93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
93FE310D-CB37-4670-9E7A-E60EDBE81DAD Created with sketchtool.
< Home

Dai pattini a rotelle allo short track, i “passaggi al limite” a 50 km/h di Lorenzo Previtali

Articolo. Lorenzo Previtali, talento dello short track, si è trasferito in Valtellina per inseguire il sogno olimpico di Milano-Cortina 2026. Campione mondiale juniores e senior in staffetta, ha sacrificato molto per arrivare dove è ora, con la Nazionale e la sua squadra giovane pronta per nuove sfide.

Lettura 4 min.
Lorenzo Previtali impegnato nei 500 metri nella tappa di World Tour a Pechino

Quando la passione chiama e le occasioni si presentano, non bisogna indugiare. Si fanno le valige, si stringono i denti e si comincia a lavorare. Così ha fatto Lorenzo Previtali che ha lasciato Calusco d’Adda per trasferirsi fra le montagne della Valtellina. Proprio a Bormio il portacolori delle Fiamme Oro Moena ha trovato una nuova casa dove coltivare l’amore per il ghiaccio e in particolare per lo short track, disciplina che gli ha regalato un titolo mondiale juniores e uno senior in staffetta.

Lo short track è uno sport duro, contraddistinto da “passaggi al limite” sul filo di lame particolarmente affilate che consentono gli atleti di superare i cinquanta chilometri orari. Sarebbe troppo semplice definirla una lotta serrata per completare per primi i giri in programma su un anello da 111,12 metri. Nella realtà è un vero spettacolo dove vince chi è più rapido e scaltro a passare in pertugi di pochi centimetri.

«Ciò che si prova a gareggiare, ma anche semplicemente ad allenarsi – dice l’atleta bergamasco - è emozione allo stato puro. La prima volta l’ho provata da bambino, quando ha iniziato a correre sui pattini a rotelle. Fino a undici anni praticavo questo sport poi, vedendo alcuni miei compagni muoversi verso lo short track, ho deciso di provare per un anno. Considerando che il pattinaggio su rotelle non è uno sport olimpico (e per questo non consente di entrar a far parte di un gruppo sportivo militare) e visto che il ghiaccio mi è da subito piaciuto, in accordo con la mia famiglia, ho deciso di rimanere sul ghiaccio. Per un anno ho provato a mantenere vive entrambe le carriere, ma con la mia società ci siamo resi conto che fosse impossibile. Avrei dovuto affrontare a febbraio gli italiani su rotelle quando c’erano anche gare di short track e tutto diveniva incompatibile».

Sacrifici ben spesi considerato che Previtali è riuscito a raggiungere le principali platee internazionali dello short track diventando un componente centrale della Nazionale come dimostrato quest’anno nei vari appuntamenti del World Tour. Proprio in azzurro Lorenzo ha trovato una nuova famiglia che ha reso meno traumatico l’addio all’Isola Bergamasca.

Un addio che Lorenzo ha dovuto affrontare soli diciotto anni dopo esser cresciuto nello Sport Evolution di Bergamo alla corte di Stelio Conti, ex direttore tecnico della squadra azzurra, ma soprattutto noto per aver scoperto una fuoriclasse come Arianna Fontana: «Stelio è stato fondamentale perché mi ha sempre supportato da quando sono arrivato a undici anni a quando sono andato via ed ero ormai maggiorenne. È sempre stato molto attento e corretto. Mi ha sempre seguito su tutti gli aspetti, dal tattico al tecnico passando per il fisico senza mai bruciare le tappe. Ai miei tempi c’erano ragazzi più grandi che davano una mano e quindi era stimolante aver qualcuno migliore di me. La Sport Evolution mi ha dato molto e spero di aver lasciato loro qualcosa».

Se è vero che la nostalgia di casa si fa sentire ora molto meno, Lorenzo non dimentica le proprie radici e quando può torna volentieri in Bergamasca per trascorrere qualche giorno in famiglia, fra studio e allenamento. Momenti da vivere con grande intensità per recuperare tutto quello che a Bormio non si può recuperare: dal pranzo con la nonna a quegli istanti trascorsi al fianco dei genitori.

«Ho lasciato Calusco quando ero in quinta superiore per cui la decisione è stata ancor più complessa. Con i professori e la mia famiglia siamo riusciti a trovare una soluzione per concludere il percorso, mentre per l’università è tutto più semplice perché posso seguire i corsi online. Torno a casa cinque giorni al mese e lì devo recuperare tutto quello che non ho fatto – confessa Previtali -. Purtroppo per pattinare ad alti livelli in Italia non resta altro che trasferirsi e quindi bisogna essere preparati psicologicamente. È difficile allenarsi in Italia, soprattutto se sei giovane. Gli impianti sono molto limitati: ce ne sono a Torino, a Bergamo, a Bormio, a Pinzolo, a Pergine Valsugana e a Baselga di Piné. Vivendo a Bormio, mi alleno sempre con la Nazionale quindi non ho problemi, anche perché la pista viene prenotata già inizio anno per il resto della stagione».

I nuovi talenti dello short track italiano hanno però davanti a sé talenti come quello di Lorenzo che, insieme a Pietro Sighel, Thomas Nadalini e Luca Spechenhauser, si è aggiudicato l’oro in staffetta. Una prova che esalta ancor maggiormente la scaltrezza di un pattinatore perché, oltre a dover porre attenzione ai diretti avversari, è necessario porre attenzione ai vari cambi e al caos che si crea con gli atleti che rimangono nella parte interna dell’ovale, pronti a rientrare in gioco al momento giusto.

«È stata una bella emozione anche perché l’oro in staffetta era il mio obiettivo principale. A livello individuale ero schierato soltanto nei 500 metri, motivo per cui le speranze di centrare una finale erano quasi nulle. Per ora con le gare individuali devo ancora prenderci la mano, ma in staffetta ero convinto che ci potessimo giocare il titolo con l’Olanda e in finale è stata una bella battaglia. Ognuno ha fatto la sua parte e abbiamo ottenuto un successo che ci ha regalato un’emozione indescrivibile – sottolinea Previtali -. È bellissimo condividere l’esperienza con ragazzi della mia età. Per il futuro sono più che contento che questa squadra sia giovane, anche se, oltre a noi, ci sono almeno un’altra decina di ragazzi fra i 20 e i 25 anni molto competitivi che si allenano con noi e che faranno di tutto per migliorarsi anche in vista dell’anno prossimo. Fa bene aver una squadra che ti sproni a migliorare. Ed è bello avere accanto dei veterani come Tommaso Dotti e Andrea Cassinelli che portano esperienza e ci consentono di scovare alcune tattiche che magari noi non notiamo».

A questo punto della stagione, per Lorenzo Previtali è già il momento di fare un bilancio, ma soprattutto di iniziare a pensare quali possano essere i prossimi obiettivi. Anche perché le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 sono sempre più vicine e, per sperare di portarsi a casa un posto, sarà necessario superare una concorrenza agguerrita. Dopotutto le Olimpiadi sono un sogno per tutti, tanto più se si disputano in casa, a pochi chilometri da dove sei nato.

«Non so se ci sarò, ma ci spero. Purtroppo con un anno d’anticipo far previsioni sulla partecipazione non ha senso. Siamo tanti ragazzi a un livello veramente alto e questo sarebbe il sogno di tutti – conclude il portacolori delle Fiamme Oro Moena -. Ora gli occhi sono tutti puntati sui Mondiali Juniores visto che sarà l’ultimo anno in cui potrò farlo e nel World Tour ho spesso poche occasioni per correre. L’obiettivo concreto sarebbe centrare una medaglia».

Approfondimenti