Superare la frammentazione normativa degli ultimi anni, fornendo nuovi modelli di intervento e di assistenza e rispondendo soprattutto alle reali necessità di anziani e persone fragili grazie anche a una stretta sinergia con il terzo settore. È ciò che si prefigge di fare la recente Legge n.33 del 2023, che disciplina, tramite nove articoli, le deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, con specifico riferimento agli anziani non autosufficienti. In attesa dei decreti attuativi, che dovrebbero essere pubblicati nelle prossime settimane da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il provvedimento permette però fin da ora di avviare riflessioni per incrementare la qualità della rete di servizi, di assistenza e di cure, prendendo spunto anche da progetti già testati con successo sul territorio.
«Questa Legge – spiega il direttore socio sanitario di ATS Bergamo Giuseppe Matozzo – nasce dalla volontà di riconoscere il diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio, semplificando e integrando le procedure di valutazione della persona. A tal proposito, si stanno attivando i PUA, i Punti Unici di Accesso, presso i quali sarà possibile predisporre, tramite una valutazione multidimensionale, un progetto assistenziale individualizzato (PAI)». Tra le novità annunciate c’è anche l’introduzione di un’indennità unica universale anziani o prestazione universale per la non autosufficienza: la possibilità di riceverla dipenderà esclusivamente dal bisogno di assistenza dell’anziano, indipendentemente dalle sue condizioni economiche. «Altri elementi di rilievo – precisa Matozzo – riguardano la promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e di nuove misure di coabitazione solidale per gli anziani e intergenerazionale, come ad esempio i condomini solidali aperti alle famiglie, agli operatori socio sanitari e ai volontari. Un altro fattore di grande importanza è il riconoscimento del diritto delle persone anziane alla somministrazione di cure palliative domiciliari e presso hospice».
In questa direzione, ATS Bergamo ha già elaborato piani per migliorare l’assistenza domiciliare di anziani non autosufficienti. «Ad esempio – continua il direttore socio sanitario – possiamo citare il “Laboratorio Caregiver Bergamo”, un luogo di sintesi e di condivisione dei diversi progetti e servizi a favore dei caregiver di Bergamo e provincia, per realizzare una vera rete integrata tra tutti i soggetti pubblici, privati e del terzo settore, monitorare i processi operativi attivati a livello territoriale, sensibilizzare la comunità sul ruolo, i bisogni, i diritti dei caregiver e ampliare la conoscenza del fenomeno del caregiving. Un altro progetto è “Smart Badant - Microlearning per badanti”, che fornisce agli assistenti familiare e ai caregiver stessi percorsi formativi fruibili anche a domicilio attraverso contenuti video. In questo caso, abbiamo due importanti obiettivi: migliorare l’assistenza, ma ridurre anche gli accessi impropri al Pronto Soccorso».
Il direttore socio sanitario ATS Bergamo sarà presente al «Laboratorio Sanità 20/30», in programma il 14 e il 15 giugno in Fiera a Bergamo. In particolare, Matozzo coordinerà un tavolo di lavoro fissato per il 14 giugno alle 14,30 in Auditorium, dedicato proprio alla Legge 33 del 2023. «Questa sessione – precisa il direttore – sarà ricca di spunti e stimoli. Sarà suddivisa in tre blocchi: una istituzionale, una focalizzata sulle esperienze delle varie regioni e l’ultima interamente concentrata sul territorio.
Ci saranno venti importanti relatori, tra i quali il direttore generale di Age.Na.S Domenico Mantoan, il presidente della “Pontificia Accademia per la vita” Monsignor Vincenzo Paglia ed Enrico Desideri, presidente della Fondazione per l’Innovazione e la Sicurezza in Sanità. Oltre a questi nomi, ci saranno direttori generali di altre regioni e numerosi rappresentanti delle associazioni di RSA cattoliche e laiche». Concluderà la sessione di approfondimento il direttore generale di ATS Lorella Cecconami. Il programma completo del pomeriggio e di tutto il forum è disponibile sul sito www.sanita2030.it.
Il ruolo dell’Università degli Studi di Bergamo
Trattare l’invecchiamento non come un problema, ma come un’opportunità, togliendo qualsiasi accezione negativa e incentivando politiche volte a un benessere psicofisico generale. L’Università degli Studi di Bergamo ha fatto propria la sfida a una longevità più “attiva” e attenta, coniugando percorsi di alta formazione con le esigenze delle persone e di tutta la comunità. «Per noi – spiega il rettore Sergio Cavalieri – la longevità non si riferisce solo alla cura e ai trattamenti per garantire una vita biologica più lunga. Oggi possiamo parlare di “invecchiamento attivo” non solo nelle condizioni fisiche, ma soprattutto in tutte le condizioni sociali dell’individuo. La persona anziana deve essere sempre vista come risorsa». «E per questo – continua il Rettore – la longevità deve essere pensata in uno sviluppo longitudinale della vita. Non deve essere infatti un aspetto da considerare solo in fase matura, ma anche in gioventù con un approccio intergenerazionale. Il dialogo tra generazioni deve diventare un pilastro, non solo per il benessere della singola persona, ma di tutta la nostra comunità. L’approccio deve quindi tenere in considerazione più prospettive, compresa quella economica: le aziende oggi possono infatti immaginare nuove soluzioni, nuovi prodotti e nuovi business legati all’età avanzata».
Tra gli esempi più recenti dei numerosi progetti dell’ateneo legati al tema della longevità e più in generale all’ambito della salute, spicca la presentazione di un nuovo percorso di ricerca e di alta formazione realizzato in sinergia con l’Istituto Mario Negri. Stiamo parlando di un nuovo corso di Dottorato in «Health and Longevity» , che permetterà di creare nuovi profili ad elevata qualificazione scientifica e professionale che possano inserirsi nel mondo della ricerca, dei sistemi sanitari e in ambito aziendale. «Questa nuova opportunità di formazione – precisa ancora il rettore – permetterà proprio di sviluppare competenze trasversali, che includono tematiche legate alla progettazione, sviluppo e applicazione di tecnologie innovative, agli aspetti gestionali, organizzativi, economico-finanziari, giuridico normativi e socio-economici. Un’iniziativa che conferma con ancora più forza l’impegno dell’Università per il futuro della sanità, chiamata a formare figure di alto profilo per affrontare e promuovere anche nuovi filoni di studio e di ricerca in un contesto internazionale. Potranno rivestire, sia in Italia sia all’estero, ruoli chiave e direzionali in università, centri di ricerca pubblici e privati, aziende ospedaliere e ATS, aziende e agenzie nazionali e internazionali».
Il corso di Dottorato in «Health and Longevity»
Il corso di Dottorato, proprio a testimonianza dell’approccio multidisciplinare legato al tema della longevità, vedrà il coinvolgimento di ben 7 Dipartimenti dell’ateneo bergamasco e di numerosi ricercatori attivi da molti anni nell’ambito della salute, protagonisti di progetti di ricerca finanziati a livello regionale, nazionale ed internazionale. Il corso di Dottorato si farà forte di uno stretto legame con il mondo industriale e con le organizzazioni del terzo settore, in virtù della disponibilità di specifiche borse di studio per dottorati innovativi che il Ministero dell’Università e della Ricerca ha messo a disposizione del progetto. Inoltre, l’Università degli Studi di Bergamo proporrà, all’interno del «Laboratorio Sanità 20/30 Lombardia – Bergamo» e in particolare nella prima giornata prevista per il 14 giugno in Fiera a Bergamo, un focus dedicato alla «Sfida della Longevità».
Oltre al rettore che coordinerà il tavolo insieme al rettore dell’Università di Brescia Francesco Castelli, parteciperanno importanti nomi del mondo della ricerca e della formazione nazionale e internazionale, tra i quali il presidente onorario dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini e, in videocollegamento, Nicola Palmarini dell’Università di Newcastle. Prima di questo tavolo, in programma alle 12.15 in Sala Cavaraggio, il forum verrà inaugurato con gli interventi di Vasco Giannotti, presidente Forum Risk Management in Sanità, di Massimo Giupponi, direttore generale di ATS Bergamo, Massimo Lombardo, direttore generale di ASST Spedali Civili Brescia e di Enrico Desideri, presidente della Fondazione per L’Innovazione e la Sicurezza in Sanità.
Il Laboratorio Sanità 20/30 Lombardia - Bergamo
Il «Laboratorio Sanità 20/30 Lombardia - Bergamo» sarà un appuntamento di rilevanza nazionale, la prima tappa di una roadmap che porterà al prossimo novembre al Forum Risk Management in Sanità di Arezzo. L’evento sarà quindi imperdibile per tutto il personale socio sanitario, che potrà ricevere anche crediti formativi in base alle presenze. Oltre agli addetti ai lavori, la manifestazione sarà aperta a tutti i cittadini e a tutti gli studenti che vorranno approfondire e analizzare numerosi temi legati al mondo della sanità. Le iscrizioni per il personale sanitario sono gratuite, con tutte le informazioni e i dettagli disponibili sul sito ufficiale www.sanita2030.it.
Il programma sarà ampio e variegato, con centinaia di relatori che scambieranno visioni, esperienze e progetti su diversi argomenti, tra i quali il ruolo dei medici di medicina generale, la medicina d’urgenza e il confronto fra sistemi sanitari europei. Particolarmente curiosi saranno gli approfondimenti dedicata alla telemedicina, al Metaverso applicato in sanità e alla cybersecurity legata ai sistemi digitali delle strutture sanitarie pubbliche e private. Tra le voci più autorevoli in merito sarà presenti l’amministratore unico di ARIA Lombardia Lorenzo Gubian.