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Le Crimson Vipers: passione e inclusività nel Roller Derby

Articolo. Eleonora Brignoli, capitana delle Crimson Vipers, racconta la passione per il roller derby. La squadra bergamasca è impegnata a diffondere questa disciplina, organizza eventi e partecipa a competizioni in Italia e all’estero. Con il supporto della Federazione Italiana Sport Rotellistici, punta a far crescere il movimento e un giorno partecipare ai World Skate Games

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Le giocatrici delle Crimson Vipers che intonano il grido di battaglia Adoss adoss adoss

Il roller derby non è semplicemente uno sport, è una vera e propria “battaglia” sui pattini dove vince chi è più astuto. Per quanto abbia una storia particolarmente giovane, la disciplina ha fatto velocemente il giro del mondo approdando negli ultimi anni anche in Italia dove ha fatto breccia anche nel cuore delle bergamasche grazie alle Crimson Vipers . La formazione capitanata da Eleonora Brignoli rappresenta da oltre undici anni un pilastro del movimento rotellistico sul nostro territorio regalando non solo la possibilità di riscoprire l’adrenalina dei roller, ma di farlo attraverso una disciplina letteralmente “autonoma”.

«Il roller derby è uno sport di skaters per skaters perché letteralmente tutte facciamo tutto, sia da un punto di vista sportivo che amministrativo. Per esempio nella mia storia sono stata giocatrice, presidente e attualmente sono la capitana - racconta Brignoli -. Essendo uno sport ‘minore’, cerchiamo di alternarci nei ruoli tanto che ogni anno cambiamo capitana; inoltre ci organizziamo da sole gli eventi contattando squadre e palestre. Ospitiamo le formazioni provenienti da tutta Italia e dal resto d’Europa e, per contro, veniamo a nostra volta ospitate».

Il roller derby è uno sport vissuto con grande spirito solidale. Ci si affronta anche duramente in campo, ma si concludono le ostilità non appena il cronometro fissa la conclusione dell’incontro. Come spesso accade negli sport di contatto, al termine delle partite c’è sempre un terzo tempo dove condividere la passione per questo settore con le avversarie, ma soprattutto sbollire quell’adrenalina che si vive su una pista ellittica.

«Le squadre sono composte da quindici ragazze ciascuna con la possibilità di poter compiere tre cambi. In campo scendiamo in cinque: quattro blocker e una jammer. Quest’ultima, chiamata a svolgere il ruolo di attaccante, deve cercare di superare il blocco imposto dai difensori avversari e completare un giro di campo così da portare a casa il punto. Dall’altra parte le blocker devono contemporaneamente aiutare la propria jammer, compiendo un doppio ruolo - sottolinea Brignoli -. Non ci sono palle o mazze, è un gioco di tattica, tecnica e strategia. Come nel basket si cambia gioco ogni due minuti, anche se si gioca con parastinchi, ginocchiere, polsiere, caschetti e pattini. Vince chi fa più punti, ma ci sono numerosi arbitri sia in campo che fuori pronti a controllare che tutte le azioni siano regolari oltre ad assegnare i punti alle due squadre».

Se è vero che è uno sport prettamente femminile, il roller derby si conferma come uno degli sport più inclusivi permettendo a chiunque di far fruttare le proprie caratteristiche: «Nel roller derby non esiste un “corpo perfetto”. Ognuna ha le sue potenzialità e la propria efficacia. Siamo aperti a tutte le taglie e a tutte le età, unico limite che poniamo in questo momento è quello di avere più di diciotto anni. Per il resto possono partecipare tutte coloro che si sentono donne così come siamo aperte a test anche per i maschietti che tendenzialmente si occupano principalmente di fare gli arbitri - aggiunge la giocatrice delle Crimson Vipers -. A dicembre abbiamo organizzato alla 2Skate Arena di via Mozart alcune sfide contro una squadra di Charleroi che si è presentata con una squadra mista, permettendoci di giocare sia con ragazze che con alcuni maschi».

Questi aspetti hanno colpito Eleonora sin dal primo giorno quando, osservando le colleghe allenarsi in un centro sportivo a Valtesse, ha deciso di provare accendendo una scintilla che brilla ancora oggi nel suo animo: «Ho visto queste ragazze che si allenavano, un po’ pattinando, un po’ dandosi dei colpi. Incuriosita ho deciso di avvicinarmi e sono rimasta così entusiasmata che, dopo sette anni, non ho ancora smesso – sottolinea Brignoli -. A differenza di altri sport, possiamo scegliere sia il numero di maglia che il nome di battaglia con cui presentarci in campo. Infatti io ho scelto Leona e vesto il numero 23».

Nonostante il numero di giocatrici sia comunque ridotto, la diffusione del roller derby in Italia conta formazioni in diverse città come Bolzano, Udine, Milano, Torino Bologna, Rimini, Padova, Vicenza, Roma, Fermo, Lecce e Palermo. Tutto ciò è accompagnato dalla creazione nel 2021 di un campionato a cui vengono attinte parte delle giocatrici del Team Italy, la Nazionale in cui sono presenti le migliori giocatrici italiane, destinate ad affrontare Europei e Mondiali: «Essendo in poche, il campionato si svolge con un girone d’andata e uno di ritorno a cui si aggiungono le finali per assegnare il titolo. In genere concentriamo le partite del girone in due giorni così anche da poterci trovare e confrontarci con le altre - osserva Brignoli -. Qualche settimana fa a Bologna c’è stato un triangolare amichevole con Austria e Svizzera e l’Italia è uscita vincitrice in un entrambi i match, un segnale importante in vista dei Mondiali che si svolgeranno a Innsbruck il prossimo luglio».

A questo punto l’obiettivo delle Crimson Vipers così come di tutte le altre giocatrici di roller derby è quello di far conoscere lo sport e portarlo ai livelli di discipline affini come il pattinaggio di figura e l’hockey su pista, sfruttando l’ingresso nella Federazione Italiana Sport Rotellistici (FISR): «Per ora partecipiamo alle giornate promozionali permettendo a chi vuole di provare il roller derby; tuttavia, il sogno è quello un giorno di poter partecipare ai World Skate Games. Nel frattempo, offriamo dei momenti di prova anche presso la nostra struttura in Malpensata mettendo a disposizione gratuitamente l’attrezzatura e permettendo pian piano a tutti di imparare prima a pattinare e poi eventualmente di affrontare le partite».

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