Come ultimo atleta dei Runners Bergamo arrivato al traguardo della Mezza sul Brembo che si è corsa lunedì 6 gennaio, ha guadagnato la targa dedicata a Giovanni Cologni. Non è un caso che sia arrivato ultimo. Dopo aver corso oltre 750 maratone, a partire dal 3 ottobre 1977, può permettersi di pensare ad altro, oltre alla corsa e al tempo della prestazione. Ma forse ha sempre coltivato tutti gli ampi benefici generati dallo sport. Giovamenti che, chi è focalizzato solo sulla prestazione, rischia di non cogliere.
Si può dunque parlare di corsa senza citare i risultati? Per Fausto Dellapiana (Sir Marthon), non solo si può, ma si deve. Oltre alle rispettabilissime tabelle di allenamento, ai tempi al chilometro e ai risultati, la corsa apre la porta ad esperienze straordinarie che danno spessore alla vita.
«Quando il tempo delle performance finisce - dice il Sir - restano i veri appassionati del movimento, dello sport all’aria aperta, del vagare, del mondo che scorre a destra e sinistra del percorso e soprattutto restano le relazioni vere e sincere costruite con i compagni runners».
Ma ancora di più rimane la capacità di inventare mondi e di immergersi in sogni e memorie. Mentre le gambe si muovono, non si vogliono ascoltare i dolori articolari e allora si attiva nella testa la modalità “viaggio nel tempo e nello spazio”.
«Ho dedicato ognuna delle mie oltre 750 maratone – dice Sir Marathon – agli eventi e alle persone che stanno dietro alcune date storiche. Il 25 aprile ricordo mio papà partigiano, il 2 giugno la nascita della Repubblica e l’11 novembre la fine della Prima Guerra mondiale. Durante la pandemia ho corso una maratona nel mio giardino ricordando i 163 medici morti nei giorni del Covid. La Maratona di Roma è stata per Giulio Regeni e a novembre corro la “maratona delle foglie morte” ricordando degli amici che hanno tagliato “l’ultimo traguardo”, come si dice in gergo. A tutti loro affido un compito che rispecchia il carattere che avevano in corsa»
Le maratone di Fausto si articolano in una modalità originale: lui le organizza, le corre e le vince. Molte di queste, le ha corse sul circuito Fidal della Roncola di Treviolo: 20 giri da 2093 metri e 335 metri aggiuntivi.
Prima di cominciare la corsa Fausto si disegna il pettorale e ci mette, oltre al numero, anche gli elementi simbolici che definiscono il tema della dedica che ha scelto. Costruisce anche la medaglia che riceverà all’arrivo. Per le giornate della memoria, per esempio, ha inserito del filo spinato, per il 2 giugno una moneta delle vecchie cento lire.
Paga la quota di partecipazione e la gara comincia. All’arrivo riceve la medaglia e anche il premio in denaro che è pari alla quota di iscrizione. Ogni volta la destinazione è benefica. «All’inizio dell’invasione russa in Ucraina ho deciso di sostenere l’associazione Zlaghoda con astucci pieni di pastelli colorati. Mi aveva colpito il disegno di un bambino ucraino che aveva disegnato gli alberi arancioni perché gli mancavano quelli verdi. Con la maratona dedicata il denaro ricevuto “in premio” non era sufficiente, dunque ho istituito un premio aggiuntivo che mi sono assegnato e così ho potuto sostenere tutte le spese necessarie», sottolinea Fausto.
«Senza Garmin, ma con un solo cronometro come fa a contare i giri?» chiedo a Sir Marathon.
«Ogni cinque giri, all’altezza della ditta “Baldi spurghi”, raccolgo una foglia e la metto sul tetto della mia macchina parcheggiata. Otto foglie e la maratona è quasi finita».
Sir Marathon tiene un blog dove racconta settimanalmente le sue corse e i suoi pensieri. Per la mezza Maratona sul Brembo del 6 gennaio ha scritto: «Un dubbio amletico che anche io mi sono posto, dopo aver ricevuto la vigilia di Natale la telefonata di Rosario (Rosario Fratus, conosciuto nella comunità dei runners, come il Capitano Ro, ndr) che, oltre agli scontati auguri, mi invitava a partecipare alla Mezza sul Brembo. In questa gara era prevista l’assegnazione di una targa in ricordo di Giovanni Cologni, un compagno di squadra che nel 2023 ha tagliato l’ultimo traguardo. “Io vincere?” uhmm, mi sembra un fatto un po’ fuori dal normale; ecco però che Rosario, da “buon predicatore”, ha la risposta pronta: “Certo, sei tu il più indicato a portare a casa il premio… che viene assegnato all’ultimo Runners Bergamo classificato!”. Aggiungeva poi: ”Ci (a me ed Elena) farebbe piacere che lo vincessi tu, perché condividi a pieno lo spirito con cui è stato pensato”. Se da un lato mi sono tranquillizzato sulla possibilità concreta di vincere, dall’altro ero titubante a partecipare, in quanto il 6 gennaio, da molti anni organizzo, corro e vinco la Maratona sul Brembo, gara che si disputa sul percorso certificato FIDAL al Parco Callioni, mantenendo viva la tradizione di questa gara. Prendo tempo per dare una risposta definitiva».
Il racconto di Fausto si infila nei dettagli del suo animo inquieto.«L’ultimo giorno dell’anno, sul tracciato della ciclabile, organizzo, corro e… tutti vinciamo la “The last run”, una mezza maratona corsa in compagnia. In questa occasione - continua Fausto - la coppia Ro & Elena cala l’asso pigliatutto: “Quando un amico chiama, chi ha cuore risponde”. A questo punto il dubbio si trasforma in certezza: parteciperò alla Mezza sul Brembo. Per essere sicuri, non solo della mia partenza, ma anche del mio arrivo al traguardo, la già citata coppia ha pensato bene di affiancarmi un angelo custode, anzi, visto che sono megalomani, l’arcangelo Michel (oppure Michel come Michel Platinì, come dice Rosario).
Dopo le belle giornate di sole, anche se fredde, il 6 gennaio si presenta con la pioggia. Non passa un chilometro che sono già in posizione vincente: dietro di noi … un concorrente. No, no, nessuna tattica, è proprio la mia andatura anzi, se devo essere sincero, forse un po’ più veloce del solito. Ultimo concorrente, ma in gara … in mezzo alle auto. Il percorso è abbastanza nervoso, ma riusciamo, prima di entrare sull’anello del circuito di Dalmine, a superare un atleta. Ora ci attende un tratto che sembra più adatto ad una campestre che ad una gara in linea. Proseguiamo. Il cronometro sta per scoccare le 2h 30’ di gara quando tagliamo il traguardo. Tutto come previsto: sono ultimo. Appena tagliato il traguardo, mi si avvicina GianMario che dice. “Sono contento che sia tu a vincere la targa, Giovanni era un mio amico!” Beh, anche gli ultimi a volte possono dare delle soddisfazioni».
Il blog di Sir Marathon e i suoi 150 lettori
I pensieri della corsa prendono ogni volta corpo nel blog, che è un diario, di Fausto che colleziona immagini, dialoghi, aneddoti e tradizioni della comunità dei runners.
«Come Alessandro Manzoni parlava ai suoi “venticinque lettori” io parlo ai miei 150 che non aumentano, ma nemmeno diminuiscono, e questo mi consola».
Alcuni aneddoti
«Quando Rosario ha compiuto 50 anni - ricorda Sir Marathon - ha organizzato una mezza maratona al Parco della Trucca e in quell’occasione mi aveva proposto di correre una maratona con me. Ha mantenuto la promessa 10 anni dopo e abbiamo corso la Maratona di Brescia con la bandiera della pace dedicando la corsa all’auspicata pace».
E c’è la «Dieci miglia del castello» che Fausto ha corso con Elena (moglie di Rosario) e che ha sbloccato la partecipazione di Sir Marathon alla Mezza sul Brembo con il figlio della coppia, Michel.
Nel diario di Fausto altra costante è il paesaggio che cambia. Il tarlo asiatico che ha cambiato la fisionomia del Parco Callioni, l’urbanizzazione sempre crescente nel Comune di Treviolo e il volto del Brembo che in alcuni momenti dell’anno langue, mentre in altri gorgoglia e si gonfia anche paurosamente.
«Parto sempre per vincere – dice Fausto – e dopo due metri mi accorgo che non è giornata. In ogni caso mi vanto di non aver mai abbandonato una gara. Ogni volta che sono partito, sono anche arrivato. Mi fanno sorridere quei runners che, piuttosto che avere segnato un tempo non “degno” della loro media, o inferiore a quello di qualche competitor, si ritirano prima del traguardo».
Ma che mestiere può fare uno che corre 750 maratone? Tra gli aspetti belli della corsa c’è il fatto che si corre in braghette e scarpe e il tema moda e fashion è, al momento, abbastanza lontano. Chi corre oggi non è più «delinquente o prostituta» (come venivano considerati quelli che correvano agli albori di questa pratica agonistica), può essere fiorista o architetto, impiegato, dirigente o operaio. Ma che mestiere poteva fare uno come Fausto? Oggi è pensionato, ma è stato un funzionario dell’Inps che ha seguito per anni i programmi per la gestione dei 730. Quanto di più lontano dalla creatività che il suo blog e il suo stile di vita dimostrano.
Con sua moglie va a camminare sulle ciclabili ogni martedì e ogni giovedì per 20 – 25 chilometri e nelle trasferte lei spesso lo accompagna. Hanno percorso i diversi cammini di Santiago e la Francigena da Canterbury a Roma.
La prima maratona l’ha corsa il 3 ottobre 1977 ed era in Val Seriana, da Semonte (frazione di Vertova) a Clusone. «Al ponte del Costone, a sette chilometri dall’arrivo, arrancavo e allora ho chiesto ad alcuni runners di chiamare mia moglie, una volta arrivati, per dirle di venire a prendermi. All’arrivo l’ho trovata e insieme ho scoperto anche il grande cuore che spesso si rivela nei compagni di corsa».
«Mi sento come la Minardi M195 (la monoposto che partecipò al campionato di Formula 1 del 1995, ndr), avete presente l’auto italiana che non andò mai oltre un sesto posto al Gran Premio d’Australia 1995? Quel sesto posto è stato in successo straordinario per la casa automobilistica di Faenza. Lo stesso lo è per me».
La Mezza sul Brembo
La Mezza sul Brembo non sarebbe possibile senza i volontari dei Runners Bergamo che collaborano all’organizzazione, senza gli sponsor, ma soprattutto senza il Comune di Dalmine, del sindaco Francesco Bramani che ha dato il via alla manifestazione e dell’assessore Patrick Lardo, presidente del Consiglio Comunale e delegato allo Sport che ha seguito i processi organizzativi per lo svolgimento e la chiusura della manifestazione. «La presenza di questa manifestazione nella nostra città ad aprire l’anno delle attività agonistiche dei Runners Bergamo – dichiara Lardo – ci da’ la misura dell’importanza che diamo allo sport agonistico, ma anche e soprattutto quello amatoriale. Anche la cittadinanza ha accolto sempre con grande entusiasmo il serpentone dei corridori che animano queste prime sonnolente giornate di gennaio. Ritengo stimolanti queste attività che invitano a vivere e scoprire il nostro territorio». «Peccato per il meteo – dice il Presidente dei Runners Bergamo Mario Pirotta – che ha rovinato, non tanto e non solo il percorso degli agonisti, ma soprattutto la camminata – corsa non competitiva che per noi è sempre un bacino importante perché avvicina le persone allo sport all’aria aperta. Per il resto, grazie a tutti i volontari e agli sponsor, tutta la corsa si è svolta per il meglio».
Le classifiche
Riprendiamo a proposito l’articolo di Luca Persico e pubblicato su L’Eco di Bergamo del 7 gennaio con un dettaglio da correggere: il premio dedicato a Giovanni Cologni, lo ha vinto Sir Marathon e non Tiziano Comassi in quanto è dedicato all’ultimo arrivato tra i Runners Bergamo.
Infreddolito a chi? Nicola Bonzi ride se si fa presente che a lui, i 2 gradi e la pioggia di Dalmine, devono essere sembrate le isole Hawaii. Il giorno dell’Immacolata si era preso il primo successo in carriera in maratona a Reggio Emilia (in mezzo a una tempesta di neve). Ventotto giorni dopo eccolo uomo-copertina alla Mezza sul Brembo, vinta per la prima volta in carriera. Un anno dopo il gesto da «Libro Cuore» a favore del compagno di allenamento Pietro Sonzogni, stavolta il 30enne (fra pochi giorni) figlio d’arte dell’Atl. Valle Brembana, non ha fatto sconti a nessuno. Transitato a metà gara a fianco dell’emiliano Patrick Francia, ha cambiato marcia tra il sedicesimo e diciassettesimo chilometro, nell’unico tratto in leggera salita del percorso: «Le gambe hanno girato bene, è stato un buon test in prospettiva – le parole del tornitore (originario di Dossena) più sgambettante d’Italia – . L’obiettivo sono i campionati italiani sui 42 km del mese prossimo a San Felice Circeo (provincia di Latina, ndr), li ho preparati sfruttando le vacanze natalizie per prepararmi sulla ciclabile tra Zogno e Piazza Brembana». Gradino più basso del podio per Antonino Lollo (Gav), con il più piccolo di casa Bonzi, Matteo, classe 1998, quarto. Sono stati poco meno di un migliaio (tra i vip si segnala la presenza di BergamoBomber Luca Messi) i partecipanti alla sedicesima edizione di un evento partito alle 9 in punto da via Mazzini, con colpo di pistola dato dal sindaco Francesco Bramani, i saluti sarcastici del presidente dei Runners Bergamo Mario Pirotta («Vi abbiamo portato anche la pioggia che mancava da un mese…») e la premiazione del promettente Nicola Morosini (Us Rogno) che ha ricevuto la targa alla memoria dell’indimenticato Franco Togni.
Per la prima gara Fidal del nuovo anno su strada sono arrivati da tutta Italia, per conferma vedi il successo di Claudia Andrighettoni nella 21 km e 97 al femminile. Quarantatrè anni portati divinamente (ha chiuso vicina al primato personale), la freccia trentina di Rovereto, dopo il traguardo, sorrideva insieme al suo personalissimo fan’s club, inclusivo di marito e quattro (!) figli, tra cui la promettente Anna, finisher della non competitiva. Terza piazza per l’avvocatessa Chiara Milanesi, da Locate con furore, che ha regalato al sodalizio organizzatore il miglior risultato tecnico della mattinata.
Dalle 10 km: al femminile, sorrisi targati Bg grazie al successo di Alice Gaggi, storica «capitana» della Recastello Radici Group di Gazzaniga, scesa dalla Valtellina per il primo assaggio agonistico del nuovo anno: «L’obiettivo era e rimarrà la corsa in montagna – ha detto alla fine –. Ma mi serviva sveltire un po’ la gamba e ho trovato ciò che cercavo». Niente male anche il terzo posto della «gavvina» Anna Merelli, subito vicina al primato personale stampato in chiusura di 2024. Tra gli uomini, invece, hip hurrà finale del bresciano Enrico Vecchi, con annesso sfizio di essere premiato dalla Befana in carne e ossa, sfizio che si è tolto anche Tiziano Comassi (Atl. Rodengo Saiano), maglia nera del gruppo a cui è andato il premio in ricordo di Giovanni Cologni (il premio, come detto, è andato a Sir Marathon, ndr).
Mezza
FEMMINILE
1. Claudia ANDRIGHETTONI (Us Quercia) 1h21’36”
2. F. Moroni (Atl. Rimini) 1h24’39”
3. C. Milanesi (Rb) 1h27’18”
4. I. Accorigi (Rb) 1h30’41”
5. A. Lutteri (Km Sport 1h34’02”)
6. A. Mariani (Rb) 1h34’02”
7. G.C. Gales (Up e down) 1h34’12”
8. S. Mauri (Runcard) 1h35’46”
9. B. Mattiello (Atl. Brescia) 1h37’43”
10. E. Scandella (Gsa Sovere) 1h38’12”
MASCHILE
1. Nicola BONZI (Atl. Valle Brembana), 1h07’58”
2. P. Francia (Atl. Reggio Asd) 1h08’17”
3. A. Lollo (Gav) 1h09’09”
4. P. Putti (Atl. Bg 59) 1h10’14”
5. M. Bonzi (Atl. Valle Brembana) 1h10’48”
6. A. Batel (Atl. Rodengo) 1h12’11”
7. S. Valsecchi (Falchi Lecco) 1h13’29”
8. A. Hammouch (La Recastello) 1h13’30”
9. D. Parisi (Lagarina) 1h15’13”
10. M. Albini (Atl. Sarnico) 1h15’16”
10 km
FEMMINILE
1. Alice GAGGI (La Recastello) 35’44”
2. T. Molinari (Up e down) 35’51”
3. A. Merelli (Gav) 37’05”
4. M. Pezzotta (Gav) 37’47”
5. S. Tomasini (Atl. San Bonifacio) 39’31”
MASCHILE
1. Enrico VECCHI (Atl. Rodengo) 31’24”
2. N. Bouchard (Atl. Saluzzo) 32’06”
3. S. Mandile (Atl. Lecco) 32’56”
4. N. Nembrini (Gav) 33’12”
5. C. Curnis (Elle Erre) 34’01”