È quella che i demografi chiamano con una brutta parola la «vecchiaia di massa» e che per la prima volta si affaccia nella storia in Italia e non solo. È la conseguenza dell’inverno demografico, ma al contempo è una questione con la quale fare i conti. Il dramma è esploso con la pandemia e il conteggio tragico dei morti tra gli anziani (non solo i più fragili) nelle Rsa, le residenze per anziani è cresciuto praticamente senza regole in tutto il mondo.
Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della «Pontificia Accademia per la vita», la sfida degli anziani e la strage nelle Rsa l’ha presa sul serio, forte anche dell’esperienza della Comunità di Sant’Egidio, di cui è consigliere spirituale, la quale da decenni si occupa non solo dell’assistenza degli anziani in Italia e nel mondo, ma anche della loro integrazione in società che hanno purtroppo spesso già deciso di lasciarli ai margini. È stata la privatizzazione crescente delle case per anziani incoraggiata dai governi attraverso i meccanismi di accreditamento a complicare le cose. Spiega Monsignor Paglia: «Abbiamo supinamente fatto crescere le Rsa, case di riposo, case famiglia e tante altre fantasiose sigle per rispondere malamente alla crisi della famiglia, alla solitudine degli anziani e a quel divorzio tra sociale e sanitario, che ha portato alla separazione tra due sfere di sovranità e molte volte le ha messe in aperto conflitto».
«Un nuovo patto tra generazioni»
In Italia il business delle Rsa ha costretto il no-profit a ritirarsi dall’assistenza a favore del profit, esattamente come è accaduto da anni negli Usa e in Canada. Il settore fa gola perché si tratta di un investimento assicurato, anticiclico che non conoscerà flessioni visto l’andamento demografico.
L’ex-ministro della Salute Roberto Speranza di fronte alla strage di anziani causata dal Covid aveva deciso di affrontare la questione affidando proprio a Monsignor Vincenzo Paglia la presidenza di una commissione di studio per individuare vie di uscita e un’altra visione. La Commissione ha lavorato per due anni, con decine di audizioni di tutte le associazioni pubbliche e private interessate agli anziani e interpellando anche sindacati e partiti, senza escludere nessuno. Ne è nato il disegno di una legge delega, approvato dal Parlamento, la legge 33/2023 intitolata «Un nuovo patto tra generazioni» che ora richiede dei decreti per essere applicata. Osserva Monsignor Paglia: «Per essere efficace e per cambiare le cose non si devono dimenticare i principi, cioè la cooperazione tra tutti gli enti interessati e tra pubblico e privato e soprattutto non deve venir meno il principio costituzionale della sussidiarietà, coinvolgendo e valorizzando nell’assistenza le forze sociali del volontariato e del Terzo settore».
«Non bisogna dimenticare – continua Monsignor Paglia – i principi accanto alle buone pratiche economiche. Il principio cardine è il rispetto della dignità dell’anziano, che ha diritto a scegliere in autonomia e con adeguate informazioni il tipo di assistenza, a partire dal diritto di restare nella propria casa e da quello di una vita nella quale possa continuare ad avere relazioni». Solo in questo modo « l’anziano non diventa uno scarto e un problema e nemmeno semplicemente un corpo da alimentare e da medicare, mi si passi il termine, con problemi di destabilizzazione dei bilanci sanitari». Invece l’anziano è «un capitale sociale enorme per tutti e specialmente per i più giovani. In Italia si tratta di 14 milioni di persone». Il centro di ogni cura spiega il vescovo deve essere sempre l’assistenza domiciliare poi articolata in un «continuum» che preveda servizi di rete a carattere preventivo, fino all’assistenza residenziale, quando è indispensabile, alle cure palliative con un sistema che coinvolga enti locali, Asl, ospedali, volontariato.
Un cambio radicale e più umano nella cura degli anziani dunque è necessario. Monsignor Vincenzo Paglia rivela che la Commissione elaborando dati Istat ha scoperto una situazione più che drammatica : «2,7 milioni di anziani in difficoltà severa, di cui oltre un milione soli e senza alcun aiuto né familiare, né pubblico né privato, con il paradosso che si spendono 12 miliardi per i circa 280 mila anziani nelle Rsa e meno di 2 miliardi per gli anziani che vivono in casa che sono dieci volte tanto. Oggi c’è una legge delega approvata dal Parlamento all’unanimità che può cambiare la situazione. È un’occasione unica, che non va persa per evitare che il calcolo economico prevalga sulla dignità delle persone».
Informazioni generali
Il «Laboratorio Sanità 20/30 Lombardia - Bergamo» si terrà il 14 e il 15 giugno in città, presso la Fiera di Bergamo, con la regia di ATS Bergamo, ASST Spedali Civili, della Fondazione per l’Innovazione e la Sicurezza in Sanità e Gutemberg. L’iscrizione alla due giorni – valida come momento formativo - è gratuita per tutti gli operatori sanitari, sociosanitari e per il personale amministrativo e tecnico della sanità pubblica e privata. Il programma completo, con l’elenco preciso degli incontri e di tutti gli ospiti presenti, è disponibile sul sito ufficiale della manifestazione, dove è possibile anche iscriversi con pochi click.
Contenuto a cura di ATS Bergamo