l’atleta orobico continua a ripetere di non esser un campione e di aver centrato soltanto risultati relativi. Qualche soddisfazione nella sua lunga carriera Mario se l’è tolta come la conquista di tre titoli italiani nella ventiquattr’ore di corsa, a partire proprio da quel 2006 dove la FIDAL organizzava la prima edizione della rassegna tricolore e il rappresentante dei Runners Bergamo conquistava l’oro.
Mario non è stato però soltanto un azzurro nelle corse a lunga gittata, ma è anche un organizzatore di rilievo nazionale come dimostrato da presidente della società cittadina. Un ruolo raggiunto dopo un percorso ben più lungo di ventiquattr’ore di corsa ininterrotta, che parte addirittura dagli Anni Ottanta, lontano dal mondo dell’atletica leggera.
«Tutto è iniziato oltre quarant’anni fa quando non conducevo proprio una vita d’atleta e un bel momento sono salito sulla bilancia. Tutto d’un botto la lancetta era schizzata oltre i novanta chilogrammi, motivo per cui ho pensato che fosse necessario fare qualcosa per sistemare la situazione – ricorda Pirotta -. Da quel momento ho iniziato ad allenarmi nello sci di fondo, sport che ho sempre amato, affrontandolo in maniera amatoriale, ma al tempo stesso compiendo uno sforzo fisico non indifferente. Da lì è arrivata la prima Marcialonga nel 1982 per poi continuare ad affrontare qualche gara, senza ottenere chissà quale risultato».
Rimanendo comunque legato al mondo dei grandi sforzi fisici, Mario decide di spostarsi all’atletica trovando così una specialità dove sfogare tutti i propri cavalli senza però dover far i conti con le condizioni meteorologiche. «Quando avevo circa quarant’anni ho deciso di affrontare la mia prima maratona, la prima andata in scena a Bergamo. Ho svolto tutta la preparazione ponendomi come unico obiettivo quello di completarla. Ce l’ho fatta tagliando il traguardo in 2h57’00”, un tempo che mi apparve più che positivo nonostante all’epoca esistessero tempi di riferimento – racconta il numero uno dei Runners Bergamo -. Non avevo sinceramente l’idea di farne altre, anche perché all’epoca andavo in bicicletta. Tuttavia d’inverno non potevo andarci, mentre avrei continuato a correre senza problemi. Questo mi ha spinto ad abbandonare le due ruote e puntare sulle corse a piedi. Ovviamente per fare ciò ci vuole un minimo di follia».
A quel punto Mario ha cambiato idea e, proprio grazie a quel pizzico di follia che accompagna ogni atleta che si rispetti, ha trovato nuovi stimoli nelle ultramaratone. Una sfida decisamente più grande di quelle affrontate sino a quel momento, ma che, passo dopo passo, è diventata una costante nella vita di Pirotta tanto da permettergli di incrociare i Runners Bergamo.
«Nel 2003 ho seguito la prima ventiquattr’ore di corsa svoltasi nella nostra città e da lì mi sono detto che avrei dovuto far qualcosa, così l’anno successivo ho partecipato a una sei ore, mentre nel 2005 ho affrontato per la prima volta una gara lunga un giorno intero che mi è “costata” la prima convocazione in Nazionale. Da lì sono arrivati una serie risultati che non ritengo eclatanti, ma che mi hanno portato a conquistare tre titoli italiani – sottolinea Pirotta -. In quegli anni i Runners Bergamo erano appena nati, ma erano molto presenti essendo una società composta principalmente da amici che si trovavano per partecipare alle gare. Da una parte c’era una grande presenza di atleti al via, dall’altra un’elevata qualità, ottenendo così anche importanti vittorie. Purtroppo oggi sono rimasti in pochi a fare le ultramaratone, ma lo spirito di partecipazione è rimasto intatto visto che siamo ora in settecento e tendenzialmente non chiediamo risultati eclatanti. Il nostro spirito si basa ancora sulla partecipazione».
A fronte di questa spinta così poderosa da parte del gruppo, Mario non ha potuto trattenersi di offrire il proprio contributo, mettendosi a disposizione della squadra non appena gli impegni lavorativi hanno iniziato a diradarsi. Per chi lo conosce l’atleta bergamasco è una persona particolarmente generosa, mia doma e sempre pronta a inventare qualcosa, promuovendo con grande passione quell’amore per l’atletica che è sbocciato ormai qualche decennio fa.
«Non appena ho smesso di lavorare nell’agosto 2012, ho deciso di mettermi a disposizione dei Runners Bergamo anche sul fronte operativo. Alla prima occasione ho preso parte alle elezioni del direttivo diventando segretario e rimanendovi per otto anni – ricorda Pirotta -. Quando il presidente Barcella ha democraticamente deciso di lasciare dopo due mandati, i membri dell’associazione hanno deciso di puntare su di me eleggendomi come guida del gruppo. Da quel momento non abbiamo mai smesso di lavorare puntando sull’organizzazione delle nostre gare come la Mezza sul Brembo, la Millegradini o la Nembro-Selvino, ma al tempo stesso cercando di inventarci qualcosa per consentire agli atleti di gareggiare. Tutti tendenzialmente vogliono sempre gareggiare, però sono in pochi a organizzare».
Nonostante il grande lavoro dietro le quinte, il fulcro dei Runners Bergamo rimane sempre una passione da condividere e portare avanti giornalmente grazie alle attività che la società orobica mette a disposizione, il tutto avvicinando il più possibile le persone al mondo dell’atletica: «Abbiamo molti gruppi di allenamento spontanei che rappresentano gruppi di amici pronti a trovarsi con una cadenza fissa e regolare che li porta a far la propria corsa la sera oppure condividere l’uscita nel week-end. Oltre a ciò abbiamo dei gruppi con allenatori, fondamentali per dare indicazioni sulla tecnica di corsa, e che riescono a ridurre almeno quaranta/cinquanta persone alla volta – conclude Pirotta -. Facciamo inoltre anche degli incontri di avviamento all’atletica che ripartiranno in primavera, attorno al mese d’aprile. Si tratta di una serie di appuntamenti che andranno in scena al Parco della Trucca e condurrà i partecipanti ad affrontare gli esercizi in totale sicurezza. Sempre nello stesso periodo si svolgeranno anche alcuni appuntamenti dedicati ai bambini al Lazzaretto, basati principalmente sul gioco al fine di consentire ai più piccoli di avvicinarsi all’atletica divertendosi».